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VIDEO | Dai “Cavalli nel vento” fino a “Luna Sola” e “Leporinus”: Librino diventa la “Porta dei Sogni”

Un museo a cielo aperto, come nessuno in Italia. Un itinerario di arte e fantasia che restituisce decoro a Librino, spazzando via le negatività che circondano quotidiniamente il quartiere etneo. E’ stata ufficialmente inaugurata presso la succursale dell’Istituto Comprensivo “Angelo Musco” di Catania, “La Porta dei Sogni”, con l’esposizione delle tre nuove opere nel Museo “Magma”, ideato dal Maestro Antonio Presti con la Fondazione Fiumara d’Arte. Presenti alla cerimonia, insieme al Maestro e a decine di piccoli alunni degli Istituti di Librino ma non solo, anche le massime cariche di Catania, come il sindaco Enrico Trantino e l’Assessore alla Pubblica Istruzione Andrea Guzzardi.

“La porta dei sogni”: un percorso d’arte

La “Porta dei Sogni” è costituita da tremila mattonelle di terracotta, impastate da mani di bambini e di madri: su ciascuna, una frase, un pensiero, un desiderio, un sogno. Dalla lunga stagione dei laboratori permanenti, attivi in tutte le scuole di Librino, è stata sviluppata un’installazione monumentale, che fa della crescita un atto maieutico e dell’educazione un’opera. Collocate lungo la grande fascia blu di viale Nitta, queste formelle non sono un semplice ornamento: sono un segno collettivo, una testimonianza viva di una comunità, che ritrova nella bellezza la propria forza di riscatto. I sogni di tutti i bambini sono stati consegnati all’opera “Cavalli nel vento” di Filippo Messina, collocati sul muraglione sempre di viale Nitta, con un ampio bassorilievo in terracotta che, come un fregio classico, corre lungo la strada. I cento cavalli, scolpiti in corsa, condensano i valori universali, che l’intero progetto intende consegnare alla comunità (forza, libertà, lealtà, coraggio, visione), e trasformano il muro in una soglia simbolica: non più divisione, ma passaggio, non più periferia, ma approdo. Poco più avanti si innalza “Luna sola”, opera di Giancarlo Neri: una sedia monumentale, alta 10 metri, sormontata da una luna, che di giorno rivela dettagli e fughe prospettiche, e di notte si accende come un globo sospeso. È un segno metafisico e poetico, che sposta lo sguardo ordinario all’immaginazione straordinaria del sogno: la sedia di un gigante, la luna “caduta” lì per caso, un invito a restare bambini nella curiosità e negli interrogativi, rigenerando così la visione del “sogno”. Infine, a completamento dell’itinerario, Le nuove opere incontrano alla fine, lungo l’asse del percorso, “Leporinus” di Antonella De Nisco, un’installazione di 3 Lepri in acciaio dipinto, collocata sulla rotatoria all’ingresso del quartiere, restituendone la propria radice etimologica: Librino come “terra di lepri”. L’opera, con la sua trama leggera e al tempo stesso trasparente, consegna identità al luogo e ne rilegge la toponomastica come memoria viva, invitando chi passa a riconoscersi in un nome, che torna a farsi storia : “I’am leprinus”.

Il Maestro Antonio Presti: “A Librino bellezza e arte: i bambini sognino con queste nuove opere”

A margine dell’evento, il Quotidiano di Sicilia ha intervistato il Maestro Antonio Presti, che ha rimarcato quanto Librino valga molto più di ciò che appare e che il bello ed i sogni possano essere cullati anche nel noto quartiere di Catania, soprattutto per i bambini: “Bisogna sognare, questo grande museo a cielo aperto oggi è finalmente realtà – dichiara Presti – Le tre nuove opere monumentali hanno restituito quel valore di differenza che ci distingue dal resto d’Italia, perchè una cosa del genere è possibile trovarla solo qui. Non si è ancora capito, forse, come Librino abbia riacquisito centralità a livello nazionale anche con la conoscenza ed il sapere. Quelle che abbiamo presentato sono installazioni monumentali. Le 3 lepri di Antonella De Nisco all’ingresso del quartiere restituiscono la conoscenza e l’identità del nome. In molti, tra i più i giovani o i forestieri, magari non sanno perchè il quartiere si chiama Librino: prima dei famigerati palazzi di cemento, qui c’erano le lepri. Da “Leporinus” a Librino: questo è il vero significato. Poi incontriamo “La Porta dei Sogni”: 3 mila bambini hanno inciso i loro sogni su delle mattonelle di terracotta, consegnandole poi ai “Cavalli nel Vento” che galoppando nel cielo abbracciano tutti loro. Infine, in senso metafisico, ecco la “Sedia” di 10 metri realizzata da Giancarlo Neri. Cosa significa quest’opera? E’ la sedia dei sogni: credo che creare un archetipo come una sedia gigante, con la Luna appoggiata sulla spalliera, induca i bimbi che passano di lì a immaginare e sognare. A me interessa dei più giovani e che i bambini possano tornare a fantasticare su qualcosa di bello per il loro futuro: i grandi, che non sognano più e pensano soltanto a lamentarsi, seguano l’esempio dei più piccoli e tornino a farlo anche loro”.

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