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Un giorno credi

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Un giorno credi

Giovanni Pizzo  |
domenica 02 Ottobre 2022

La parola “credi” in Bennato è sinonimo di errore. In un attimo tutto può crollare e tu “devi ricominciare da zero”. Ma c’è il tempo per ricominciare? Per Letta, per Salvini? Forse no

A volte si vince, è successo a Giorgia, la leader di Fratelli d’Italia, a volte si perde. Per quelli che hanno perso, mi vengono in mente due capi partito, uno di sinistra ed uno di destra, sarebbe utile riascoltare la canzone di Edoardo Bennato, grande cantautore napoletano, spesso fuori dal coro.

“Un giorno credi di esser giusto e di essere un grande uomo..” è esattamente in questa frase che il piede della loro esistenza, umana e politica, è divenuto instabile, ed è inciampato. Soprattutto a sinistra c’è sempre stata la sensazione di essere dalla parte giusta, di quelli bravi e perbene, mentre gli altri sono innegabilmente diversi, se non addirittura brutti, sporchi e cattivi.

Questa sensazione è ovviamente fallace. Nessun vero leader del passato, pur vivendo in tempi di maggiori certezze e consistenze di quelli attuali, pensava di essere nel giusto per DNA. Pensate a Moro o ad Andreotti, o a Berlinguer con quel suo sguardo malinconico e turbato. Erano uomini che coltivavano il dubbio, e le decisioni che prendevano erano più figlie della sofferenza che della sicumera. Certamente non pensavano di essere dei grandi uomini nonostante lo fossero.

La parola “credi” in Bennato è sinonimo di errore, di errata concezione di sé e del mondo che ti sei costruito. In un attimo tutto può crollare e tu “devi ricominciare da zero”.

Ma c’è il tempo per ricominciare? Per Letta, per Salvini? Forse no.

Il mondo, il loro mondo ha avuto un tempo piccolo, l’accelerazione della globalizzazione, con guerre e pandemie, ci attraversa e ci scombussola, cambiando rapidamente scenari e parole d’ordine. Il tempo odierno è dominato da una profonda incertezza a cui dover fornire risposte. E spesso queste non ci sono, o non sono semplici e traducibili in colori da rosso e nero di Stendhal, e a questo punto bisognerebbe riconoscerlo, dire la verità al proprio mondo.

Invece che facciamo? Di fatto, come diceva Edoardo, sono l’assurdo in persona, e nonostante le parole che pronuncino siano vecchie e scadenti, ci si rifugia in un falso incidente elettorale. In scuse banali ed in medaglie di latta.

Il mondo cambia, oggi intanto è donna. Questo non vuol dire che sia buono per forza, ma intanto è un grande cambiamento, che apre possibilità ad altre donne. Ci è riuscita lei perché non io penseranno altre donne. Abbiamo recuperato alla partecipazione vera, non il contorno, ma il il primo piatto, la portata principale, l’altra metà del cielo e della società italiana. Per i maschi che credono di essere grandi uomini è una bella lezione.

Cosi è se vi pare.

Giovanni Pizzo

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