Ucraina nella Nato? Forse nel 2100 - QdS

Ucraina nella Nato? Forse nel 2100

Ucraina nella Nato? Forse nel 2100

venerdì 19 Luglio 2024

“Percorso irreversibile”. Boh!

Nonostante la mia veneranda età, ancora riesco a sorprendermi quando sento delle panzane dette in modo “autorevole”, cercando di farle ingoiare ai creduloni.

Nell’ultima riunione della Nato (Otan) i trentadue membri hanno votato all’unanimità la possibile ammissione dell’Ucraina in quell’organizzazione – fondata nel 1949 e dominata dagli Usa – ovviamente senza precisare, né potevano farlo, la data di ingresso. Per cui noi pronostichiamo che tale data possa essere il prossimo duemilacento.

Poi vi è stata un’altra esclamazione “potente”: “Percorso irreversibile”. Ciò significa che l’ingresso nella Nato dell’Ucraina, ipotizzato dai trentadue, avverrà sicuramente, magari, ripetiamo, nel duemilacento.
Vi è una ragione enorme e insuperabile che impedisce l’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza atlantica ricordando il suo statuto, il quale prevede che se uno dei trentadue membri viene attaccato militarmente, tutti i trentadue membri reagiscono militarmente.

Ora, mi chiedo: ritenete possibile che la Nato sposti i suoi confini fino a raggiungere quelli della Russia senza provocare la terza guerra mondiale? Nessuna persona di buonsenso potrebbe rispondere affermativamente, dal che si deduce che mai la Nato entrerà nel territorio ucraino e, per converso, mai l’Ucraina entrerà a far parte della Nato.

Il discorso sembra talmente lapalissiano che non c’è chi non veda la sua logica e la sua verità. Vengono così sbugiardati tutti quelli che raccontano storie nell’iperuranio, senza capo né coda, e questo ci dispiace perché prendere in giro i Popoli è un grave atto immorale, in quanto si approfitta di persone meno colte e meno informate, cui invece bisognerebbe dire la verità, tutta e senza indugi.

Il Papa invoca la pace; il nostro presidente della Repubblica Mattarella invoca la pace; il neo-presidente del Consiglio dell’Unione europea Orban invoca la pace, ma appena si è mosso visitando Zelensky, Putin e Xi Jinping, il blocco atalantista ha reagito e i molti capi di Stato dell’Ue si sono accodati come cagnolini.

La verità è che la pace non la vuole nessuno, in quanto gli interessi di armieri, industrie energetiche, gruppi finanziari e altri spingono perché la guerra continui, in modo da incrementare cospicuamente i loro fatturati e utili. Questo bisogna vedere dietro la coltre di perbenismo che copre le azioni di quelli che vogliono sembrare ciò che non sono.
Scoprire la verità vera non è difficile, ma peri

coloso per chi la dice in quanto apre scenari che la maggior parte delle persone comuni non vede, intossicata com’è dalle menzogne che i mass media propalano tutti i giorni.
Non è più la “Guerra Fredda” con le armi, ma c’è in corso una “Guerra fredda economica” fra i due blocchi del mondo, che è più pericolosa della prima in quanto non si avverte, non fa morti, non distrugge palazzi, ma crea povertà.
Non si tiene conto che oltre tre miliardi di abitanti del mondo hanno fatto un blocco che si contrappone al miliardo occidentale ed è proprio questa differenza numerica e di ricchezza (Pil) che sta fissando lo scenario attuale e vediamo perché.

La Cina, con circa 1,4 miliardi; l’India, con più o meno lo stesso numero di abitanti; il Nord Corea, con 26 milioni circa e tutto il resto dei soci del Brics, composto undici Stati, superano con i loro abitanti il numero di tre miliardi, contro un miliardo di cittadini/e delle democrazie occidentali.

Non si può non tenere conto di questa nuova situazione a livello mondiale, anche perché il Pil del blocco orientale sta raggiungendo quello del blocco occidentale, quindi la nuova frontiera è trovare un modo di vita comune, con rispetto reciproco e con l’unico obbiettivo di migliorare la qualità dell’esistenza dell’intera umanità, ovvero dei circa otto miliardi di abitanti della Terra.

Può sembrare paradossale che siamo scivolati dalla guerra russo-ucraina alla guerra economica mondiale, ma non lo è perché i gruppi di potere occidentali e orientali hanno interesse che vi siano guerre nella parte opposta del mondo, così da sfruttare meglio il loro potenziale economico e arricchirsi sempre di più.

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