Ucraina, il Cremlino accoglie offerta di mediazione dal Vaticano

Ucraina, il Cremlino accoglie offerta di mediazione dal Vaticano: “E’ Kiev a renderla impossibile”

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Ucraina, il Cremlino accoglie offerta di mediazione dal Vaticano: “E’ Kiev a renderla impossibile”

Redazione  |
lunedì 28 Novembre 2022

Dalla Chiesa greco-cattolica un appello: "liberate i due sacerdoti detenuti nel Donetsk". Sono accusati di "attività sovversiva" e "guerriglia"

Il Cremlino “accoglie con favore” l’offerta del Vaticano di offrire una piattaforma negoziale tra la Russia e l’Ucraina, ma la posizione di Kiev la rende “impossibile”. Lo ha chiarito il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, citato dai media locali. Sempre il Cremlino smentisce di voler lasciare la città di Enerhodar e la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Citato da Ria Novosti, il portavoce della presidenza russa ha detto di non cercare segni “dove non ci sono e non possono esserci”.

Dalla Chiesa greco-cattolica un appello: liberate i due sacerdoti detenuti nel Donetsk

“Chiediamo l’immediato rilascio dalla custodia e dalla detenzione dei nostri sacerdoti – padre Ivan Levytsky e padre Bohdan Geleta – e la garanzia che possano proseguire il loro servizio legale senza ostacoli ai bisogni spirituali dei fedeli della Chiesa greco-cattolica ucraina (Ugcc) che vivono a Berdyansk”. E’l’appello dei vescovi della chiesa greco-cattolica ucraina per la liberazione di due sacerdoti del Donetsk.

“In questi tempi difficili per il nostro popolo, in cui assistiamo a numerose e dolorose vittime della guerra, è con grande rammarico e dolore che accogliamo la notizia del rapimento e dell’imprigionamento ingiustificato e illegale di due ecclesiastici dell’Esarcato di Donetsk dell’Ugcc nella città di Berdiansk”, sottolineano i Vescovi. I sacerdoti detenuti sono lo ieromonaco Ivan Levytskyi, abate della chiesa della Natività della Santa Madre di Dio nella città di Berdyansk, e padre Bohdan Geleta, dipendente della stessa chiesa.

I sacerdoti sono accusati di aver detenuto esplosivi

I vescovi hanno letto quanto riportato dai media sulle cause che hanno portato alla detenzione dei due sacerdoti ucraini, a seguito di “presunti esplosivi trovati dalle guardie russe, con accuse di attività ‘sovversiva’ e ‘guerriglia’ dirette contro i rappresentanti delle truppe russe, che si trovano nella città di Berdyansk”. I vescovi si sentono “obbligati” a spiegare che i due sacerdoti svolgono “il loro ministero sacerdotale” da oltre tre anni nella parrocchia locale, “annunciando la Parola di Dio, che è pace per ogni persona. Al momento della perquisizione nella chiesa e nell’adiacente casa parrocchiale e nei locali della parrocchia, entrambi i sacerdoti erano già stati arrestati, cioè non potevano controllare in alcun modo né questi locali e né le azioni della Guardia Nazionale Russa. Non possono pertanto assumersi alcuna responsabilità per le presunte armi e munizioni trovate in essi. I sacerdoti sono accusati solo per la loro fedeltà a Dio e alla Chiesa”.

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