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Zona Industriale, Busi Ferruzzi al QdS: “Riqualificazione una svolta, basta ritardi”

Zona Industriale, Busi Ferruzzi al QdS: “Riqualificazione una svolta, basta ritardi”
Maria Cristina Busi Ferruzzi al QdS

“L’obiettivo è un ecosistema che renda la zona industriale e portuale di Catania un vero punto di riferimento per il Mediterraneo”.

50 milioni di euro. Questi i fondi della linea di intervento “Infrastrutture per le imprese” della programmazione Fsc 21/27 che la Regione Siciliana ha ufficialmente destinato, qualche settimana fa, per la riqualificazione della rete viaria della Zona Industriale di Catania. Una vera e propria boccata d’ossigeno, sì, per uno snodo cruciale dal punto di vista commerciale della città dell’Elefante, in troppi tratti in stato di degrado nonchè privo di sicurezza e cura adeguate. Come documentato dal nostro giornale, si pensi ad esempio alle condizioni disastrose del Ponte dell’VIII strada, chiuso da mesi e pericolante o anche agli interminabili lavori che hanno di fatto reso inaccessibile il tratto centrale dell’Interporto, rallentando o addirittura paralizzando il lavoro delle attività presenti in loco con tutte le catastrofiche conseguenze economiche del caso. Gli interventi, il cui termine è stato fissato per giugno 2026, puntano così a rigenerare l’intera zona, puntando sul rifacimento dell’intera rete stradale – per un totale di 26 chilometri -, la manutenzione straordinaria dei canali di scolo e sulla sistemazione del verde urbano.

L’intervista a Maria Cristina Busi Ferruzzi (Presidente Confindustria Catania)

Il Quotidiano di Sicilia, proprio sulla questione relativa alla Zona Industriale, ha interpellato la presidente di Confindustria Catania, Maria Cristina Busi Ferruzzi, la quale con garbo e disponibilità ha risposto alle nostre domande.

Presidente, Le chiedo innanzitutto in che modo Confindustria Catania ha accolto la notizia dello stanziamento ufficiale di 50 milioni di euro dalla Regione per la riqualificazione della Zona Industriale di Catania.

“È una svolta fondamentale. Questo finanziamento non solo risponde a richieste che abbiamo avanzato da anni, ma segna l’inizio di un cambio di paradigma: finalmente le istituzioni sembrano aver compreso il valore strategico della nostra zona industriale come motore di sviluppo. Grazie al nostro lavoro con l’assessorato alle Attività produttive e l’amministrazione comunale, molti interventi essenziali – dal rifacimento della viabilità alla manutenzione dei canali di scolo, fino alla riqualificazione del paesaggio – sono entrati nel piano delle opere. Certo, non si risolvono decenni di incuria con un singolo intervento, ma è un primo passo decisivo verso una visione integrata e concreta per rilanciare l’area”.

Tante sono le problematiche presenti nella Zona Industriale: si pensi ad esempio, come documentato dal Quotidiano di Sicilia, al ponte dell’VIII strada, chiuso e pericolante, e alla zona dell’Interporto, bloccata da lavori che si protraggono da mesi e che vanno a inficiare sulla regolarità delle attività presenti in zona. Qual è la posizione di Confindustria Catania a riguardo?

“Il degrado che soffriamo da anni non si risolve in pochi giorni, ma non possiamo più accettare ritardi. Abbiamo sollecitato con forza le istituzioni e restiamo in dialogo costante con Irsap e amministrazione comunale. La frammentazione delle competenze rallenta i tempi, ma non possiamo perdere di vista l’obiettivo: superare queste criticità e restituire all’area il suo pieno potenziale. I disagi attuali non devono diventare la norma”.

Quali sono gli interventi più urgenti per la riqualificazione della Zona Industriale di Catania a Suo parere?

“Serve un piano strutturale e immediato. La priorità è rifare le reti fognaria e idrica: è assurdo che nel 2025 ci siano aziende costrette a fare i conti con problemi di fornitura idrica. La sicurezza è un altro punto chiave: il sistema di videosorveglianza, che Irsap ci ha promesso a breve, deve entrare in funzione subito. Accanto a questi interventi, manutenzione regolare e riqualificazione devono diventare la norma, non più un’eccezione”.

Cosa si può fare, nel concreto, per sviluppare la Zona Industriale, Commerciale e Portuale di Catania, rendendola punto nevralgico del Mediterraneo a livello economico? Ci sono progetti in cantiere a riguardo? Voi di Confindustria Catania come vi state muovendo?

“Bisogna puntare su una strategia integrata e ambiziosa. Confindustria sta lavorando su più fronti: abbiamo siglato un protocollo con l’assessorato regionale alle Attività produttive per sostenere le imprese e attrarre investimenti; collaboriamo con l’università per formare talenti e competenze che servono alle aziende; e manteniamo un dialogo costante con l’amministrazione comunale. La Zona Economica Speciale è una grande opportunità, ma dobbiamo sfruttarla al massimo, creando un ecosistema che renda la zona industriale e portuale di Catania un vero punto di riferimento per il Mediterraneo. Non ci accontentiamo di interventi minimi: puntiamo a farne un polo di eccellenza”.

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