Vaccino Omicron, farlo o non farlo? Il dilemma che mette "contro" i virologi catanesi - QdS

Vaccino Omicron, farlo o non farlo? Il dilemma che mette “contro” i virologi catanesi

Vaccino Omicron, farlo o non farlo? Il dilemma che mette “contro” i virologi catanesi

Giuseppe Bonaccorsi  |
martedì 13 Settembre 2022

Parlano due tra i più autorevoli infettivologi di Catania che esperimono due pareri che appaiono per certi versi discordanti

Sono già partite le prenotazioni in alcune regioni – Trentino, Lazio, Liguria, Toscana  per la somministrazione del vaccino bivalente anti Covid.

Si tratta del composto per prevenire l’infezione da Sars Cov 2 che copre anche la variante Omicron ormai responsabile di tutti i contagi in Italia.

Nei giorni scorsi è stato dato il via libera al richiamo per gli over 12. In seguito all’approvazione da parte dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), il ministero della Salute ha infatti indicato in una circolare che il vaccino bivalente a Rna messaggero (MRna) contro il ceppo originario del virus e contro la variante Omicron BA.1 è raccomandato “come dose di richiamo, nei soggetti di età superiore a 12 anni, che abbiano almeno completato un ciclo primario di vaccinazione anti SarsCoV-2/Covid-19.

In Sicilia prenotazione da mercoledì

In Sicilia il via libera alle prenotazioni dovrebbe cominciare a partire da mercoledì. Ma sulla nuova campagna vaccinale gli esperti infettivologi si sono divisi tra  fautori e coloro che chiedono quantomeno di attendere l’arrivo del nuovo vaccino aggiornato a Omicron 5.

A Catania abbiamo chiesto un parere in materia a due tra i massimi esperti infettivologi, il direttore delle Malattie infettive del Cannizzaro, Carmelo Iacobello e il prof. Bruno Cacopardo, direttore infettivologo al Garibaldi Nesima.”Per quanto mi riguarda e per mia competenza – spiega il dott. Iacobello – penso che anche a livello ministeriale stanno già rendendosi conto che ricominciare una vaccinazione di massa non ha senso.

Credo, invece,  che la nuova vaccinazione sia soltanto utile nei soggetti particolarmente esposti come i fragili oncologici, ma non per gli ultrasessantacinquenni in salute.

Bisogna spostare l’età solo agli ultraottantenni e ai veramente fragili altrimenti continueremo a fare vaccinazioni senza senso. La vaccinazione va riservata – ha aggiunto – ormai soltanto a chi ha un rischio reale, per di più in questi periodo in cui ormai ricoveriamo  in reparto una media di due positivi a settimana,  tutti malati fragili per altre patologie.

E li ricoveriamo principalmente per monitorare il loro decorso, non per una estrema emergenza clinica dovuta al virus.

“Devono farlo fragili e gli ottantenni”

Iacobello si è soffermato anche sulla copertura del vaccino attuale. “Quello che intendono somministrare è tarato per Omicron Ba1, mentre oggi c’è in giro il ceppo Ba5. Probabilmente non riusciremo mai ad avere un aggiornamento del vaccino in tempo reale”.

E allora che consiglia?

“Stiamo andando verso l’endemizzazione della pandemia. Quindi non ha senso per una persona in salute vaccinarsi contro un virus che nella stragrande maggioranza dei casi può causargli  un raffreddore”.

“Attendere l’aggiornamento a Ba5 e vaccinare anche i 50enni”

La pensa un po’ diversamente il prof. Cacopardo, che è concorde col collega sul fatto che il nuovo vaccino sia tarato su Omicron Ba1 e non Ba5, ma dissente sulla vaccinazione. “In Usa hanno già aggiornato il nuovo vaccino per Omicron 5. Basta attendere. Oggi il bivalente corretto sull’ultimo ceppo Omicron, Ba5 è utile per tutti e in particolare per i fragili perché contiene molto bene la gravità clinica”.

Ma lo devono fare principalmente gli over 60 oppure anche i cinquantenni?

“Anche i  cinquantenni, ma non conosco le intenzioni del legislatore rispetto agli obblighi”.

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