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Turismo enogastronomico, un settore in crescita. L’Italia è tra le preferite dei viaggiatori europei

Turismo enogastronomico, un settore in crescita. L’Italia è tra le preferite dei viaggiatori europei
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Secondo l’European travel commission il nostro Paese raccoglierà il 15,3% delle scelte nel periodo ottobre 2024-marzo 2025

ROMA – Uno dei settori turistici che negli ultimi anni, in Italia, ha fatto registrare una crescita notevole, meritevole di essere analizzata, è quello del turismo enogastronomico. Come evidenzia il rapporto sul Turismo enogastronomico Italiano del 2024, redatto da Roberta Garibaldi, presidente dell’Associazione italiana turismo enogastronomico, l’enogastronomia continua a rappresentare un elemento centrale nelle esperienze di viaggio, contribuendo in modo sempre più significativo all’economia del paese.

Secondo i dati riportati dalla European travel commission, l’enogastronomia si posiziona al secondo posto, con il 15,3% delle preferenze, tra le esperienze preferite tra i turisti europei nel periodo ottobre 2024 – marzo 2025. Anche per i cittadini extra Ue che viaggiano in Europa, l’enogastronomia costituisce la seconda forma di turismo più apprezzata, con il 78% di turisti che viaggiano con l’intenzione di provare le specialità locali.

Per il 70% degli italiani almeno un viaggio negli ultimi tre anni per gustare i cibi del luogo

Il turismo domestico ha numeri molto incoraggianti: il 70% degli italiani ha dichiarato di aver organizzato almeno un viaggio negli ultimi tre anni al fine di gustare i prodotti del luogo (cibo, olio, vino etc.), percentuale che esibisce un +12% sul 2023 e, addirittura, un +49% sul 2016. L’evidente crescita di questo settore, che oggi rappresenta circa lo 0,65% del Pil, è legata a diversi fattori.

Il cibo e il buon vino sono ancora oggi un elemento che unisce le persone, che crea occasioni di convivialità e leggerezza, che rinvigorisce lo spirito di comunità che alberga in ognuno di noi, spesso sopito tra i vari impegni della vita quotidiana.

E proprio perché la routine tende a limitare il tempo e l’impegno che possiamo dedicare ad esperienze culinarie di livello, favorendo la prassi del “pranzo al volo” o della cosiddetta “schiscetta” (chi ha studiato o lavorato al nord ricorderà bene la mestizia che la caratterizza), le esperienze enogastronomiche diventano un ingrediente fondamentale all’interno delle nostre vacanze.

Il cosiddetto “turismo dell’esperienza”

E, considerando che il cosiddetto “turismo dell’esperienza”, abbinato all’autenticità, costituisce la tipologia di turismo che attrae maggiormente i millennials e gli appartenenti alla generazione Z, l’enogastronomia ha in seno enormi potenzialità di crescita in ottica futura.

In più, l’esposizione mediatica a cui il mondo delle esperienze culinarie è sottoposto, grazie agli innumerevoli contenuti ad esso inerenti presenti sui social media (in particolare su Instagram e TikTok), favorisce il desiderio dei turisti di scoprire nuovi sapori, nuovi odori e nuove tradizioni che, nell’immaginario comune, rappresentano ormai uno degli aspetti principali della cultura di un luogo.

Sulla base dei dati ricavati da Etc, Istat e Banca d’Italia, nel 2023 i turisti con meta enogastronomica sono stati più di 22 milioni e la loro spesa totale ammonta a quasi 6 miliardi di euro, di cui il 54% è confluito nell’alloggio e nella ristorazione.

L’impatto economico e sociale complessivo del turismo enogastronomico

L’impatto economico e sociale complessivo del turismo enogastronomico nel 2023, invece, articolato in impatto diretto, indiretto ed indotto, ha raggiunto oltre 40 miliardi di euro. La regione che ha ricevuto il maggior numero di preferenze come meta turistica enogastronomica è proprio la Sicilia, con il 46% delle preferenze, seguita dall’Emilia Romagna (44%) e dalla Campania (40%).

Quello dell’enoturismo è un mercato che da sempre ha fatto le fortune degli imprenditori siciliani, ma che ora più che mai va cavalcato, stimolato e accresciuto, attraverso l’utilizzo intelligente dei social, che diventano un mezzo per trasmettere l’autenticità e la qualità delle esperienze proposte, nonostante, negli ultimi anni, abbia preso il sopravvento un’immagine artefatta e folkloristica delle proposte culinarie siciliane.

Adoperando uno stile comunicativo nuovo e proponendo attività creative e sostenibili, gli storici palmenti, le cantine, i caseifici, le aziende agricole, i frantoi e tutti i vari epicentri della tradizione culinaria siciliana potranno sicuramente ritagliarsi uno spazio rimarchevole nel mondo del turismo culturale della regione.