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Zone franche montane, strategia nazionale insufficiente per la Sicilia

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Zone franche montane, strategia nazionale insufficiente per la Sicilia

Roberto Pelos  |
lunedì 21 Marzo 2022

Approvato in fase preliminare dal Consiglio dei Ministri, il disegno di legge recante “Disposizioni per la valorizzazione e lo sviluppo delle zone montane” ma la Sicilia ha bisogno di ben altro

Approvato in fase preliminare dal Consiglio dei Ministri, il disegno di legge recante “Disposizioni per la valorizzazione e lo sviluppo delle zone montane” proposto dal Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Mariastella Gelmini.

L’obiettivo della norma è favorire la ripresa economica di tanti territori di montagna e contrastare lo spopolamento di queste aree che possono invece diventare una grande risorsa per il nostro Paese.

Cosa c’è all’interno del Ddl sulle Zone montane

La normativa intende portare avanti le seguenti misure: sanità di montagna, ovvero incentivi per i medici che operano nei comuni montani; scuola di montagna, che prevede agevolazioni per gli insegnanti che svolgono la loro attività nei comuni montani; i servizi di telefonia mobile e accesso ad Internet, gli incentivi a favore degli imprenditori agricoli e forestali, le agevolazioni fiscali a favore delle imprese montane “giovani”, la misura “Io resto in montagna”.

Strategia nazionale per la montagna italiana

Come si legge nel sito Internet “www.governo.it”, la Strategia Nazionale per la Montagna Italiana (Snami), verrà finanziata grazie al Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane (Fosmit) – in cui confluiscono le risorse del Fondo Nazionale per la Montagna e del Fondo Integrativo per i Comuni Montani – per il quale, l’ultima Legge di Bilancio ha previsto lo stanziamento di 100 milioni per il 2022 (prima erano 29,5 milioni) e 200 milioni a decorrere dal 2023.

Nelle zone di montagna siciliana in atto una desertificazione imprenditoriale e umana

“Accogliamo con favore il Ddl “Disposizioni per la valorizzazione e lo sviluppo delle zone montane”, proposto dalla Ministra Gelmini. Tuttavia, per le Terre Alte di Sicilia non è bastevole a invertire il fenomeno di desertificazione imprenditoriale e umana in atto”. Lo ha dichiarato in un comunicato, Vincenzo Lapunzina, presidente regionale dell’Associazione Zone Franche Montane che ha aggiunto: “Riteniamo che in Sicilia l’unica strada percorribile sia quella della conclusione dell’iter istitutivo delle Zone Franche Montane, misura di politica economica approvata dall’Ars il 17 dicembre 2019, che sta segnando il passo al Senato per un’incomprensibile presa di posizione del governo Musumeci.

La misura fiscale proposta alle Camere, dal governo Draghi e destinata alle zone montane d’Italia, per la parte che riguarda gli operatori economici, si tradurrebbe in credito d’imposta. Per potere utilizzare questa agevolazione occorre un debito fiscale pari al credito ottenuto e come tale compensabile. Quindi, se preliminarmente non si è investito, non si può generare una posizione fiscale negativa e non si potrà ottenere il credito d’imposta.

Le Terre Alte di Sicilia, per la specialità statutaria della regione, potrebbero puntare molto più in alto e diventare attrattive per investimenti che produrrebbero posti di lavoro, quindi ragioni concrete per restare in montagna. Abbiamo già una legge, al Senato aspettano da mesi che il presidente Musumeci accetti la formulazione che gli uffici della Ragioneria Generale dello Stato hanno delineato, interpretando le aspettative delle Commissioni di Palazzo Madama e del rappresentante del governo delegato a seguire la materia”.

Zone di montagna attrattive solo con la defiscalizzazione

Vincenzo Lapunzina sottolinea poi ai nostri microfoni: “Ben vengano le misure a favore della sanità, della digitalizzazione e delle scuole, ma per far sì che gli abitanti delle zone di montagna non le abbandonino occorre che siano attrattive e ciò diventa possibile con la defiscalizzazione, non con il credito d’imposta. È un cammino, quello per l’istituzione delle Zone Franche Montane, che dura da tempo e noi dell’Associazione crediamo ancora nella loro attuazione, ma sono necessarie risposte concrete”.

La posizione dell’Anci sulle Zone montane

Per gran parte diverso il parere dei rappresentanti regionali dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci).

“Nell’ultimo decennio  – ha detto il presidente Leoluca Orlando – abbiamo assistito all’avvio di un processo di desertificazione demografica che, oggi più che mai, necessita di provvedimenti e di uno stanziamento di risorse immediati che garantiscano, servizi efficienti, fiscalità di vantaggio e infrastrutture adeguate. Salvare l’identità culturale di questi luoghi, incentivare l’attività imprenditoriale, ottimizzare la rete dei servizi, soprattutto in ambito scolastico e sanitario, è  un atto dovuto alle nuove generazioni.

Per  innescare un cambio di tendenza e per evitare che questo stato di abbandono diventi irreversibile sono necessarie  azioni mirate e provvedimenti urgenti. Ci auguriamo adesso – conclude Orlando – che il Parlamento faccia la sua parte approvando definitivamente la norma”. 

Filippo Dolce è coordinatore dei piccoli comuni per l’Anci Sicilia, membro della Consulta Nazionale dei piccoli comuni e della Commissione Anci-Montagna all’interno della Consulta stessa. “I comuni siciliani – ha detto – accolgono di buon grado l’approvazione del Ddl. È una delle prime volte che il governo interviene in modo organico e con un metodo di politiche differenziate, a favore dei piccoli comuni che insistono nelle aree montane.

Primo passo per arginare lo spopolamento

Seguirò l’iter di questo disegno di legge, insieme agli altri coordinatori regionali Anci, affinché il Parlamento lo approvi al più presto. Sarebbe un primo passo importante per arginare lo spopolamento dei piccoli comuni montani e garantire la sopravvivenza di questi comuni e la dignità dei diritti dei cittadini che, con amore, abitano questi territori.

Non ci fermeremo fino a quando non saranno garantiti tutti i diritti e i servizi essenziali che contraddistinguono una società moderna. I vantaggi della normativa per la Sicilia riguardano tra l’altro le scuole, come gli incentivi economici a favore degli insegnanti intenzionati a lavorare nei piccoli comuni; forme d’incentivazione per la sanità di montagna ed in particolare per i medici che prestano la loro attività nei comuni montani; c’è poi la misura “Io resto in montagna”, i servizi di telefonia mobile e accesso ad Internet, il credito d’imposta per le imprese che aprono un’attività nei comuni montani”. 

Roberto Pelos

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