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FOTO e VIDEO | La Passione di Cristo rievocata nella via Crucis vivente di San Pietro Clarenza

Marianna Strano
Marianna Strano

“La Parrocchia è viva e sta cercando di dare fiducia e fede in un momento che per il mondo è così difficile”. Così Marco Privitera descrive l’iniziativa della via Crucis vivente di San Pietro Clarenza (CT), una rievocazione della Passione di Cristo che lo ha visto – nella serata del Venerdì Santo 2025 – protagonista nel ruolo di Gesù.

Con lo sfondo dell’Etna in eruzione e una folla di fedeli pronti ad avvicinarsi alla Pasqua con animo penitente ma speranzoso, circa 60 membri della parrocchia del paesino etneo hanno dato vita a uno spettacolo che ha dimostrato di essere di ben più di una semplice recita ispirata ai testi del Vangelo. Uno spettacolo che, nel suo riprendere la storia antica, riflette sul contemporaneo, sui concetti di peccato, di male, di rinascita, di amore, di fede. Tutto questo in un momento in cui, tra guerre e gesti di violenza brutale, la luce del bene sembra essersi ridotta a un lumicino.

  • Via Crucis vivente di San Pietro Clarenza 2025 - foto qds
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  • Via Crucis vivente di San Pietro Clarenza 2025 - foto qds
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  • Via Crucis vivente di San Pietro Clarenza 2025 - foto qds

Via Crucis vivente a San Pietro Clarenza, Venerdì Santo di preghiera

Preghiera, riflessione, emozione: questi i tre elementi fondamentali della via Crucis vivente, partita dalla Chiesa Madre di San Pietro Clarenza e rientrata lì dopo aver attraversato – stazione dopo stazione, dall’Ultima Cena alla Passione e alla morte di Cristo – le vie principali del paese fino alla crocifissione nell’altarino di via del Calvario.

La suggestiva Ultima Cena, la condanna, il martirio prima della morte in Croce, le cadute di Gesù lungo la via del calvario, la Madonna addolorata dietro il figlio, gli ultimi discorsi in mezzo ai due ladroni, l’ultimo respiro di Cristo: sono solo alcuni dei momenti che sono stati ripresi durante la via Crucis vivente e che hanno commosso i presenti, bambini e adulti.

Il messaggio

A fare da intermezzo tra le varie scene della Passione recitate dagli attori/fedeli gli interventi del parroco clarentino, padre Salvatore Lo Cascio, che alla fine dell’evento – prima del rientro in Chiesa Madre – ha voluto ringraziare i “registi” dell’evento, gli attori, chi ha contribuito alla riuscita della via Crucis vivente (il Comune di San Pietro Clarenza, la Pro Loco locale, la polizia municipale, la Protezione civile e gli scout tra gli altri) ma soprattutto tutti i fedeli presenti. “Il Signore non ci chiede di fare grandi cose, ma di fare piccole cose con un grande cuore“, ha commentato padre Lo Cascio presentando l’Ultima Cena e ricordando ai fedeli che una presenza concreta e silenziosa a volte fa più rumore di mille proclami.

Proprio ai fedeli, alla fine della via Crucis vivente, il parroco ha dedicato il messaggio più importante, quello che racchiude il significato della Passione di Cristo e della Pasqua assieme, che fa riflettere tanto sul peccato e sulla fallibilità dell’essere umano quanto sul potere della fede: “Siamo tutti inseriti nella storia della salvezza, con le nostre luci e le nostre ombre”. Un messaggio di fede e realismo in un momento buio del genere umano, in cui però la speranza rimane la luce, la verità, in fondo al tunnel.

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