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VIDEO | “Schierarsi”, Alessandro Di Battista torna a Catania: “Ecco qual è il nostro progetto”

Martina Tolaro
Martina Tolaro

Lo scorso sabato, al Sea Palace Hotel, Alessandro Di Battista è tornato a Catania per un’assemblea pubblica organizzata dall’associazione “Schierarsi” di cui è fondatore e vicepresidente. Gli argomenti trattati sono stati l’ipocrisia politica e mediatica degli ultimi anni, senza tralasciare la questione palestinese, punto nevralgico dell’intera serata. L’attivista, scrittore ed ex parlamentare, ha coinvolto i cittadini catanesi portando in sala alcune tra le battaglie che ha più a cuore, come appunto la lotta all’indifferenza sul genocidio della Palestina e la denuncia all’informazione propagandistica. Non è mancata la partecipazione dei catanesi, in trecento raccolti nella Sala Mediterraneo dell’Hotel. Tra i presenti anche Enzo Bianco, ex Sindaco di Catania, in prima fila. Il tutto condotto come in una community per lo sviluppo di consapevolezza sociale, di coraggio civile e di cittadinanza attiva. Per adesso, infatti, il progetto tiene le giuste distanze dall’idea di divenire un movimento politico.

Il progetto di “Schierarsi”

Durante l’incontro erano presenti anche Alessandro Cacciato, coordinatore nazionale dell’associazione, e Davide Marraffino, referente locale: figure, queste, fondamentali dell’iniziativa, insieme anche al presidente Luca Di Giuseppe. Nato due anni fa, Schierarsi è un progetto indipendente che crede nella possibilità di fare politica senza il primato delle istituzioni. Primato, come spiega il vicepresidente durante la serata, ormai superato dalla finanza. “Quando si è in parlamento – asserisce –, la qualità principale che bisogna possedere deve essere il coraggio di prendere posizione. In questo paese c’è mancanza di politici e di giornalisti capaci di prendere posizioni giuste, ma soprattutto di farlo nel momento giusto. Oggi, dividersi tra destra e sinistra è l’ennesimo modo di dividere una cittadinanza. Non è più questa la battaglia. Schierarsi vuol dire oggi andare contro il primato della finanza sulla politica. Sì, perché la politica il primato non ce l’ha più”.

Stesse osservazioni vanno al mondo dell’informazione: “la censura di oggi si chiama “algoritmo” – prosegue – ed è complicata capirla perché è più subdola e complessa rispetto al passato. La censura, coadiuvata poi da una narrativa selettiva dei dati e dei fatti, tenta a selezionare il contenuto che conviene rendere virale, per scartare invece quello che non è tenuto ad esserlo. Si crea così l’humus adatto per lo sviluppo ulteriore di disinformazione. Infine, come se non bastasse, coloro che dovrebbero controllare questo scenario, cioè gli attori dell’informazione, si muovono anche attraverso pacchetti di azioni in social media che portano di conseguenza ad una ulteriore censura. La verità poi viene a galla quando non è più dannosa per il sistema. Oggi sappiamo che Israele è uno Stato genocida, ma nel frattempo è proseguita l’occupazione a Gaza e sono stati uccisi 68mila palestinesi, se non di più”.

Gli obiettivi di “Schierarsi”

L’associazione Schierarsi si prefigge l’obiettivo di sviluppare cittadinanza attiva attraverso una partecipazione dal basso che sia consapevole delle insidie del mondo contemporaneo, ma che abbia anche un’azione ben definita. La sua concretezza – infatti – si manifesta attraverso la possibilità di fare una legge di iniziativa popolare e –  attraverso una sempre più folta rete nazionale – predisporre una raccolta di 80mila firme presentate al segretario del Senato per il riconoscimento dello Stato palestinese. “Supportiamo ogni idea di mobilitazione – spiega Di Battista –. Sono sempre servite e hanno sempre cambiato le sorti di un paese. Anche oggi, credo che le mobilitazioni dal basso abbiano avuto un ruolo importante. Lo stato terrorista israeliano è infatti sempre più isolato. Molto probabilmente hanno spinto gli alleati a sollecitare un accordo di tregua in Palestina. Non di pace, a mio avviso, ma di tregua. La pace comporterebbe il riconoscimento dello Stato palestinese, cosa che ancora fatica molto ad accadere”.

Di Battista: “Dove siamo collocati in Sicilia? Non credo più alle categorie”

Una comunità sempre più ricca di iscritti, una rete nazionale nostalgica dei metodi aggregativi del primo Movimento 5 Stelle, così diverso dalla stagione in cui Di Battista stesso prese le distanze. “Non siamo un movimento politico –  tiene di nuovo a precisare –. Per adesso, vogliamo salvaguardare il progetto da qualsiasi rischio, ma allo stesso tempo sentiamo un senso di responsabilità. Decideremo che cosa fare e che tipo di futuro dare a questa associazione, pur sapendo che schierarsi ha una sua utilità adesso”.

Infine Di Battista si esprime su argomenti locali, condividendo le perplessità di tanti siciliani sulle questioni legate a infrastruttura e sanità della Regione Siciliana, temendo che la situazione sia decisamente peggiorata in questi anni sotto il governo Schifani. “In che spazio politico collocare Schierarsi? Non credo più nelle categorie – conclude Di Battista –, credo che il bipolarismo sia una grande truffa che con il principio dell’alternanza spinge i vari schieramenti ad assomigliarsi sempre di più e, di contro, a dividere l’opinione pubblica”.

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