Una rivoluzione è in arrivo. Intanto, un unico criterio per evitare “le vaccinazioni per casta”: niente più categorie, così si dà un taglio alle polemiche. Prima i più fragili
Velocizzare sui vaccini. A tutti i costi. E’ questa la grande ossessione e insieme la promessa che il Governo Draghi fa agli italiani. A tutti i costi. Per questo, per cambiare il (poco) visto fino ad ora, si cambia. Si deve cambiare
Una rivoluzione è in arrivo. Intanto, un unico criterio per evitare “le vaccinazioni per casta”: niente più categorie, così si dà un taglio alle polemiche. Prima i più fragili.
Il turno vaccinale sarà, con ogni probabilità, anagrafico e alfabetico. Per velocizzare le procedure, per precettare il maggior numero di vaccinatori, ci potrebbe essere un lockdown nazionale di tre settimane. Non per contrastare l’epidemia, per scappare dal Covid, ma per affrontarlo viso a viso. Coi vaccini.
“La pandemia non è ancora sconfitta ma si intravede, con l’accelerazione del piano dei vaccini, una via d’uscita non lontana”, ha detto il premier Mario Draghi in un videomessaggio alla conferenza “Verso una Strategia Nazionale sulla parità di genere”.
“Ci troviamo tutti di fronte, in questi giorni, a un nuovo peggioramento dell’emergenza sanitaria. Ognuno deve fare la propria parte nel contenere la diffusione del virus. Ma soprattutto il governo deve fare la sua. Anzi deve cercare ogni giorno di fare di più”.
Il premier insiste: “Il governo deve “moltiplicare ogni sforzo. Siamo solo all’inizio. Il nostro compito – e mi riferisco a tutti i livelli istituzionali – è quello di salvaguardare con ogni mezzo la vita degli italiani e permettere al più presto un ritorno alla normalità. Ogni vita conta. Non perdere un attimo, non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, ma rapide”.
“Nel piano di vaccinazioni, che nei prossimi giorni sarà decisamente potenziato, si privilegeranno le persone più fragili e le categorie a rischio. Aspettare il proprio turno è un modo anche per tutelare la salute dei nostri concittadini più deboli”.
Per farlo servono però dosi. Da qui a fine marzo dovrebbero essere consegnate circa nove milioni di dosi. E dal primo aprile, per i 90 giorni successivi, 52milioni e 477mila, quindi 17,5 milioni all’incirca al mese. L’accelerazione, insomma, forse è davvero vicina.