Una Ditta non è per sempre - QdS

Una Ditta non è per sempre

Antonino Lo Re

Una Ditta non è per sempre

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 21 Settembre 2022

Il Pds, DS, e poi PD nelle menti dei fondatori era la Ditta. L’unica Casa della sinistra, con i suoi rappresentanti sul territorio

Il Pds, DS, e poi PD nelle menti dei fondatori era la Ditta. L’unica Casa della sinistra, con i suoi rappresentanti sul territorio, che potevano vendere il sol dell’avvenire. Il rischio di queste elezioni per un PD ircocervo, anfibio, non sono le affermazioni elettorali liberal-blairiane di Renzi&Calenda, ma che possa essere seriamente superato a sinistra dal partito Contiano.

Già in passato c’è stato un partito che insidiava nell’area di sinistra il PCI, era il partito socialista di Di Martino e poi di Craxi, ma la freccia del sorpasso era a destra, cosa che disturbava i comunisti ma non troppo sapendo che c’era un muro che ne conteneva la crescita chiamato DC. Oggi invece il sorpasso è a sinistra, su temi sociali universali, bisogni collettivi, di classe e non sui piccoli temi da minoranze contingentate dei diversi diritti civili su cui si impegna inconstantemente il Partito Democratico.

Se i 5stelle con il Descamisado Conte avvicinano elettoralmente il PD sarà lo specchio di una parabola incompiuta, ne carne né pesce, né Giddens né Marx, solo veltronismo bettiniano tra Mark Twain e Walt Disney, mentre a destra una Madre dei Draghi ci ricorda che l’inverno sta arrivando. I temi sociali sono ormai saldamente in mano ai populismi di destra e dei pentastellati in versione diari della motocicletta, ed i ragionieri occhialuti del PD guardano basiti una anomala partita doppia dove perdono consensi, ceti e parole sia a destra che a sinistra. Parafrasando Mogol non sarà un’avventura ma una tragica scampagnata elettorale con un brusco risveglio il 26 settembre.

Essere sorpassati a sinistra, perdere il primato sostanziale del socialismo è frutto di una elaborazione culturale ferma ancora al Novecento, senza percepire gli enormi cambiamenti sociali che dovevano essere guidati e non accarezzati con il pelo di parole vuote come progressismo. Per progredire, come ha detto con lucida analisi Heinz “Henry” Kissinger a margine dell’assemblea ONU, ci vuole coraggio e visione. Vi sembrano le doti della leadership del PD oggi? Tutto sa di liquidazione IRI, come fece Prodi che non è il padre putativo di Letta, quello era Andreatta, ma lo Zio ricco.

Coraggio e visione sono altro, sono doti rarissime nel mondo di oggi, che vuole portare all’incasso piccole e brevi rendite di posizione politica. Guardare avanti in un mondo così complesso e veloce, con repentini cambi economici e climatici, geopolitici ed energetici, è rischioso per la politica nostrana ma non solo. La politica attuale non avendo capacità di rischio, difettando di coraggio, si limita a surfare sulle ali della maggioranza momentanea come cantava Gaber, delegando per viltà a tecnocrati che invidia per competenza e fermezza.

Cosi è se vi pare.

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