Turismo di ritorno, non soltanto viaggi, ma anche affari per favorire nuovi investimenti al Sud - QdS

Turismo di ritorno, non soltanto viaggi, ma anche affari per favorire nuovi investimenti al Sud

Turismo di ritorno, non soltanto viaggi, ma anche affari per favorire nuovi investimenti al Sud

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sabato 30 Aprile 2022

Il presidente di “Rete destinazione Sud”, Michelangelo Lurgi, espone al QdS stime, tappe e progetti che consentiranno al 2023 di configurarsi come “Anno del Turismo di ritorno”.

Il presidente di “Rete destinazione Sud”, Michelangelo Lurgi, espone al QdS stime, tappe e progetti che consentiranno al 2023 di configurarsi come “Anno del Turismo di ritorno”.

Il progetto “2023 anno del turismo di ritorno” quanti dei settanta milioni di connazionali all’estero si prefigge di attrarre o riattrarre in Italia? E in Sicilia?

“L’Italia generalmente ogni anno, secondo le statistiche 2018 dell’Enit, attrae quasi cinque milioni di ‘turisti di ritorno’. Il progetto punta ad aumentare il numero del 30-35% rispetto al dato dei 5 milioni e cioè arrivare a 7-8 milioni di turisti. Si tratta di un progetto che potenzialmente può coinvolgere 15 milioni di persone ma bisogna tener presente nelle stime la pandemia e il quasi azzeramento nei mesi scorsi del turismo straniero. La Sicilia ha un enorme numero di connazionali all’estero soprattutto di seconda, terza e quarta generazione; di questi ne potrebbero arrivare sull’Isola tra i 500 mila e i 700 mila nel 2023”.

Quali sono le regioni in cui c’è stata un’adesione più consistente all’iniziativa e perché?
“Tutte le regioni hanno aderito, in particolare quelle del Sud: Abruzzo, Campania, Calabria, Marche, Molise, Puglia, Sicilia perché hanno avuto in passato una forte emigrazione all’estero. Nelle citate regioni ci sono le maggiori adesioni al progetto e c’è stata un’immediata mobilitazione degli attori territoriali, reti di impresa e Comuni. C’è da considerare che i dati sulle adesioni vengono aggiornati periodicamente e assistiamo a importanti incrementi da un mese all’altro. Stiamo programmando una riunione a maggio in Sicilia e coinvolgeremo Regione, sindaci. Ci aspettiamo un’ulteriore mobilitazione”.

Quali saranno gli eventi e le manifestazioni trainanti su cui si punterà per il cosiddetto turismo di ritorno?
“Si punterà sugli eventi caratteristici di ogni singolo comune, da dove è partita per l’appunto l’emigrazione. Ci saranno poi degli eventi di carattere regionale: un appuntamento al mese che venga diretto verso l’attrazione di questa tipologia di turismo. Altri eventi saranno commerciali e di scambio: workshop in cui i nostri connazionali saranno chiamati a venire in Sicilia per conoscere le imprese dell’Isola tra artigianato, agricoltura, food e industria in modo da potenziale lo scambio internazionale di merci, tecnologie e collegamenti di cui abbiamo tanto bisogno. Abbiamo previsto appuntamenti per l’attrazione di investimenti esteri: uno al Centro, uno al Nord e uno al Sud. Le regioni potranno presentare investimenti con una trafila burocratica snellita agli investitori esteri. Un gruppo Facebook ‘2023 anno del turismo di ritorno’ si prefigge di evidenziare passaggi e iniziative di questo progetto in modo da consentire a chi vorrà partecipare ai lavori di poter essere informato sulle tappe operative”.

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