Il mondo, per come lo conoscevamo, sta mutando volto, spirito, senso, respiro
Cambia l’ordine mondiale, sempre più rapidamente sta cambiando. Il mondo, per come lo conoscevamo, sta mutando volto, spirito, senso, respiro. L’evoluzione dell’uomo dovrebbe portare verso l’unità, la solidarietà, verso quei valori che danno più forza, democrazia e libertà alle nazioni singole, mentre invece l’Europa ha dovuto votare ieri la risoluzione al riarmo con 419 voti a favore.
In Italia, la maggioranza si spacca: la Lega vota no, FDI e FI votano a favore. Come anche il Pd, decidendo, dopo settimane di travaglio di astenersi per avere alla fine invece dieci voti a favore.
Cambia l’ordine mondiale quando l’Europa – con una dichiarazione della Presidente della Commissione UE Von der Leyen – risponde alla guerra dei dazi di Trump con l’imposizione di dazi doganali da 26 miliardi sui prodotti statunitensi e quando il Canada – ugualmente vittima della politica commerciale del nuovo presidente degli USA – annuncia dazi da oltre 20 miliardi in risposta alle tariffe del 25% su alluminio e acciaio imposte dall’amministrazione Trump. Ormai abbiamo compreso come agisce Trump con la tecnica del rilancio: rilancia sempre, per cui la dichiarazione che stia valutando di inserire ulteriori dazi per vincere, dice, la guerra commerciale, non ci stupisce più di tanto.
L’escalation rischia di amplificarsi e di danneggiare tutti. In un tempo in cui il mondo avrebbe dovuto unirsi e trovare soluzioni comuni per risolvere i problemi del pianeta quali il cambiamento climatico, la fame nei Paesi più poveri, la disoccupazione, l’emigrazione dei giovani verso migliori opportunità, il calo demografico in molte nazioni tra cui l’Italia, si pensa bene di rompere un equilibrio che durava dalla seconda guerra mondiale.
Putin si mostra in mimetica sul fronte del Kursk in una visita a sorpresa, dicendo “avanti così”; quasi a voler confermare la volontà di proseguire la conquista dei territori della democratica Ucraina, che ha accettato la proposta del cessate il fuoco di trenta giorni senza notizie sulle garanzie richieste per il popolo ucraino.
Ore drammatiche anche in Serbia, dove a Belgrado i ragazzi protestano contro le provocazioni del regime serbo; come nei Campi Flegrei, dove la terra trema ancora con magnitudo 4.4. Gli edifici crollano, ma non si pongono rimedi per metterli in sicurezza. La buona notizia è che non vi sono stati morti. Non bisognerebbe attendere che ve ne fossero per porre rimedio ai problemi. Ma così è. Ci si attiva dopo che i fatti succedono, vedi il ponte Morandi. Perché continua a mancare la visione d’insieme.
Altra buona notizia è quella che sabato la società civile scenderà in piazza assieme a grandi uomini e donne – quali Armani, Guccini, Littizzetto – per difendere l’Europa. Questo sogno incredibile di mettere insieme nazioni e culture diverse che sono la culla della civiltà occidentale va difeso comunque anche con il riarmo, ma soprattutto con la condivisione di un pensiero comune costituito da quei valori che fanno di noi europei un popolo unico che può fare dell’unione la propria forza per provare a liberarsi dal vento di prevaricazione che soffia dagli Stati Uniti. Quel sogno non va dimenticato: non siamo fatti di solo corpo e mente, siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.