MESSINA – Nelle isole Eolie le festività pasquali sono di solito il primo banco di prova per cogliere l’andamento della stagione turistica. Ma l’arcipelago, come d’altra parte il resto del mondo, ha vissuto quest’anno una Pasqua surreale. Il contagio da Coronavirus qui fa meno paura, ma queste isole vivono di turismo e l’emergenza sanitaria rischia di mettere irreparabilmente in ginocchio un intero comparto.
“Sono state spazzate via le prenotazioni fino a maggio – ha affermato Christian Del Bono, presidente Federalberghi Isole minori della Sicilia e Federalberghi Isole Eolie – e per giugno i tour operator stanno cercando di tenere, ma arrivano continue cancellazioni. Certo ci sono anche quelli che chiamano per opzionare la camera perché ancora sperano di poter venire in vacanza, ma ci chiediamo se questo sarà effettivamente possibile”.
“Il problema – ha aggiunto – è che non sappiamo ancora con certezza quando partirà la Fase 2, ma soprattutto come alla ripresa ci si dovrà muovere. Ci vorrebbero dei manuali operativi per le strutture, perché senza indicazioni precise non tutti potranno sapere, ammesso che ci sia una domanda turistica, se sono in grado di aprire o meno”.
Il problema è che ci sono già attività che stanno valutando di non riaprire, perché le spese per tasse e tributi difficilmente possono essere compensate dalle entrate. Del Bono ha quindi proposto un patto pubblico-privato. “Visto che si prevede una domanda più bassa del 40-/50% – ha suggerito – non ha senso che tutte le strutture ricettive vengano riattivate con il rischio alla fine vadano in perdita. Meglio aprirne una parte e le altre vengano supportate per non fallire. Il fatturato perso da aprile a giugno è intorno al 25%, pero è più preoccupante quello che si perderà da qui alla fine dell’anno. Il 45% del turismo nelle Eolie è estero: a settembre e ottobre lavoriamo con gli stranieri. Ma quanti potranno venire?”.
“Come Federalberghi Sicilia – ha spiegato Del Bono – abbiamo presentato un documento alla Regione con una serie di proposte, pensate sia per fornire un salvagente immediato alle imprese, che per l’accompagnamento nel periodo di lenta ripresa e permetterne il rilancio”.
Per il presidente serve un tavolo tecnico delle imprese da affiancare a quello istituito dalla Regione per fissare delle priorità di spesa e ottimizzare la distribuzione delle risorse. “Occorre un approccio scientifico – ha concluso – basato su dati reali, altrimenti le poche risorse disponibili rischieranno di non raggiungere l’obiettivo”.
A chiedere un percorso congiunto con operatori turistici e associazioni di categoria per la ripresa è anche Domenico Arabia, sindaco di Santa Marina Salina. Come in altri Comuni, qui si sta affrontando l’emergenza sul fronte del contenimento e su quello economico, con gli aiuti alle famiglie più disagiate grazie ai seimila euro della Protezione civile e i circa 17 mila della Regione. “A Salina – ha sottolineato Arabia – le strutture turistiche reggono ancora le prenotazioni per agosto, bisogna però essere realisti: non si sa se queste persone poi arriveranno, se ci sarà paura di viaggiare e quanti potranno permettersi di andare in vacanza. Per i piccoli Comuni, per i borghi, il problema sarà più grave: sono territori che vivono di una stagionalità di 5 o 6 mesi. Vedremo cosa arriverà alle aziende dagli ultimi decreti nazionali”.
Le perdite stimate sono di diverse centinaia di migliaia di euro. “Salina – ha spiegato il sindaco – ha circa 80 attività commerciali, molte stagionali, tra cui trenta alberghi, 25 ristoranti, dodici bar che potrebbero subire un tracollo. I lavoratori stagionali non potranno accedere neppure alla Naspi e ci sarà un problema sociale da affrontare. Come Ente locale poi non incasseremo i circa duecentomila euro della tassa di sbarco, che comunque usavamo per servizi ai turisti”.
In questo quadro pieno di ombre, però, il sindaco di Salina indica anche qualche luce: “C’è un’attività agricola a Salina in forte ripresa: le dodici aziende che producono capperi e malvasia non hanno fermato la loro attività”.
Infine, una buona notizia anche per quello che riguarda le infrastrutture. “La settimana scorsa – ha concluso Arabia – la Regione ha bandito la gara per otto milioni e mezzo di euro per ripristinare il nostro molo: era interdetto da dieci anni”.