Valeria Grasso, sequestrata la palestra antiracket a Palermo

Palermo, sequestrata la palestra antiracket della paladina dell’antimafia Valeria Grasso

marikacontarino

Palermo, sequestrata la palestra antiracket della paladina dell’antimafia Valeria Grasso

Redazione  |
giovedì 04 Aprile 2024

La donna denunciò più volte i suoi estorsori ed è, inoltre, stata insignita di premi per le sue denunce.

Sequestrata dal Tribunale di Palermo la palestra antiracket dell’imprenditrice Valeria Grasso, paladina dell’antimafia che denunciò i suoi estorsori e che è stata più volte insignita di premi per le sue denunce. Secondo gli inquirenti la donna avrebbe occupato per anni abusivamente i locali, confiscati alla criminalità organizzata. Il decreto di sequestro preventivo è stato firmato dal gip di Palermo Ivana Vassallo che ha accolto la richiesta della Procura guidata da Maurizio de Lucia.

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Da questa sera sul cancello della palestra di via Dominici 27A è stato sistemato un cartello con la scritta: “Questo manufatto è stato posto sotto sequestro preventivo e messo a disposizione del Tribunale di Palermo”.

Le indagini su Valeria Grasso

A condurre le indagini è stata, su delega della Procura, la Polizia Municipale. Nella nota del 7 dicembre del 2023 della Polizia municipale sono emersi, come si legge nel provvedimento visionato dall’Adnkronos, “gravi indizi in merito al reato ex articolo 633 e 639 bis (invasione di terreni demaniali) da parte dell’indagata”, Valeria Grasso.

L’occupazione dell’immobile dal 2014

In particolare “è stato accertato che sin dal 2014 Valeria Grasso, nella qualità di presidente dell’associazione Legalità e Libertà, ha occupato sine titulo i locali di via Dominici 27/A, ove insiste un immobile confiscato e di proprietà dell’Anbcs”. L’immobile in questione è stato confiscato nel 2005 e devoluto al patrimonio dello Stato ed “è stato gestito dall’agenzia che in data 2014 emetteva una ordinanza di sfratto della predetta Grasso, regolarmente notificata in data 19 aprile 2020, a mezzo Carabinieri, e che tuttavia lo sgombero dell’immobile non è mai avvenuto”.

Il sopralluogo e la presentazione della Scia da parte di Valeria Grasso

Il 28 novembre del 2023 la Polizia Municipale ha effettuato un sopralluogo e ha accertato la presenza del figlio di Valeria Grasso, Emanuele Musumeci, constatando che l’immobile “continua ad essere abusivamente occupato e che lo stesso ha subito delle modifiche di carattere urbanistico edilizio mai denunciate” come la creazione di ambienti separati per il fitness, spogliatoi e servizi igienici, area reception e cambio di destinazione d’uso “non autorizzati e realizzati in data imprecisata”.

Il 27 novembre del 2023, 24 ore prima del sopralluogo della PM, Valeria Grasso ha esibito una Scia inoltrata telematicamente al Suap del Comune contenenti “dati falsi e dichiarazioni mendaci”. La domanda è: come mai proprio poche ore prima del sopralluogo Grasso avesse inviato la documentazione? È  quello che si chiede anche la Procura che ha indagato la donna. Oggi Valeria Grasso conduce attività culturali e informative per la lotta contro la mafia. E di recente era stata annunciata la sua candidatura alle Europee con L’altra Europa.

L’immobile occupato per trarne profitto

Secondo il gip Ivana Vassallo “l’immobile è stato invaso abusivamente al fine di trarre profitto, in quanto, trattandosi di immobile di proprietà dell’agenzia dei beni confiscati, è stato stabilmente occupato da soggetti non legittimati al fine di realizzare una palestra“, si legge ancora nel provvedimento visionato dall’Adnkronos. E sotto il profilo “soggettivo, l’invasione sine titulo è stata realizzata con coscienza e volontà, essendo stata notificata l’ordinanza di sfratto da parte dell’Agenzia dei beni confiscati e al fine di conseguire un profitto tramite la gestione della palestra”.

Il chiarimento richiesto da D’Agati

L’Agenzia per i beni confiscati nel maggio 2023 aveva scritto che “Non esiste alcun provvedimento di assegnazione dell’immobile né di autorizzazione per la sua ristrutturazione”. Un chiarimento che era arrivato in seguito alla richiesta di Domenico D’Agati, l’imprenditore che Valeria Grasso aveva incaricato dei lavori di ristrutturazione a giugno dell’anno scorso, che non riusciva ad ottenere il pagamento di 35 mila euro per gli interventi eseguiti.

D’Agati si è poi rivolto al tribunale che a gennaio scorso ha emanato un decreto ingiuntivo nei confronti dell’associazione. Valeria Grasso ha sempre parlato di “pastoie burocratiche” che sarebbero state risolte in breve tempo. Anche Striscia la Notizia se ne era occupata più volte. Adesso, la parola fine è stata scritta dalla Polizia municipale che questa sera ha sequestrato la palestra antiracket di Valeria Grasso.

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