Vaccini, Musumeci, Dalla morte di 5 siciliani psicosi immotivata - QdS

Vaccini, Musumeci, Dalla morte di 5 siciliani psicosi immotivata

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Vaccini, Musumeci, Dalla morte di 5 siciliani psicosi immotivata

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lunedì 12 Aprile 2021

Il governatore mostra tutta la sua preoccupazione per il rallentamento della campagna vaccinale. Molti siciliani, infatti, rinunciano a vaccinarsi con AstraZeneca.

In Sicilia la morte dei 5 concittadini dopo avere fatto il vaccino AstraZeneca ha creato una psicosi, c’è un clima di paura immotivato, bisogna neutralizzarlo”. Così a Sky il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, rispondendo a una domanda sui ritardi nella somministrazione dei vaccini agli over80.

La campagna vaccinale in Sicilia

“Quando il generale Figliuolo è venuto in Sicilia, noi eravamo tra le prime tre per vaccini – ha aggiunto Musumeci – Avendo avuto 5 morti dopo la somministrazione di Astrazeneca, e io sono tra quelli che sostengono che fare Astrazeneca è più sicuro rispetto a non fare il vaccino, in Sicilia si è creata la psicosi. Noi siamo in condizione di potere dare vaccino alla parte rimanente degli ultra 80enni, purtroppo c’è un rifiuto. Ma abbiamo messo in campo un sistema per coinvolgerli. Al momento in Sicilia sono state somministrate 972 mila dosi vaccini“.

In Sicilia la percentuale di popolazione che ha ricevuto la prima dose del vaccino è del 7,4% rispetto alla media nazionale dell’8,7%. La popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è del 6,1% contro la media nazionale del 6,6%. I dati, aggiornati a questa mattina, sono elaborati dalla Fondazione Gimbe di Bologna. La percentuale di popolazione anziana di età superiore a 80 anni che ha completato il ciclo vaccinale è del 35%, mentre quella che ha ricevuto una sola dose è del 16,2%.

Il no del Governo sull’ipotesi delle isole Covid free, Musumeci: “Ci allineeremo”

“Qui nessuno cerca privilegi, ma chiediamo di potere verificare su scala nazionale dove è possibile intervenire per mettere al sicuro chi affronta disagi enormi – ha detto il presidente Musumeci -. Tutte le Regioni che hanno isole sostengono la tesi Covid free, per la consapevolezza di mettere così al sicuro almeno una piccola fascia di popolazione. Se Roma ritiene di no, ci allineeremo perché non vogliamo apparire tra quelli che fanno fughe in avanti.

La verità è che il sistema è andato in tilt, aspettiamo centinaia di migliaia di vaccini promessi, un’attesa estenuante – ha continuato -. C’è una disastrosa paralisi. Sono convinto che bisogna continuare a procedere col dato anagrafico, perché chi è più giovane è meno esposto. Il problema non è quello delle categorie, che crea frizioni e inspiegabili gelosie, noi abbiamo bisogno di andare dalla popolazione più anziana a scendere”.

La campagna di vaccinazione “deve proseguire in modo uniforme a livello nazionale, senza deroghe ai principi che lo regolano, facendo riferimento all’ordinanza che indica le categorie prioritarie”. Ha spiegato già il Commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo al presidente della Campania Vincenzo De Luca. “L’obiettivo – aggiunge il Commissario – è quello di mettere al sicuro le persone fragili e le classi di età più anziane, che sono le più vulnerabili all’infezione. Più celermente si concluderà questa fase, prima si potrà procedere a vaccinare le categorie produttive”.

La preoccupazioni del comparto turistico

“Siamo preoccupati per l’eventuale stop alle vaccinazioni di massa deciso per le isole partenopee, perché oltre a mettere a repentaglio la salute pubblica di aree particolarmente vulnerabili rischia di far perdere una grande occasione di rilancio turistico”. A parlare è Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Isole Minori Sicilia.

“Le principali sigle datoriali del turismo – puntualizza – avevano sostenuto e apprezzato particolarmente lo sforzo di alcune regioni che su richiesta dei sindaci delle isole minori, si erano attivate per dare a tutti sulle isole la possibilità di essere vaccinati”. I presupposti alla base di questa richiesta, secondo Del Bono, sono duplici: le tempistiche e la logistica di intervento nelle piccole isole non possono essere paragonabili a quelli della terra ferma; dall’altra si tratta per lo più di piccoli centri abitati il cui tessuto socio-economico è quasi esclusivamente dipendente dal turismo.

“L’annuncio di estendere la possibilità di vaccinazione a tutta la popolazione residente o domiciliata e con casa sulle isole minori aveva già permesso di ricevere i primi feedback positivi. Auspichiamo – conclude – che le peculiarità e le vulnerabilità delle isole minori – una volta vaccinate le categorie più a rischio – possano essere prese nel dovuto conto”.

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