Unipa, sfide pandemia superate con la qualità dell’insegnamento - QdS

Unipa, sfide pandemia superate con la qualità dell’insegnamento

Unipa, sfide pandemia superate con la qualità dell’insegnamento

martedì 23 Febbraio 2021

Inaugurato dal rettore Micari l’anno accademico 2020/2021 dell’Università. Internazionalizzazione, ricerca e decentramento alla base dei progetti di sviluppo dell’Ateneo palermitano

PALERMO – È stato inaugurato ieri l’anno accademico 2020/2021 dell’Università, alla presenza del rettore Fabrizio Micari, coadiuvato dal direttore generale Antonio Romeo e dai rappresentanti degli studenti, dei docenti e del personale ammnistrativo.

La cerimonia si è svolta in streaming sui canali social dell’Università, con interviste durante cui i massimi rappresentanti dell’Ateneo hanno esposto risultati e nuovi obiettivi per il prossimo futuro. Il rettore ha sostenuto quanto sia stato difficile operare con la pandemia in corso, che ha limitato fortemente la libertà precedentemente goduta, anche in sede universitaria. L’impossibilità a svolgere la didattica in presenza, ha costretto il sistema universitario a reinventarsi, dovendo garantire i servizi on line e salvaguardare la qualità dell’insegnamento a livelli ottimali.

L’Ateneo palermitano ha adeguato i servizi offerti, potenziando la didattica on line e garantendo lo svolgimento delle lezioni, degli esami e delle lauree a distanza. Ciò è avvenuto grazie alla solidità finanziaria dell’Ateneo, frutto degli sforzi precedenti, e ai finanziamenti regolari nel frattempo ottenuti, a tal punto da poter investire otto milioni di euro di risparmi dell’anno 2019/2020. A sua volta, quest’investimento ha permesso di portare a circa 1.400 i docenti universitari operanti. Un’operazione che ha, inoltre, aumentato le iscrizioni rispetto ad altri Atenei, grazie al potenziamento dei servizi offerti e all’innalzamento della No tax area a 25 mila euro. In questo modo, sono stati esentati i due/terzi degli studenti iscritti a UniPa dalle tasse universitarie.

Sono in funzione 160 corsi di studio di cui 105 sono a numero aperto, lasciando a numero chiuso soltanto quelli programmati a livello nazionale. A questo totale, si aggiungeranno altri 13 corsi nuovi, di cui diversi saranno decentrati nelle altre provincie occidentali o aperti all’estero, come già sta accadendo.

Tornando ai dati, la soddisfazione degli studenti universitari è del 66% sulla vita universitaria di Palermo e del 95% per i servizi offerti dall’Università. Nel futuro, è previsto che la didattica a distanza, che non ha demeritato, possa essere integrata con quella in presenza, comunque fondamentale nelle attività di ricerca sul campo, non disperdendo così un patrimonio di conoscenze ormai acquisito. Un altro aspetto che sarà potenziato, sarà l’avvio di corsi internazionali in grado di accogliere studenti stranieri, analogamente con quanto sta già accadendo in altri Atenei italiani.

Infine, il rettore ha ricordato l’importanza dei corsi decentrati nelle altre provincie, permettendo di acquisire nuovi studenti. “È necessario – ha detto Micari – che l’Università potenzi la qualità del suo lavoro e le sedi decentrate, cui gli studenti rispondano grazie anche alla no tax area. Ora che esiste un rapporto chiaro con la Regione, con finanziamenti certi, è possibile anche duplicare i corsi decentrandoli sulle altre provincie. La qualità della ricerca di Palermo è aumentata notevolmente in merito a pubblicazioni e iniziative, come dimostrano i 42 progetti nati all’interno del Programma europeo Horizon 2020. Occorre fare di più, perché sono ancora pochi i gruppi che esprimono tali potenzialità ed esistono varie progettualità che lo permetterebbero. Anche l’Università deve dare il suo contributo, supportando la progettualità e puntando sulla qualità del personale”.

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