Vaccini, arriva Novavax, il proteico che non fa paura - QdS

Vaccini, arriva Novavax, il proteico che non fa paura

redazione web

Vaccini, arriva Novavax, il proteico che non fa paura

martedì 21 Dicembre 2021

Ottenuto il via libera dell'Ema, arriverà in Italia a inizio 2022 il siero "tradizionale" che potrebbe convincere tutti i coloro i quali non si fidavano dei vaccini mRna e di quelli a vettore virale

Dopo il via libera da parte dell’Agenzia europea del farmaco, l’Ema, giungerà nell’Ue, e dunque in Italia, nei primi del 2022, il vaccino proteico Novavax, che si differenzia sia da quelli a mRna (Pfizer e Moderna) sia da quelli a vettore virale (AstraZeneca e Johnson & Johnson).

Gli argomenti utilizzati dai no vax contro questi vaccini è stato finora quello che non erano stati sufficientemente sperimentati al contrario di quelli proteici tradizionali e che quindi potevano esserci effetti collaterali indesiderati. Ma a quanto pare questi potrebbe darli anche il vaccino del colosso americano.

Gli ingredienti di Nuvaxovid, vaccino somministrato con due dosi a tre settimane l’una dall’altra, sono una versione prodotta in laboratorio della proteina Spike che si trova sulla superficie del virus, e un “adiuvante”, una sostanza che aiuta a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino.

Come funziona il vaccino proteico

Il sistema immunitario identifica la proteina come estranea e produce difese naturali – anticorpi e cellule T – contro di essa. Se in seguito la persona vaccinata entra in contatto con il coronavirus, il sistema immunitario riconoscerà la proteina Spike sul virus e sarà pronto ad attaccarla. Gli anticorpi e le cellule immunitarie possono proteggere da Covid lavorando insieme per uccidere il virus, impedire il suo ingresso nelle cellule e distruggere le cellule infette.

I risultati di due principali studi clinici esaminati dagli esperti dell’Ema mostrano che Nuvaxovid si è dimostrato efficace nel prevenire Covid-19 nelle persone dai 18 anni di età. I trial hanno coinvolto in totale oltre 45.000 persone. Nel primo studio, circa due terzi dei partecipanti hanno ricevuto il vaccino e agli altri è stata somministrata un’iniezione di placebo; nell’altro, i partecipanti erano equamente divisi tra Nuvaxovid e placebo.

Il primo studio, condotto in Messico e negli Stati Uniti, ha riscontrato una riduzione del 90,4% del numero di casi sintomatici di Covid-19 da sette giorni dopo la seconda dose nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (14 casi su 17.312 persone) rispetto a quelle a cui è stato somministrato placebo (63 su 8.140).

Un’efficacia di oltre il novanta per cento

Ciò significa, evidenzia l’Ema in una nota, che il vaccino ha avuto un’efficacia del 90,4% in questo studio.

Anche il secondo studio condotto nel Regno Unito ha mostrato una riduzione simile del numero di casi sintomatici di Covid-19 nelle persone che hanno ricevuto Nuvaxovid (10 casi su 7.020 persone) rispetto al gruppo a cui è stato somministrato placebo (96 su 7.019), con un’efficacia dell’89,7%.

Presi insieme, dunque, i risultati dei due studi mostrano un’efficacia del vaccino per Nuvaxovid di circa il 90%. Ma, precisa l’Ema, sono disponibili dati limitati sull’efficacia di Nuvaxovid contro altre varianti preoccupanti, inclusa Omicron.

La sicurezza e l’efficacia del vaccino continueranno a essere monitorate man mano che verrà utilizzato in tutta l’Ue, attraverso il sistema di farmacovigilanza dell’Unione e ulteriori studi da parte dell’azienda e delle autorità europee.

Gli effetti collaterali indesiderati

Gli effetti indesiderati osservati con Nuvaxovid negli studi, spiega l’Ema, sono stati generalmente lievi o moderati e sono scomparsi entro un paio di giorni dopo la vaccinazione. I più comuni sono risultati sensibilità o dolore al sito di iniezione, stanchezza, dolori muscolari, mal di testa, sensazione generale di malessere, dolori articolari e nausea o vomito.

“Non parliamo di un vaccino con meno effetti collaterali o esente a priori da rischi. Come tutti i vaccini può avere le sue reazioni avverse, le sue risposte anomale”, ha detto Marco Falcone, professore associato di malattie infettive all’università di Pisa e segretario della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), intervenuto a ‘Gli Inascoltabili’ su radio New Sound Level.

Ventisette milioni di dosi da qui a marzo in Ue

Le prime dosi del vaccino anti-Covid di Novavax dovrebbero arrivare ai Paesi membri dell’Ue “nei primi mesi del 2022”, poiché le capitali ne hanno ordinate “per il primo trimestre 2022 circa 27 milioni di dosi”, specifica la commissione europea. Il contratto di acquisto preliminare con Novavax è stato siglato dalla Commissione il 4 agosto 2021 e riguarda la fornitura ai Paesi membri dell’Ue di 100 milioni di dosi di vaccino, a partire dal primo trimestre del prossimo anno.

Il contratto permette poi agli Stati di acquistare ulteriori 100 milioni di dosi, da consegnarsi nel corso del 2022 e del 2023.

Le fiale di Novavax si aggiungono ai 2,4 miliardi di dosi acquistate o prenotate da Pfizer/BioNtech, ai 460 milioni di Moderna, 400 milioni di Astrazeneca e 400 milioni del farmaco di Janssen (Johnson & Johnson).

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