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Guerra in Ucraina, venti profughi arrivati all’aeroporto di Palermo

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Guerra in Ucraina, venti profughi arrivati all’aeroporto di Palermo

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martedì 08 Marzo 2022

Sono almeno una ventina, tra adulti e bambini, i profughi ucraini sbarcati questo pomeriggio all’aeroporto internazionale Falcone Borsellino di Palermo con il volo in arrivo da Cracovia.

La Gesap, la società di gestione dello scalo di Palermo, in collaborazione con la direzione aeroportuale Sicilia Occidentale dell’Enac e della Polaria, la Polizia di Frontiera e il Comune di Palermo, ha creato un percorso di accoglienza per il loro arrivo.

E’ stato infatti installato un desk di assistenza e info. Sul posto c’è anche un mediatore culturale, per orientare i profughi e fornire contatti con associazioni e istituzioni. Una volta in sala arrivi, grazie alla collaborazione con la struttura del commissario per l’emergenza Covid della provincia di Palermo, i passeggeri ucraini possono inoltre sottoporsi a tampone antigenico ed, eventualmente, avere somministrato il vaccino anti-covid presso l’hub vaccini in sala check-in C.

Per il sindaco Leoluca Orlando si tratta “di un impegno concreto della città e dell’amministrazione comunale, in sinergia con altre istituzioni, per l’accoglienza dei profughi ucraini. Il segno tangibile di una città che conferma, ancora una volta, l’importanza e il valore del diritto alla pace e alla vita”.

“Abbiamo contattato i nostri amici e partner dell’aeroporto di Cracovia con i quali da anni abbiamo una stretta collaborazione – spiega il direttore generale di Gesap, Natale Chieppa -. Ci sono tante persone in partenza. Hanno apprezzato la nostra disponibilità ad accogliere chi fugge dalla guerra in Ucraina”.

“La macchina dell’accoglienza dei profughi ucraini all’aeroporto di Palermo ha funzionato a dovere, proprio come ci aspettavamo – dichiara il commissario Covid di Palermo Renato Costa – Non sarebbe stato possibile senza un lavoro di squadra tra noi, Usmaf, Unhcr, protezione civile, Comune e Gesap. Da parte nostra, mettere queste persone che scappano da una guerra terribile in condizione di eseguire il tampone e di iniziare il percorso vaccinale era il minimo che potessimo fare: la loro sicurezza, in un momento di sofferenza tale, ci sta particolarmente a cuore”. (ANSA).

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