Il voto di ieri in Arizona, Florida, Illinois, Kansas e Ohio, legato alle primarie di Usa 2024, non ha comportato, come previsto, nessuna sorpresa. Joe Biden e Donald Trump, che di fatto hanno già raggiunto il numero di delegati necessari per la nomination alle prossime elezioni, hanno stravinto tra democratici e repubblicani. Ciò che invece fa più notizia è il caos giudiziario sulla legge del Texas legata ai migranti, con una sentenza della Corte Suprema che dopo l’approvazione è stata successivamente congelata dalla Corte d’Appello federale.
La norma di fatto autorizza l’arresto e il rimpatrio dei migranti senza documenti intercettati dalla polizia statale sul territorio statunitense. L’iniziale approvazione è arrivata a sorpresa nella serata di ieri, con la Casa Bianca che ha subito manifestato il suo dissenso, seguita dal Messico, che ha già annunciato di non accettare il rimpatrio dei migranti rispediti indietro con questo procedimento. A favore dell’iniziativa era invece il governatore del Texas Greg Abbot, favorevole, da buon “trumpiano”, al “pugno di ferro” contro i migranti.
Il tema dei migranti gioca un ruolo centrale nella campagna elettorale per Usa 2024, basti pensare che Donald Trump ha più volte dichiarato che nel caso in cui dovesse essere rieletto metterà in atto il più grande piano di espulsione nella storia degli Stati Uniti, senza considerare i termini violenti con cui il tycoon ha recentemente definito questi ultimi come “animali”.
Intanto Peter Navarro, ex consigliere della Casa Bianca durante l’amministrazione Trump ha iniziato nella giornata di ieri a scontare la sua pena di quattro mesi per essersi rifiutato di presentarsi a testimoniare di fronte al Congresso sul suo ruolo nei tentativi di rovesciare l’esito delle elezioni nel 2020.
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