Turismo: a Trapani un 2021 in affanno, ripartenza post Covid lontana - QdS

Turismo: a Trapani un 2021 in affanno, ripartenza post Covid lontana

Vincenza Grimaudo

Turismo: a Trapani un 2021 in affanno, ripartenza post Covid lontana

venerdì 31 Dicembre 2021

In tutti e 24 i comuni contrazioni di arrivi e presenze rispetto al 2019. San Vito e Favignana restano le regine, le perdite più pesanti tra Castelvetrano e Mazara del Vallo

TRAPANI – Il settore turistico in provincia di Trapani continua a faticare nel trovare la propria strada per il rilancio dopo la pandemia. I dati sono quelli raccolti dal servizio statistica e sistemi informativi del Libero consorzio (ex Provincia, ndr) che riguardano i primi dieci mesi del 2021. E se per gli ultimi due mesi dell’anno si possono solo fare delle supposizioni in negativo, visto l’andamento dei dati sui contagi di nuovo in aumento, fino ad ottobre il quadro non è confortante.

Anzitutto il dato generale evidenzia che nel trapanese ci sono stati in totale 426 arrivi tra italiani e stranieri, il 35% meno rispetto al 2019. In nessuno dei vari mesi ci si è avvicinati ai risultati raggiunti nello stesso periodo di due anni fa, dunque quelli dell’era pre-pandemia. I dati sono assolutamente crollati per quanto riguarda gli arrivi degli stranieri: azzerate nel 2020, a causa delle grandi limitazioni nella mobilità imposte a livello internazionale, e praticamente dimezzate anche nei mesi di alta stagione; ad esempio, a giugno 2019 erano 31 mila gli stranieri sul territorio provinciale, e appena 8.300 nello stesso mese nel 2021.

Se si guarda agli arrivi di italiani i dati sono migliori ma non ancora soddisfacenti: anche il periodo estivo, in cui la mobilità è stata libera e la possibilità di stare all’aperto ha spinto molti a muoversi all’interno dei confini nazionali. A giugno si è passati da 200 mila nel 2019 a poco meno di 150 mila nel 2021; a luglio 2019 sono stati 317 mila i turisti italiani, contro i 298 mila del 2021. Ad agosto, ancora, erano 436 mila presenze nel 2019, e 389 mila nel 2021.

In totale, si parla di almeno un terzo di presenze perse, un vero disastro economico che necessita assolutamente di una strategia di recupero che sia efficace in tempi brevi. Se si guarda alle regioni di provenienza, sono principalmente i lombardi a preferire le coste del territorio trapanese, seguiti dai laziali e dai piemontesi, seppure con una netta contrazione: rispetto al 2019 i primi sono scesi del 27,3%, i secondi del 16% e i terzi di ben il 25,8%. I turisti italiani che invece hanno frequentato meno i territori della provincia di Trapani sono quelli della Valle d’Aosta, del Molise e della Sardegna.

Ampliando lo sguardo, sono i francesi gli stranieri che hanno visitato in maggior numero la provincia, seguiti dai tedeschi, gli svizzeri e gli abitanti del Liechtenstein, con una diminuzione netta rispetto al passato: sono diminuiti di circa il 50%. Il comune che ha vissuto il maggiore movimento turistico rimane San Vito Lo Capo, con una diminuzione delle presenze del 22,6%, seguita da Favignana (+1,6%), Trapani (-35,2%) e Castellammare (-27,7%). A livello regionale, la provincia di Trapani è stata quella che nella difficile situazione del 2020 ha sperimentato i più bassi livelli di contrazione rispetto alle altre province siciliane. I tassi di ridimensionamento dei flussi turistici, infatti, si sono mantenuti complessivamente sotto la soglia del 50% sia per quel che concerne gli arrivi (-48,2%) che i pernottamenti (-49,3%).

Gli esercizi alberghieri hanno patito il peso maggiore della congiuntura negativa del periodo, avendo superato invece il 50% di riduzione del movimento turistico, mentre l’extralberghiero è riuscito a contenere la flessione al di sotto del 40%. Insomma, etichettare il 2020 come annus horribilis è tutt’altro che un’esagerazione mediatica, e gli strascichi di ciò che è successo e sta ancora succedendo avranno risvolti importanti e a lunga gittata sull’intera economia nazionale e regionale. Le restrizioni alla mobilità internazionale, le disposizioni, a vario titolo, sulla chiusura delle attività commerciali e il generale clima di preoccupazione hanno determinato in tutto il mondo una crisi economica che fa registrare numeri pesantissimi in molti settori.

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