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Vigilanza negli ospedali, seduta di gara supplementare per chiarire i motivi di un’esclusione

Vigilanza negli ospedali, seduta di gara supplementare per chiarire i motivi di un’esclusione
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Convocati gli operatori economici per spiegare le motivazioni all’origine della decisione di escludere l’offerta presentata dalla società Etna Police.

“Il presidente della commissione di gara ha disposto una ulteriore seduta pubblica da effettuarsi il giorno 3 dicembre alle ore 10”. La nota stringata è apparsa la scorsa settimana sul portale della Centrale unica di committenza e riguardava la maxi-gara d’appalto indetta dalla Regione per affidare il servizio di vigilanza nelle strutture ospedaliere di tutta l’isola. Un affare che visto nel complesso pesa 139 milioni di euro e che è stato al centro di una procedura particolarmente articolata, con le offerte che sono state valutate sia dal punto di vista economico che tecnico e dove non sono mancate le polemiche.

All’origine della decisione di riconvocare i partecipanti – seppure in videoconferenza, modalità che in seguito al Covid è sempre più utilizzata dalle stazioni appaltanti per la celebrazione delle sedute di gara che un tempo richiedevano la presenza degli operatori economici negli uffici – è stata la necessità di chiarire ulteriormente una delle esclusioni che erano state decise nelle precedenti sedute.

La polemica sulle esclusioni

Al centro dell’appalto c’è uno dei servizi considerati più necessari all’interno delle strutture sanitarie. Le cronache da anni raccontano come la vita di chi vive in corsia – sia che si tratti di medici che di personale infermieristico – non sia per nulla sicura. Tanto nelle grandi città quanto nei piccoli ospedali di provincia il numero di aggressioni ha più volte attirato l’attenzione dei sindacati che hanno ribadito come sia necessario garantire non solo l’incolumità del personale sanitario, ma anche la possibilità per lo stesso di operare in serenità. Una condizione questa di cui beneficerebbe anche l’utenza finale.

La gara d’appalto è stata pubblicata dalla Regione a inizio aprile dello scorso anno e ha visto per tre volte la concessione di proroghe per la presentazione delle offerte da parte delle società del settore. Il primo rinvio è arrivato a metà maggio, poi altri due a giugno. Alla fine i termini si sono chiusi il 27 settembre del 2023, data a partire dalla quale si è aperto il lungo iter di valutazione delle offerte presentate per ognuno dei 18 lotti in cui è stata suddivisa la geografia della sanità siciliana.

Le regole del gioco prevedevano una serie di limiti alla concentrazione dei lotti nelle singole aziende, una scelta che la Regione ha giustificato con la possibilità di ampliare il mercato e che dovrebbe consentire a ogni aggiudicatario maggiori possibilità di assicurare una elevata qualità del servizio sia sul fronte della vigilanza armata che delle ronde richieste dal capitolato d’appalto.

https://qds.it/lutto-termini-imerese-morte-francesco-bartolone-mondialpol-security/Una volta disposte le aggiudicazioni non sono però mancate – come raccontato in anteprima dal Quotidiano di Sicilia – le polemiche da parte di chi è rimasto fuori dalla contesa: su tutti la Mondialpol, società con sede in provincia di Palermo, che ha visto le proprie offerte essere bollate come anomale.

In merito al concetto di offerta anomala va ricordato che il meccanismo alla base di tale valutazione è meramente tecnico e frutto di complicati calcoli matematici che tengono conto delle altre offerte presentate. Tuttavia, nel caso in cui un’offerta risulti anomala e non sia prevista l’esclusione automatica, alla ditta viene data la possibilità di giustificare i dettagli della propria proposta. Un passaggio che rimette alla figura del Rup la decisione di accettare o meno i giustificativi. Per quanto riguarda Mondialpol, le offerte presentate nei vari lotti sono state tutte escluse e la società della famiglia Campagna si è riservata di adire le vie legali.

Il caso dell’Asp di Agrigento

La seduta di ieri, tuttavia, ha avuto all’ordine del giorno un altro tema, seppure anch’esso legato a un’esclusione. Il responsabile unico del procedimento Giovanni Di Leo ha convocato gli operatori economici per spiegare le motivazioni all’origine della decisione di escludere l’offerta presentata dalla società Etna Police nel lotto comprendente le strutture dell’Azienda sanitaria provinciale di Agrigento. La proposta della società, che ha sede a Priolo Gargallo, era risultata non anomala e prima in graduatoria. Tuttavia l’aggiudicazione è andata alla Metronotte d’Italia.
“Lo scrivente rup ritiene che l’offerta risulti priva del requisito dell’affidabilità e ciò per le motivazioni sopra richiamate”, si legge in un verbale di metà novembre. All’origine di questa esclusione c’è un contratto d’affitto stipulato tra Etna Police e la società lombarda Pegaso Security di proprietà del 47enne di origini pugliesi Carlo De Nigris.

L’accordo tra le due società, sottoscritto la scorsa primavera, ha durato quinquennale, rinnovabile tacitamente per altri cinque a meno che una delle due controparti non decida di recedere. Tale formula, però, non è stata ritenuta sufficientemente sicura da garantire alla Regione la sicurezza che la vigilanza negli ospedali agrigentini sia assicurata per tutti i cinque anni dell’appalto, in quanto il rinnovo dell’affitto di Etna Police a favore di Pegaso Security avverrebbe con il contratto con la sanità ancora in essere.

“Nel caso in cui il contratto che disciplina l’affitto della azienda o di un ramo di essa preveda un termine di scadenza inferiore alla durata del contratto di appalto da eseguire può legittimamente essere disposta l’esclusione dell’operatore economico dalla procedura di gara poiché la stazione appaltante non può fare affidamento sulla sussistenza dei requisiti di partecipazione”, si legge nel verbale redatto ieri.