Verità? La inseguono ma nessuno la vuole - QdS

Verità? La inseguono ma nessuno la vuole

Carlo Alberto Tregua

Verità? La inseguono ma nessuno la vuole

giovedì 23 Luglio 2020

Anche nei processi si usa dire che la verità che emerge non corrisponde alla verità vera, anche perché essa è rappresentata in tanti modi, ha tante sfaccettature. a seconda da quale lato si guarda può sembrare una cosa oppure un’altra. La materia è immensa e non chiara, per cui ognuno di noi deve convincersi se fatti e circostanze rappresentino il vero o qualcos’altro.
Nella filosofia la verità non si distingueva dalla realtà: il vero è ciò che è. Ma pian piano questo modo di pensare è andato cambiando, perché è stato rapportato a come noi siamo, alla nostra esperienza, alla nostra conoscenza e ai nostri saperi, pochi o tanti che siano.
Quante menzogne vengono dette in nome della verità. Menzogne che spesso restano tali nella mente della gente, che però le ha immagazzinate come verità.
Quante menzogne dicono i politici, i burocrati, gli uomini delle istituzioni. Quante ne hanno dette nei secoli, ovviamente sempre parlando in nome del popolo, per il bene del popolo, per il suo interesse.
Però gli intendimenti erano ben altri e poi i fatti che si sono susseguiti hanno mostrato a tutti l’inganno che c’era in quelle enunciazioni che sembravano oro colato.

È la ragione che ci fa capire (o dovrebbe) ciò che è vero. Ma non sempre noi siamo padroni della ragione, per cui ci confondiamo, la nostra vista cerebrale si annebbia e non distinguiamo ciò che è da ciò che non è.
Siamo fatti così: la persona umana è limitata, non solo fisicamente, ma mentalmente. Solo chi fa molti sforzi per cercare di capire come sono fatte le cose, come funzionano i meccanismi, come si dovrebbe agire, solo chi è in queste condizioni riesce a orientarsi meglio.
Intendiamoci, queste brevi osservazioni non hanno alcuna pretesa filosofica, ma sono constatazioni di fatti visti e vissuti, ma anche letti e conosciuti attraverso i libri dei saperi, le civiltà di questo mondo a cominciare da quella cinese, che risale a oltre cinquemila anni fa, e a tanti fatti storici, letterari e filosofici che messi insieme fanno vedere la pochezza delle persone umane, salvo una minoranza di intelligenti e colte e una ancor più stretta minoranza di geni. La casistica è molto varia e bisogna prenderne atto con realismo.


Chi cerca la verità può essere in buona o in malafede. Nel primo caso ce la mette tutta collegando fatti ed eventi, in modo da crearsi un quadro che tenti di rappresentare ciò che è vero.
Chi, invece, è in malafede, magari utilizza lo stesso processo, ma per averne un effetto contrario che è quello di nascondere la verità per trarne beneficio personale, ingannando il prossimo.
Dobbiamo sconsolatamente ammettere che è maggiore la quantità di persone che agisce in quest’ultimo modo rispetto alle altre e questo non fa crescere la Comunità, perché le regole sono formulate in modo da avvantaggiare alcuni e svantaggiare altri. Insomma, c’è chi lavora per diffondere iniquità e non equità.
La questione non è risolvibile perché è forse impossibile raggiungere la verità. Però, ognuno dev’essere in buona fede per tentare di farlo. Se così non agisse potrebbe sentirne riflessi interiori e dovrebbe anche accusare sensi di colpa non facilmente cancellabili.

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