L’intervista del Quotidiano di Sicilia a Chiara Iaria della Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali). “Occorre andare oltre l’immotivata resistenza, non esiste alcun pericolo reale nelle vaccinazioni”
Vaccini si, vaccini no.
Tanti gli interrogativi sull’utilità dei vaccini tanto nei bambini quanto nella popolazione anziana. Pareri, a volte discordanti e confusivi, ma che necessitano di chiarezza per orientare efficacemente le scelte di salute collettiva.
Di benefici, tipologie e controindicazioni dei vaccini nella popolazione over 65 abbiamo parlato con la Dottoressa Chiara Iaria, dirigente medico presso UOC Malattie Infettive ARNAS Civico di Palermo, nonché membro del consiglio direttivo nazionale SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali).
Dottoressa Iaria, quali sono i vaccini da consigliare agli anziani, quali i benefici e in che periodi andrebbero somministrati?
Negli over 65 enni andrebbero consigliate alcune vaccinazioni, ricordo quella antinfluenzale, vaccinazione periodica-stagionale da effettuare ogni anno tra ottobre e dicembre e in singola dose. Ancora, la vaccinazione antipneumococcica che previene la polmonite batterica: le due tipologie si possono effettuare insieme o in momenti indipendenti. Si tratta di vaccinazioni fondamentali per ridurre le ospedalizzazioni e la mortalità nelle persone sopra i 65 anni, visto che, in Italia, sono circa 8.000 i morti per influenza ogni anno, con più del 90% ultrassessantacinquenni. Altra vaccinazione consigliata nel soggetto anziano è quella per il virus Herpes Zooster, noto come fuoco di Sant’Antonio, malattia invalidante poiché causa nevralgia post-erpetica. Il vaccino per l’herpes zooster riduce del 65% circa tale conseguenza sintomatica, e anche per questo vaccino è sufficiente una singola dose.
Esistono controindicazioni per la somministrazione dei vaccini?
Nella popolazione in generale non esistono controindicazioni: i vaccini sono sicuri, approvati dall’AIFA (Agenzia Italiana Del Farmaco) e consigliati dal Ministero della Salute. Si deve però fare attenzione al soggetto immunodepresso nella somministrazione dei vaccini vivi. Non esiste quindi, a mio avviso, alcun pericolo reale.
A fronte di tali benefici, Lei ritiene che l’utilizzo dei vaccini sia adeguato e cosa auspica per il futuro in termini di miglioramento?
E’ innegabile una certa resistenza degli anziani nell’effettuare i vaccini, per la paura, a mio avviso immotivata, degli effetti collaterali, da cui il calo delle vaccinazioni. Il piano vaccinale del Ministero della Salute 2017-2019 prevede, in questa ottica, di aumentare le coperture vaccinali anche in età adulta e in alcune categorie di soggetti a rischio (per esempio nei pazienti HIV positivi). Il mio auspicio è che vengano implementate le vaccinazioni nel paziente anziano, attraverso la sensibilizzazione del medico di medicina generale e la collaborazione tra società scientifiche e Ministero della Salute al fine di promuovere al meglio la pratica vaccinale.