Dopo qualche caso fatale riscontrato negli ultimi mesi in Italia, arriva la tredicesima vittima del West Nile nella penisola (6 solo nel Lazio). A perdere la vira una donna di 83 anni di Pontinia, nuovamente nel Lazio, morta all’ospedale di Latina dopo essere stata ricoverata lo scorso 24 luglio a seguito della presenza del virus che, come emerso, aveva riportato come effetto quello di pluripatologie concomitanti.
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La donna, da subito ricoverata in gravi condizioni dopo essersi recata al “Goretti” di Latina, è deceduta in ospedale nel reparto di terapia intensiva. Si tratta della tredicesima vittima in Italia, la sesta a morire per il virus nel Lazio.
Il virologo Burioni e l’intervento sul West Nile. Cosa sappiamo
Il virologo Roberto Burioni parla dei casi di contagio del virus West Nile in Italia. “Abbiamo pronta la soluzione per risolvere il problema: fare sul serio nella lotta contro le zanzare. Chiariamo bene la questione: non è un’emergenza, per fortuna. Però un problema c’è”, avverte l’esperto.
“Non ci sono vaccini”
“Non abbiamo vaccino, non abbiamo una cura, ma abbiamo pronta la soluzione per risolvere il problema: fare sul serio nella lotta contro le zanzare. Sottovalutando, minimizzando, dicendo che è una malattia lieve o che muoiono solo quelli già malati (non è vero), il problema non se ne andrà da solo”, scrive su Facebook.
Primo caso di West Nile in Sicilia. Si trova ricoverato in terapia intensiva nel reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale Cannizzaro di Catania, un 74enne di Caserta. Le sue condizioni sarebbero gravi.
A Trapani sorveglianza rafforzata
Dopo il primo caso verificatosi in Sicilia, l’Asp Trapani ha rafforzato le misure preventive e di sorveglianza per il West Nile Virus, un’infezione virale trasmessa nell’uomo da zanzare del genere Culex (come la zanzara comune); non si trasmette invece da persona a persona. “Non siamo in una situazione di allarme nella nostra provincia – spiega Roberto Messineo, direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria dell’ASP Trapani – ma la salute animale ha rilevanti refluenze sulla salute umana e la possibile diffusione sul territorio nazionale di arbovirus richiede, come sottolineato anche dal Ministero della Salute, un approccio preventivo multidisciplinare basato sull’integrazione di professionalità differenti della Sanità pubblica: medici, veterinari, biologi ed entomologi”.

