Vanessa, non dimenticheremo perché sei una di noi - QdS

Vanessa, non dimenticheremo perché sei una di noi

Raffaella Tregua

Vanessa, non dimenticheremo perché sei una di noi

mercoledì 25 Agosto 2021

Una giovane è stata uccisa notte tra domenica e lunedì, dall’ex Tony Sciuto, che non poteva accettare di essere rifiutato. Lei aveva sporto denuncia per il reato di stalking  e violenze col risultato di  ottenere dal GIP del tribunale di Catania il divieto di avvicinamento. Soltanto, chiedo? Chi è responsabile?

A parte l’ex (poi suicidatosi) chi è anche responsabile? Vanessa poteva essere ognuna di noi, era ognuna di noi. Noi donne, che usciamo ogni giorno, lavoriamo e viviamo nella nostra terra senza nessun paracadute.

Noi donne, che spesso sentiamo battute infelici e offensive, fuori luogo e vecchie di secoli quando in altri Paesi una giovane millennial di 34 anni indo-canadese, Arora Akanksha, si è candidata a capo dell’ONU come segretario generale. Quando una donna è diventata, per la prima volta nella storia, direttore del Louvre, un’altra capo del CNR e così molte altre che si affermano ai massimi vertici in ogni settore. E allora mi chiedo ancora se l’affermazione costante e forte di donne capaci, stia creando un altrettanto potente crollo della fiducia maschile nel suo ruolo, una devastante destabilizzazione del potere che, dalla notte dei tempi, ha permesso all’uomo di gestire cose e fatti, di comandare (e si sa che comandare è meglio di altro). Una di noi esce da casa e non si sa se torna. Si può accettare? Assolutamente NO. Lo Stato ha il dovere di garantire la sicurezza dei suoi cittadini, tutti nessuno escluso e di garantirla proprio alle fasce più deboli. Ha il dovere di cambiare una cultura che sta distruggendo la società intera perché quando non si è in grado di difendere adeguatamente chi ne ha bisogno, l’intera società ne viene colpita e ne è responsabile.

Vanno cercate le giuste adeguate soluzioni per affrontare il problema. Ad esempio, la  formazione per i genitori e gli insegnanti per spiegare ai ragazzi l’amore per l’altro e i propri diritti; formazione alle forze dell’ordine e ai magistrati per entrare nel merito con tatto e sensibilità; leggi più efficaci.  L’indignazione non è sufficiente quando  ieri, al sitting organizzato da diverse associazioni e movimenti  tra cui Non una di meno, erano presenti non più di un’ottantina di persone, istituzioni nessuna. Solo una pattuglia dei CC ed una dei vigili urbani per garantire l’ordine, immagino.  Resto senza parole e con molte domande. Intanto, perché solo un divieto di avvicinamento nei confronti di un uomo riconosciuto come violento? Perché aveva una pistola e, se aveva un  porto d’armi, come mai? Perché quella notte, come dovrebbe, non circolavano forze dell’ordine per un  normale controllo del territorio oltre che per il Covid? Perché nessuno è intervenuto a salvarla? Perché al sitting eravamo così pochi e nessuna istituzione presente?

L’Indifferenza uccide la società e le persone, l’Individualismo esaspera i comportamenti rendendoli superficiali, l’Ignoranza provoca gesti efferati. Le tre I  vanno abbattute con un impegno costante e concreto per migliorare la nostra società, valorizzando  le differenze e garantendo la libertà di pensiero e azione che ogni essere umano ha il diritto di avere senza rischiare di  perdere la propria vita, proprio come accaduto a Vanessa.

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