Turismo, strutture extralberghiere più resilienti alla crisi del Covid - QdS

Turismo, strutture extralberghiere più resilienti alla crisi del Covid

web-dr

Turismo, strutture extralberghiere più resilienti alla crisi del Covid

web-dr |
martedì 26 Ottobre 2021

La Sicilia, con l’82%, è l’isola che, tra quelle dell’Unione Europea conta il maggior numero di strutture extralberghiere. Ne abbiamo parlato con il presidente Otie Giovanni Ruggieri.

La Sicilia, con una percentuale che si attesta all’82%, è l’isola che, tra quelle dell’Unione Europea conta il maggior numero di strutture extralberghiere. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio sul Turismo dell’Economia delle Isole (Otie), per Confesercenti Sicilia e presentato a Capo d’Orlando durante la Borsa del Turismo extralberghiero. Dall’indagine emerge però anche come il settore abbia inevitabilmente subìto le conseguenze dell’emergenza sanitaria. Su questi temi abbiamo intervistato Giovanni Ruggieri, presidente dell’Otie.

Da quello che si evince
dal rapporto, il numero di strutture extralberghiere, negli ultimi anni in
Sicilia, è notevolmente cresciuto. Secondo lei a cosa è dovuto questo fenomeno?

“Intanto è cresciuto in
maniera consistente rispetto a tutte le altre isole europee. Il fenomeno è
dovuto a diversi aspetti: primo, dalla crescente domanda che si è registrata
fino al 2019 con l’incremento dei passeggeri trasportati nei voli, nelle navi e
di coloro i quali raggiungono la Sicilia in auto; secondo, un riutilizzo
diverso delle seconde case, che prima venivano più spesso affittate per
contratti lunghi a residenti mentre invece ultimamente la convenienza economica
di fare delle brevi locazioni ha reso possibile questo mercato a cui si
aggiunge la possibilità di aprire una piccola attività. Un altro motivo è
costituito dal fatto che i giovani hanno voglia di specializzarsi in questo
settore, hanno creduto in attività extralberghiere alternative e ne hanno
creato anche nuove. Questo è avvenuto attraverso una riconversione di immobili,
ha riguardato tutto il territorio siciliano ed è stato possibile per la
necessità di utilizzare le case non abitate soprattutto nei centri minori
specializzando la nostra regione in una varietà di opzioni volte
all’ospitalità”.

Nel 2020 però si registra
una contrazione pari al -48% negli arrivi e del -44% nelle notti e una
contrazione per quello che riguarda gli arrivi di turisti stranieri e tutto ciò
per i motivi che sappiamo. Come si potrebbe migliorare la situazione su questo
fronte se non è comunque migliorata durante il 2021?

“Le strutture
extralberghiere sono state le più resilienti all’impatto della pandemia perché
hanno perso meno, in valore assoluto, rispetto a quanto hanno subìto le
strutture alberghiere. Questo anche perché le prime fanno registrare una
maggiore domanda turistica nazionale, quindi dei siciliani in Sicilia e degli
italiani in Sicilia, rispetto ai poli turistici che hanno perso la domanda
turistica di clienti stranieri e hanno dunque perso di più. Quindi, resistenza,
resilienza, riadattamento. Come si può fare per riprendere i numeri? Intanto
occorre presentare la nostra terra con una varietà di strutture ospitali e poi
la Sicilia ha una sfida in termini di posti aereo nei prossimi anni che
consisterà nell’aumentarli e c’è il rischio di un blocco dei trasporti o una
riduzione delle persone trasportate verso la nostra regione: questo è un’allerta
importante. Un’altra sfida riguarda l’immagine che si dà dell’ospitalità in
Sicilia perché le strutture extralberghiere costituiscono una nuova modalità di
turismo rispetto a quello conosciuto in precedenza: piccoli luoghi, borghi,
persone. Dunque, non solo posti da vedere ma anche persone da conoscere e
relazioni da istaurare e da coltivare”.

L’extralberghiero è
formato da vari comparti. Ce n’è uno che necessita di maggiore sostegno
attualmente? E in che modo si potrebbe supportare?

“Supporto in termini di
rete, comunicazione e di formazione sul prodotto, di assistenza, non tanto
sull’investimento. Le nuove forme di strutture extralberghiere vanno ancora
sostenute e create, ma in generale non c’è un comparto in particolare che
soffre perché sono piccole e facilmente gestibili. Ci vogliono misure di
sistema che coinvolgano tutti i settori considerando il fatto che queste
strutture sono gestite da persone che da pochi anni hanno iniziato ad offrire
un sistema ospitale autentico”.

Roberto Pelos

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017