“C’è il via libera della Commissione VIA-VAS per il ponte sullo Stretto, con tutta una serie di condizioni e prescrizioni che naturalmente dovranno essere assolte da parte dell’impresa aggiudicataria”.
L’ultima notizia di rilievo sul progetto di collegamento stabile tra Sicilia e Calabria l’ha annunciata il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a margine della conferenza stampa con la vicepresidente esecutiva della Commissione europea e Commissaria per la transizione giusta, pulita e competitiva, Teresa Ribera, rispondendo a una domanda sui rilievi scientifici da parte del Mase al ponte sullo Stretto.
Ponte sullo Stretto, via libera della Commissione VIA-VAS
Il via libera della Commissione per la valutazione dell’impatto ambientale del progetto è un importante passo in avanti verso l’avvio dei cantieri, previsto – almeno nelle ultime parole del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini – per l’estate 2025.
Ed è di pochi giorni fa un’altra novità importante per il futuro prossimo del progetto del ponte sullo Stretto: l’approvazione del Decreto Infrastrutture, “un provvedimento urgente e strategico voluto dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, per imprimere una forte accelerazione alla realizzazione di infrastrutture chiave, ottimizzare la gestione dei contratti pubblici, assicurare l’efficienza del sistema dei trasporti e valorizzare il demanio, in linea con gli obiettivi del PNRR e gli impegni europei”. Compreso il ponte.
La frattura con Mattarella
Un nuovo “scossone”, però, è arrivato nelle scorse ore con lo stop del Quirinale alla norma sui controlli antimafia relativa al ponte sullo Stretto, originariamente inserita nel decreto legge Infrastrutture approvato lunedì scorso dal Consiglio dei ministri.
L’ufficio stampa, in una nota, parla di “alcune inesattezze comparse sulla stampa odierna” in relazione al decreto Infrastrutture, e precisa innanzi tutto che “la norma sui controlli antimafia non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri”.
“La legislazione in vigore – viene poi spiegato nello stesso comunicato – contempla norme antimafia rigorose per le opere come il Ponte di Messina. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale – adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi – che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie. Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale”.
La risposta di Salvini
Il ministro Salvini ha già replicato ai rilievi del Quirinale, sottolineando: “Chiederemo il massimo del rigore, il massimo della trasparenza. L’avevamo messo in decreto: più poteri al ministero dell’Interno e alle prefetture per verificare che non ci siano infiltrazioni, dal mio punto di vista, era importante. Qualcuno l’ha pensata in maniera diversa, vorrà dire che sarà il Parlamento a mettere il massimo delle garanzie”.
“È chiaro che, quando ci sono le Olimpiadi, la Tav, opere importanti a Genova, Messina, Milano o Roma, bisogna vigilare in maniera assoluta, costante, totale. Siccome ci saranno più di 100mila posti di lavoro in ballo e migliaia di imprese coinvolte, è mio interesse che le prefetture, le procure, le associazioni, i sindacati possano avere il massimo della vigilanza e della trasparenza”, ha aggiunto.
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