Carenza organico vigili del fuoco, "In Sicilia mancano 300 unità" - QdS

Carenza organico vigili del fuoco, “In Sicilia mancano 300 unità”

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Carenza organico vigili del fuoco, “In Sicilia mancano 300 unità”

Vittorio Sangiorgi  |
sabato 19 Febbraio 2022

Il Qds.it ha voluto approfondire la questione intervistando Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale USB Vigili del Fuoco.

Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ormai da anni, deve fare i conti con numerose problematiche. La paralisi pandemica ha aggravato la situazione, innanzitutto dal punto di vista dell’organico. Il Qds.it ha voluto approfondire la questione intervistando Carmelo Barbagallo, coordinatore regionale USB Vigili del Fuoco.

Carmelo Barbagallo

Le carenze d’organico: senza assunzioni rischio collasso

Il grave deficit nel numero del personale, spiega Barbagallo, è testimoniato dalle cifre: “Dovrebbe esserci un vigile del fuoco ogni 1000/1500 abitanti, invece attualmente ce n’è 1 ogni 15.000. Pertanto c’è una carenza corposa, aggravatasi a causa della pandemia che ha ritardato l’iter assunzionale. Al momento ci sono due graduatorie aperte, la procedura speciale e i precari storici dei vigili del fuoco, che sono all’interno del corpo proprio per colmare i vuoti d’organico e che, solitamente, venivano chiamati in causa durante le grandi emergenze come quella degli incendi boschivi. In Sicilia, prosegue, mancano circa 300 unità, in tutta Italia circa 8.000.
Bisogna anche considerare che, tra il 2022 e il 2024, ci saranno oltre 4.000 pensionamenti. Se non si interverrà con le assunzioni, smaltendo sia le graduatorie cui facevo riferimento prima che il concorso pubblico 250, ci sarà il collasso totale. Si verificherebbe una situazione di enorme difficoltà, come dimostrato da ciò che accade già adesso: in tutte le emergenze siamo già costretti a decidere chi salvare e chi deve aspettare. Il personale che attende lo sblocco delle assunzioni, spesso, è già parzialmente formato. Vista la situazione spesso e volentieri siamo costretti a chiudere caserme perché mancano gli operatori. In più il Covid, causa positività e quarantene, mette K.O. le sedi di servizio. Il personale straordinario richiamato in servizio è ormai ordinario”.

Tutele e riconoscimenti assenti: rivedere il CCNL

“Non abbiamo il riconoscimento delle malattie professionali, i vigili del fuoco si ammalano di mesotelioma pleurico (tumore che colpisce la membrana dei polmoni) e rischiano l’aritmia cardiaca. Il contratto attualmente in discussione, nella parte normativa, non interviene in maniera adeguata. Quindi noi, come organizzazione sindacale, rivendichiamo un contratto vero, che preveda veri riconoscimenti per i vigili del fuoco. Fondamentale è anche la questione previdenziale, che va inserita all’interno del contratto al posto di quella complementare esterna a pagamento. Quando si va in pensione lo stipendio viene ridotto di oltre il 40%: si passa da 1700/1800 a 130o euro. Le congratulazioni e i complimenti dei politici dopo ogni evento servono a poco. Perché poi tutto svanisce e noi rimaniamo con le nostre problematiche”.

L’assenza di mezzi adeguati alle emergenze

“Un altro grosso problema, aggiunge Barbagallo, riguarda i mezzi a nostra disposizione. Il clima e gli eventi atmosferici hanno evidenziato come si debba investire su mezzi all’avanguardia. Penso a quelli boschivi o alluvionali, perché attualmente non abbiamo sezioni operative idonee al 100%. Ma penso anche ai mezzi per le squadre USAR, che svolgono attività di soccorso tra le macerie. Di recente il parco mezzi è stato rimpinguato, ma mancano quelli fondamentali per determinate emergenze, che ci garantirebbero interventi tempestivi. Chiediamo all’amministrazione di intervenire e di pensare ai lavoratori che, quotidianamente, non si sottraggono al loro dovere di soccorso”.

Il nodo stipendi

“Questione stipendi? Qualcosa è cambiata negli anni, sono state apportate piccole migliorie. Tuttavia rimaniamo sempre all’ultimo posto rispetto agli altri corpi dello stato. Noi, però, non vogliamo essere riconosciuti per somigliare ad altri, ma per ciò che siamo. Il Vigile del Fuoco, conclude il coordinatore regionale USB, è unico nella propria categoria, è diventato la colonna portante della repubblica italiana. Siamo impegnati ogni giorno in tutte le emergenze, anche se non siamo inquadrati dalle telecamere perché ci stiamo ‘ sporcando le mani’, perché stiamo cercando di salvare il maggior numero di vite umane”.

Vittorio Sangiorgi

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