UniPa, il rettore Micari traccia il suo percorso - QdS

UniPa, il rettore Micari traccia il suo percorso

Gaspare Ingargiola

UniPa, il rettore Micari traccia il suo percorso

sabato 13 Giugno 2020

Analizzati i dati del XXII Rapporto di Almalaurea su Profilo e Condizione occupazionale dei laureati. In molte aree esiste ancora un notevole gap con i risultati degli altri Atenei nazionali

PALERMO – Promossa la didattica all’Università, ma resta piuttosto ampia la forbice con il Nord Italia sugli sbocchi occupazionali dei laureati. È questo, in estrema sintesi, il quadro emerso dal XXII Rapporto di AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati. Coinvolte 76 Università.

La prima parte dell’indagine ha analizzato le performance formative di oltre 290 mila laureati nel 2019, la seconda parte si è occupata invece della condizione occupazionale di 650 mila laureati di primo e secondo livello nel 2018, 2016 e 2014. I laureati nel 2019 dell’Università di Palermo coinvolti nel report sulle performance formative sono 7.468. Bassissima la percentuale di chi proviene dall’estero (la quota di laureati con cittadinanza estera è pari allo 0,6% contro il 3,1% nazionale) o da fuori regione (0,7% contro il 20,1%): la Sicilia e Palermo, insomma, non attraggono.

Al contrario, gli studenti palermitani viaggiano più che nel resto d’Italia: ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo), infatti, il 12,7% dei laureati, contro l’11,2% della media nazionale. Appena il 44,4% dei laureati, però, ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari: oltre venti (65,2%) i punti di scarto col resto della Penisola.

Promossa la didattica: l’89,2% dei laureati si dichiara complessivamente soddisfatto della propria esperienza universitaria (87,4% l’anno scorso), il 69% si iscriverebbe di nuovo ad UniPa confermando anche il corso di studi intrapreso (66% nel 2019), l’86,4% è soddisfatto del rapporto con i docenti (nel 2019 era l’85%), l’83,1% ritiene adeguato il carico di studio (nel 2019 era quasi l’81%). Positivo anche il dato riguardante le aule, che il 68,7% dei fruitori ritiene adeguate (erano il 65% nel 2019).

Passando all’indagine sulla condizione occupazionale, ha coinvolto complessivamente 13.630 laureati in Viale delle Scienze e in particolare i laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2018 e intervistati a un anno dal conseguimento del titolo e i laureati di secondo livello usciti nel 2014 e intervistati dopo cinque anni. Per i 3.727 laureati triennali del 2018 contattati dopo un anno il tasso di occupazione è del 58,2% (contro il 74,1% nazionale), quello di disoccupazione del 24,4%. Soltanto il 25,9% degli occupati può contare su un lavoro a tempo indeterminato e la retribuzione media mensile netta è di 1.192 euro contro i 1.210 euro nel resto d’Italia. I laureati di secondo livello del 2018 contattati dopo un anno sono 3.285, quelli del 2014 contattati dopo cinque anni sono 3.093. Anche in questo caso, il tasso di occupazione a un anno dalla laurea è pari al 58,2% (71,7% a livello nazionale), quello di disoccupazione al 24,1% e soltanto il 21,3% degli occupati può contare su un contratto a tempo indeterminato mentre la retribuzione media mensile netta è di 1.239 euro (contro i 1.285 euro nel resto d’Italia). Nell’arco di cinque anni, però, i giovani palermitani riescono a colmare buona parte del gap. Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2014 dopo cinque anni è pari all’81,6% (contro l’86,8% dello Stivale, ma l’anno scorso era anche peggio, 78%), quello di disoccupazione è pari al 9,5%. Salgono anche gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato (sono il 45,8%) e le retribuzioni (1.347 euro mensili netti contro 1.499).

“Un dato molto importante – ha commentato il rettore Fabrizio Micari – è la percentuale degli occupati che ritiene la laurea conseguita molto efficace per il lavoro svolto e che rappresenta il 72,2%, circa sette punti in più rispetto alla media nazionale. Occorre però fare ancora di più sia per il Paese che per la nostra terra, che ha grandi potenzialità. Anche se i dati sull’occupazione dei nostri laureati di alcune aree, in particolare quelle di Ingegneria, Medicina, Chimica-Farmaceutica ed Economia-Statistica, sono decisamente positivi e in linea con quelli nazionali, in altre aree si continua a registrare un gap rispetto alla media nazionale”.

“Ciò dimostra – ha concluso Micari – quanto sia fondamentale che le altre istituzioni, la politica e le imprese collaborino con gli Atenei, a maggior ragione in un momento come questo profondamente segnato dall’emergenza, per sostenere il valore della formazione universitaria”.

Deciso un consistente ampliamento della no tax area

PALERMO – “Non pagheranno le tasse universitarie gli studenti appartenenti a un nucleo familiare il cui reddito Isee è inferiore o uguale a 25mila, nel nostro Ateneo si tratta di due iscritti su tre”. Questo l’annuncio fatto ieri dal rettore Fabrizio Micari.

“È un consistente allargamento, probabilmente il più ampio anche a livello nazionale – ha aggiunto – della no tax area, che in precedenza si limitava ai redditi inferiori ai 13mila euro, e che supera largamente la proposta di estensione ai redditi inferiori ai 20 mila euro fatta dal ministro dell’Università. Dal 2020-2021, quasi il 70% degli studenti sarà totalmente esonerato dal pagamento delle tasse”.

“Il nostro Ateneo – ha aggiunto Micari – realizza così un intervento concreto a favore del diritto allo studio per sostenere in particolare gli studenti e le famiglie che in questo drammatico periodo di emergenza hanno subito un calo improvviso del reddito. Per ripartire è fondamentale infatti mettere al centro l’importanza e la necessità della formazione universitaria dei nostri giovani, che devono a maggior ragione restare a studiare in Sicilia. In questo momento c’è ancora più bisogno di potenziare le conoscenze e la preparazione mettendole a frutto per il futuro della nostra terra che ha grandi potenzialità ancora non utilizzate.

Micari ha annunciato inoltre “significative riduzioni sulla tassazione per i redditi tra i 25 mila e i 30 mila euro, così come per i diplomati che si iscrivono al primo anno della Laurea triennale o magistrale a ciclo unico avendo riportato un voto di diploma uguale o superiore a 97 che avranno una riduzione del 20%”.

Altri interventi sono previsti per gli studenti iscritti al primo anno della Laurea magistrale laureatisi con una votazione superiore a 95 e inferiore a 109 che avranno una riduzione del 30% e per gli iscritti al primo anno della Laurea magistrale laureatisi con 110 o 110 e lode che avranno una riduzione del 50%.

Infine, altro esonero per gli studenti iscritti nel precedente anno accademico ad Atenei di altre regioni che effettuino il trasferimento presso UniPa e che saranno esentati dal versamento per il primo anno di iscrizione.

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