Violenza di genere, in Sicilia spazi per l’accoglienza ridotti al lumicino - QdS

Violenza di genere, in Sicilia spazi per l’accoglienza ridotti al lumicino

Michele Giuliano

Violenza di genere, in Sicilia spazi per l’accoglienza ridotti al lumicino

sabato 09 Luglio 2022

0,05 case rifugio ogni 10mila donne, 0,10 per i centri antiviolenza

In Sicilia, ci dice l’Istat, ci sono appena 0,05 case rifugio ogni 10 mila donne. Un numero troppo piccolo per un fenomeno, quello dei maltrattamenti in ambito familiare, che sta crescendo in maniera preoccupante.
I centri antiviolenza sono poco più: in questo caso, il tasso cresce allo 0,10. Tra le regioni, per quanto riguarda le case rifugio, peggio della Sicilia solo Campania, Lazio e Trento; se si guarda ai centri antiviolenza, invece, numeri inferiori a quelli siciliani solo per Basilicata, Lazio, Marche e Trentino.
I numeri delle case rifugio sono molto più alti in Lombardia, dove questo tipo di strutture sono quintuplicate rispetto alla Sicilia, e così anche il Friuli Venezia Giulia, mentre il maggior numero dei centri antiviolenza si registrano in Umbria, più del doppio che in Sicilia, e ancora di più in Molise.
Pochi, insomma, gli spazi di accoglienza e ristoro per tante donne costrette a vivere situazioni di disagio e difficoltà, in una regione ai vertici della classifica dei reati di violenza contro le donne.

L’Isola, secondo l’analisi dei dati del dipartimento della Pubblica sicurezza, realizzata dal Servizio analisi criminale della direzione centrale della Polizia criminale (criminalpol), è al primo posto in Italia per reati di stalking e maltrattamenti in famiglia. A fronte di un’incidenza media nazionale di 29,04 reati commessi per 100 mila abitanti, in Sicilia tale valore sale ben al 42,84, seguita da Campania (41,57), Puglia (37,57) e Calabria (36,59). Anche nei maltrattamenti contro familiari e conviventi la Sicilia rimane in vetta: contro una incidenza nazionale media di 37,43 reati per 100 mila abitanti, in Sicilia si sale al 50,92, seguita da Campania (49,78) e Lazio (44,02).

Tra i dati più allarmanti, quello relativo al revenge porn, aumentato del 45% rispetto al 2020; la Sicilia è una delle regioni dove si è registrato il maggior numero di violazioni. In forte crescita anche le lesioni al viso, con un +35%. In Sicilia, inoltre, si registrano 585 casi di violazioni dei provvedimenti di allontanamento della casa famiglia e dei divieti di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.

Nulla di rilevante, invece, per quanto riguarda le violenze sessuali: 8,27 ogni 100 mila abitanti è la media nazionale, che sale in Emilia Romagna (13,47), Liguria (11,32) e Friuli Venezia Giulia (10,2); i valori più bassi si registrano in Calabria (5,12), Basilicata (5,45) e Abruzzo (5,66). Nonostante l’analisi dei dati sul territorio siciliano ci parli di una condizione di violenza diffusa, il numero medio di pernottamenti per donna per casa rifugio è di appena 86 giorni, il dato più basso in Italia solo dopo la Calabria (67).
A livello nazionale, in Italia si registrano meno femminicidi ma crescono nel quadriennio 2018-2021 i cosiddetti “reati spia”: stalking, maltrattamenti e violenze sessuali. I numeri, indica la Criminalpol, confermano “la necessità di riservare alla violenza di genere la massima attenzione, non solo nella prevenzione e nel contrasto, ma anche nel supporto alle vittime e nelle campagne informative mirate a rimuovere quegli ostacoli socio-culturali che, prevedibilmente, faranno sì che il fenomeno persista anche nel prossimo futuro”. Nel 2020 sono 54.609 le donne che hanno contattato almeno una volta i centri antiviolenza, 3.964 in più rispetto al 2019. La percentuale di donne straniere in carico è del 27,7%.
Nel 2021, poi è proseguito l’incremento del numero di chiamate valide al numero 1522, il numero antiviolenza disponibile 24 ore su 24: in totale 36.036, pari a +13,7% rispetto al 2020 (31.688). Le vittime inviate dal 1522 ai centri antiviolenza per regione sono il 90,1%, quelle inviate alle case rifugio lo 0,9%, alle forze dell’ordine il 5,8%.

Michele Giuliano

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