Nelle ultime settimane, purtroppo, Catania ha dovuto fare i conti con un’impennata di violenza e crimini che hanno messo in subbuglio l’intera città. Dalle sparatorie avvenute consecutivamente nei vari quartieri dell’hinterland – come quelle di San Giovanni Galermo o Paternò – sino all’apice della violenza, raggiunto purtroppo con l’omicidio di Alessandro Indurre, accoltellato a morte lo scorso 30 agosto da un 37enne di nazionalità etiope finito in carcere con l’accusa di omicidio aggravato da futili motivi.
In città cresce la preoccupazione
Tra gli abitanti, soprattutto del centro storico e della zona del Corso Sicilia in primis, cominciano a serpeggiare dubbi e incertezze riguardo al tasso di sicurezza e alle condizioni di vivibilità del capoluogo etneo. Dai più anziani sino ai più giovani, in diversi hanno manifestato paure e preoccupazioni in merito all’argomento, sottolineando le varie problematiche che attanagliano Catania e tutti i quartieri limitrofi.
Il Vox populi del QdS
Noi del Quotidiano di Sicilia, abbiamo deciso così di andare a tastare l’umore della gente, raccogliendo opinioni e pensieri dei catanesi in merito all‘escalation di criminalità avvenuta all’interno della città dell’Elefante. “La sicurezza qui a Catania è sempre stata un terno al lotto – spiega un cittadino – Non ho paura tanto per me, quanto per mia figlia che è in età adolescenziale e che già in passato è stata molestata per strada al ritorno da scuola da un soggetto di nazionalità straniera in condizioni psichiche alterate”. “A Catania non esistono i controlli – gli fa eco un altro abitante – Io vivo fuori, ma ogni volta che rientro qui trovo una città peggiorata a livello non solo di violenza, ma anche in altri ambiti come la pulizia”. C’è anche chi propone delle soluzioni: “Ci sono pochi poliziotti e pochi vigili – dichiara un anziano – Se ci fossero maggiori forze dell’Ordine a proteggerci tutto questo magari non accadrebbe”. E i giovani? Hanno paura anche loro: “Mi sento al sicuro solo quando esco in gruppo con i miei amici – rivela un ragazzo – perché soprattutto nelle ore notturne i controlli sono praticamente inesistenti: servirebbe aumentare gli uomini a presidio delle zone più ‘pericolose’ ed anche un numero maggiore di telecamere di videosorveglianza: così, forse, potremo stare tutti un po’ più tranquilli”.
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