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Turismo di Pasqua, boom di prenotazioni in Sicilia, ma la stagionalità resta un limite

Prima il Covid, ora la guerra e l’aumento dei prezzi generalizzato. Viaggiare potrebbe diventare un lusso per pochi. Ma intanto in Sicilia si vedono già i primi flussi di turisti, Pasqua fa segnare numeri importanti e le prospettive per l’estate sono positive.

“È chiaro che l’inflazione colpisce duro il mercato interno, per le strutture ricettive il costo dell’energia incide su tutte le spese e le famiglie in questa fase sono più prudenti. Il calo delle prenotazioni era prevedibile, ma penso si possa guardare con serenità all’estate”. Ad affermarlo il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, parlando della ripresa del settore in un’intervista a La Stampa.

Vacanze di Pasqua

“Sul fronte delle vacanze di Pasqua, – continua il ministro – gli albergatori lamentano disdette e cali di prenotazioni: probabilmente sarebbe stato meglio anticipare di 15 giorni le regole che scatteranno dall’1 maggio e dare maggiore libertà alle persone. Invece andiamo con il freno a mano tirato, è stata una nostra scelta, ci siamo autolimitati. Comunque, da maggio avremo la vera ripartenza”.

Non sembra essere così per il settore delle case vacanza. Secondo l’Aigab (Associazione italiana gestione affitti brevi) ad oggi il mese di aprile ha già il triplo delle occupazioni rispetto allo stesso mese del 2021. “Con il 30% di occupazione (e previsioni che dovrebbero arrivare intorno al 35%) le vacanze di Pasqua in Sicilia stanno facendo registrare numeri importanti” ci dicono Marco Celani, presidente Aigab, e Michele Ridolfo, vicepresidente.

Tra le località più gettonate ci sono sicuramente Siracusa, Palermo, in parte Catania. Anche Taormina fa registrare una importante ripresa.

“E per l’estate ci aspettiamo un ritorno ai livelli pre Covid”, continuano i rappresentanti di Aigab. Riguardo alla possibilità che i viaggi possano diventare un lusso per pochi Aigab sottolinea che non si vede un aumento dei costi delle case vacanza. Ad aumentare saranno i costi degli spostamenti, ma si esclude un aumento dei costi delle case”.

La guerra minaccia la ripresa

“Prima della guerra eravamo molto fiduciosi sulla ripresa di questa estate. Il conflitto ha un po’ cambiato le cose”, ha affermato Olivier Jankovec, DG di Aci Europe (Airports Council International), la federazione mondiale degli aeroporti che riunisce 500 scali aeroportuali di 48 paesi, durante l’intervento di apertura della seconda giornata di Aci Race, la 13^ edizione dell’assemblea degli aeroporti regionali europei che si sta svolgendo al teatro Massimo di Palermo.

“Se guardiamo i dati nei mesi di gennaio e febbraio, a livello complessivo, il network degli aeroporti europei segnava -45% del traffico passeggeri rispetto al 2019 – ha detto Jankovec – Le indicazioni che avevamo per questa estate erano molto positive, soprattutto sul mercato europeo, con il raggiungimento dei livelli di traffico quasi come il 2019.

Adesso le cose sono un po’ cambiate – conclude il DG di Aci Europe – Ovviamente, a soffrire di più saranno gli aeroporti che hanno una forte dipendenza dal mercato russo/ucraino, Bulgaria, Cipro e chi si trova vicino all’area di conflitto, dove ci potrà essere una sorta di calo di fiducia sui viaggi”.

I turisti in Sicilia negli ultimi due anni

I pernottamenti in Sicilia nel 2019 erano 15,1 milioni, il 2020 a causa della pandemia ha trascinato il dato sull’orlo del baratro a 6,6 milioni. Secondo il report Istat sul Movimento turistico in Italia, nei primi nove mesi del 2021 le presenze dei clienti negli esercizi ricettivi della Sicilia sono in crescita rispetto al 2020 del +27% (meglio che a livello nazionale, +22,3%) ma restano ben sotto i livelli del 2019: -43,9%.

Si tratta di un dato confortante? Come stiamo reagendo rispetto alle altre regioni italiane? A livello territoriale, i dati dei primi nove mesi del 2021 rispetto al medesimo periodo 2020 indicano un recupero delle presenze turistiche più accentuato in Sardegna (+62,8%), seguita da Veneto (+48,3%), Friuli-Venezia Giulia (+48,2) ed Emilia-Romagna (+33,3%). Si registrano invece flessioni per Valle d’Aosta (-31,2%), Provincia autonoma di Trento (-10,9%), Provincia autonoma di Bolzano (-8,4%) e Lazio (-1%).

Prevale il turismo domestico

La componente domestica della clientela è quella che mostra i maggiori segnali di recupero rispetto al 2019: le presenze dei residenti in Italia nei primi nove mesi del 2021 sono infatti circa l’80% di quelle registrate nel 2019, a fronte del 44% dei non residenti, afferma l’Istat.

A livello territoriale, la scelta dei turisti residenti in Italia si è orientata prevalentemente verso le località dell’Emilia-Romagna, (15,1% delle presenze complessive contro 14,4% nel 2019), seguita da quelle del Veneto (12,8%) e della Toscana (11,1%), con le stesse posizioni del 2019. Al quarto posto la Puglia e al quinto la Lombardia (che occupava il quarto posto nel 2019).

Nel complesso i flussi crescono nelle prime cinque Regioni – Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Puglia e Lombardia – dove si concentra circa il 52% delle presenze complessive della clientela residente, quasi 2 punti in più rispetto sia al 2019 che al 2020. Il Veneto registra 47,5 milioni di pernottamenti totali tra italiani ed esteri nel 2021, l’Emilia Romagna quasi 31 milioni (secondo i dati provvisori pubblicati dalle Regioni), in miglioramento del 38,9% sul 2020 ma ancora in difetto rispetto al 2019 di -23,5%.

La Sicilia, dunque, non brilla come dato assoluto e nemmeno in termini di recupero rispetto alle performance pre-pandemia.

Turismo mordi e fuggi

Il problema poi, oltre ad attrarre visitatori, è farli rimanere all’interno dell’Isola e “monetizzare” tali flussi. Un obiettivo che non può prescindere da una programmazione efficiente che si avvalga di eventi di richiamo nazionale ed internazionale.

Taormina, la Perla dello Ionio, ha sofferto il Covid

Regina, in tal senso, è da sempre stata la città di Taormina che però tra il 2019 e il 2020 ha perso 792.763 pernottamenti, seguono Giardini Naxos (meno 568.125), Cefalù (meno 489.609), Castelvetrano (meno 212.466), Agrigento (meno 210.310), Lipari (meno 178.621), Acicastello (meno 148.282), Noto (meno 143.663), Acireale (meno 141.654), Modica (meno 87.107), Favignana (meno 66.886), Scicli (meno 66.582) e Zafferana Etnea (meno 57.382). Abbiamo menzionato i tredici comuni siciliani ammessi a concorrere all’assegnazione dei contributi a fondo perduto fino a 200 mila euro del fondo per il sostegno alle piccole e medie città d’arte e ai borghi colpiti dalla diminuzione dei flussi turistici durante la pandemia come differenza di presenze tra il 2019 e il 2020.

Taormina si vuole rilanciare con gli eventi

Il comune di Taormina però prova a rilanciare gli eventi e per ciò che attiene la stagione estiva si passa dal Festival del libro in programma dal 16 al 20 giugno, ai Nastri d’Argento il 25 giugno per arrivare al Taormina Film Fest dal 26 giugno al 2 luglio. Ricco piatto di star della musica nostrana e internazionale al Teatro antico, dai Simple Minds (12 luglio) passando per Mahmood (18 luglio) ad Achille Lauro (14 luglio) fino a Venditti e De Gregori il 27 e 28 agosto.

La “scoperta” Cefalù

Segnali positivi anche da Cefalù, “premiata” dal Guardian, che ha stilato l’elenco delle migliori mete “scoperte” nel 2021: nella lista del prestigioso quotidiano britannico, ci sono due splendide località italiane: Cefalù e Brindisi. Il duomo della città, inserito nel sito Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, dal 2015 fa parte dei luoghi italiani Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Nel corso del 2021, Cefalù è anche stata scelta come location del nuovo film di Indiana Jones, il quinto capitolo della saga cinematografica con Harrison Ford; notizia che è rimbalzata in tutto il mondo e potrà essere un altro snodo importante per riportare il Comune tra “i primi della classe” in termini di flussi turistici.