Vaccino, atto d’amore sociale contro il virus - QdS

Vaccino, atto d’amore sociale contro il virus

Raffaella Tregua

Vaccino, atto d’amore sociale contro il virus

giovedì 19 Agosto 2021

Vaccino sì, vaccino no? Lo scorso martedì, abbiamo pubblicato un’inchiesta sul tema, divenuto ormai un argomento quotidiano: “Sicilia post Ferragosto da pericolo giallo: l’egoismo dei no vax minaccia l’economia”.

Ovviamente ciò evidenzia quanto sia indispensabile che i cittadini procedano a vaccinarsi. Seppur vero che in democrazia la libera scelta è un principio essenziale senza il quale non si chiamerebbe democrazia, è altrettanto vero che la salute, art. 32 della nostra, sempre lungimirante Costituzione, viene tutelata quale pilastro strutturalmente legato ai principi di uguaglianza e di libertà personale, ritenendolo, non solo un diritto inalienabile del cittadino, ma anche un interesse della collettività. Una collettività sana vive meglio, produce di più, si armonizza con l’ambiente. In un tempo surreale come quello che stiamo vivendo da più di 18 mesi, siamo consapevoli, con assoluta certezza, che l’art 32 rappresenta esattamente la necessità di essere in salute fisicamente e quindi mentalmente. In passato, diversi vaccini sono stati resi obbligatori dallo Stato con l’avallo della Corte costituzionale che ne ha confermato la legittimità (alcune recenti sentenze la n. 268/2017 e la n. 5/2018 lo supportano).

Inizialmente, alcune perplessità dei no vax, tra cui quella secondo cui il vaccino fosse stato poco testato, erano anche le mie perplessità. Ma riflettendoci sopra, ho scelto di vaccinarmi. Perché? Per la semplice ragione per cui faccio parte di una società civile che può evolversi e andare avanti soltanto col contributo del singolo. Come per chi paga le tasse, per chi lavora onestamente e a sua volta dà lavoro, come per chi compie gesti di solidarietà nei confronti di chi ha bisogno. Così, nell’era del Covid, non si può restare a guardare cosa succede aspettando che sia il resto del mondo a vaccinarsi per raggiungere l’immunità di gregge, preservandosi da eventuali rischi. Chi vuole restare a guardare è libero di farlo, purché non invada i luoghi e gli spazi di chi ha scelto la strada della responsabilità, del siero. Sappiamo già che le persone non vaccinate possono contagiare quelle vaccinate, seppur con sintomi meno gravi. Dunque, non è solo affar loro farlo o meno se, tale scelta, mette a rischio la salute di altre persone. La libertà finisce dove comincia quella di un altro, mi hanno insegnato. La libertà è partecipazione, cantava Gaber. Vaccinarsi è un atto d’amore, afferma Papa Francesco … “Amore per sé stessi, amore per i familiari e amici … L’Amore è anche sociale e politico …. Traboccante di piccoli gesti di carità personale capaci di migliorare e trasformare la società”.  Nel frattempo le persone si ammalano, talvolta muoiono, migliaia di famiglie hanno perso l’attività, il lavoro. Le mense, un tempo destinate ai poveri, oggi vedono ingrossate le file con persone che appartenevano alla classe media. Si intravede un filo di luce con una ripresa economica, ma occorre agire nell’immediato, anche con campagne di sensibilizzazione, affinché entro settembre si azzerino i contagi e si ritorni a vivere tutti con l’ottimismo e la forza di una società che ha lottato unita contro il nemico comune, il virus.

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