ROMA – La senatrice del Movimento Cinque Stelle Tiziana Drago ha depositato un disegno di legge per integrare la legge 194 e ha illustrato i punti salienti del nuovo ddl a tutela delle madri e dei nascituri.
“È auspicabile che lo Stato metta in atto tutte quelle misure – dice Drago – peraltro già sostanzialmente previste nei primi articoli della 194, da non intendersi come la ‘legge pro aborto’, in quanto il ricorso ad esso è visto come un caso di extrema ratio e non come una triste normalità”.
“È a tutti noto quali ripercussioni sul piano psicologico comporti, per una donna, il ricorso a tale pratica, aumentando i casi di depressione. Per tale motivo ho proposto un disegno di legge articolato in pochi ma essenziali punti che ruotano tutti attorno ad un binomio inscindibile, ovvero libertà-responsabilità. Il punto della questione è la prevenzione. I giovani sono informati delle svariate pratiche abortive? Come si esplicano? Quali sono le conseguenze per una giovane donna che assume pillole del giorno dopo come la RU486? La formazione deve essere accompagnata da un percorso di assistenza che deve trovare sbocco nei consultori. Occorre potenziarli, dotarli di personale adeguato, di equipe idonee. Debbono divenire un centro di informazione, di conoscenza, di diffusione di pratiche responsabili e di tutela della madre e della vita che ha in grembo. Serve difatti una campagna comunicativa chiara ed inequivocabile. Lo Stato dovrebbe intervenire tempestivamente, ad esempio, aumentando il numero delle culle in anonimato e della conseguente adozione del nuovo nato”, aggiunge la senatrice.
“Nel disegno di legge prevedo che la possibilità di ricorrere all’interruzione di gravidanza, dopo i 90 giorni, sia consentita nei casi in cui il proseguimento della gravidanza o il parto arrechino un grave e documentato pericolo per la vita della donna e siano accertati e certificati processi patologici, tra cui quelli relativi a gravi anomalie o malformazioni del nascituro. Inoltre, inserisco, per gli altri casi, pene più gravi per chi dovesse praticare l’aborto dopo i 90 giorni previsti per legge. Infine, chiedo la creazione di un Registro Nazionale dei Bambini non nati e la predisposizione della sepoltura, a causa di aborto spontaneo o programmato, qualora, nell’ultimo caso, ne venga avanzata espressa richiesta da parte della donna”.
“Spero che nel rispetto delle svariate posizioni ampiamente diffuse sul tema in questione, nessuno più possa dire che un feto di età inferiore a tre mesi sia un grumo di sangue. Spero non si arrivi all’assurdo di ritenere una società tanto più civile quanto maggiore sia la libertà di decidere per la vita di altri”, conclude la senatrice.