Palermo, sempre languida e sopita, adesso è pronta. Stasera c’è il Festino, la grande festa dei 400 anni della Santa, Rosalia Patrona della Città
Palermo, sempre languida e sopita, adesso è pronta. Stasera c’è il Festino, la grande festa dei 400 anni della Santa, Rosalia Patrona della Città, la liberatrice dalla peste, l’invocata da tutti, volgo e benestanti, sapienti e braccianti. I venditori di “scaccio” della Kalsa hanno fatto incetta di arachidi e luppini, i mellonari hanno preso il ghiaccio per conservarli freschi sul Foro italico, dove la folla dovrà essere rinfrescata di aranciata, birra, coca-cola.
Si preparano tonnellate di sfincione e bancarelle di babbaluci, chi ha un gommone, una barca, un canotto fa gli ultimi preparativi, il golfo sarà un pupulare di barche, ognuna con il suo metro, con la sua misura, l’importante è esserci, accompagnare il Carro della Santa dalla Cattedrale per tutto il Cassaro, fino al Mare, e lì lungo il porto, fino ai giochi di fuoco, fino alla masculiata. È festa di popolo Santa Rosalia, l’unica che unisce nella devozione trasversalmente una città braminica, con caste e appartenenze in stile indiano. I borghesi festeggeranno nel liberty di Villa Igea, per distinguersi dal popolo Ikea, o ai colli, nelle ville del settecento, o alle mura delle Cattive, dove una volta passeggiavano le signorine che si offrivano al piacere dei nobili.
I circoli si riempiranno di più o meno eleganti cene sociali, ma sia che sei povero che ricco panelle e cazzilli non ti mancheranno. W la Santa, Viva Rosalia, vergine ed eremita che dal promontorio più bello del mondo, Monte Pellegrino, protegge da quattrocento anni questa città infestata dalle pesti più disparate. Faccio un voto, cara Santa mia, liberaci dall’ignoranza, e mi riscrivo all’Università, quella di Palermo, non quella bosniaca, per liberarmi anch’io.
Cosi è se vi pare