Luigi Croce commissario regionale. Una nuova era per Palazzo Zanca - QdS

Luigi Croce commissario regionale. Una nuova era per Palazzo Zanca

Francesco Torre

Luigi Croce commissario regionale. Una nuova era per Palazzo Zanca

giovedì 13 Settembre 2012

Ex procuratore capo di Messina e Palermo. Per la Città dello Stretto una nomina di altissimo profilo. L’eredità economica di Buzzanca: in 4 anni un buco di bilancio di quasi 20 mln €

MESSINA – Il commissario regionale che guiderà Palazzo Zanca fino alle prossime elezioni amministrative sarà Luigi Croce, l’ex procuratore capo di Messina e Palermo, andato da poco in pensione. La decisione è stata presa nelle scorse ore dall’assessore regionale alle Autonomie locali Nicola Vernuccio, ma c’è chi giura che il suo zampino l’ex presidente Lombardo lo abbia messo eccome.
Croce, la cui nomina di altissimo profilo ha raccolto consensi unanimi, si insedierà già entro la fine della settimana, ponendo fine all’interregno di Orazio Miloro.
Molti i problemi che il neo commissario dovrà affrontare nei mesi che mancano alle prossime amministrative. Tra tutti, un posto di rilievo lo avrà senz’altro la situazione economica dell’Ente, che ha già sforato il Patto di stabilità nel 2011 e rischia di ribadire il pessimo risultato anche nel 2012. Almeno stando alla relazione dei revisori dei conti (nel box i dettagli). Ma quale eredità ha lasciato Buzzanca al commissario? Cosa ha fatto in questi 4 anni dal punto di vista economico per Palazzo Zanca?
2008. La situazione economica dell’Ente trovata da Buzzanca il giorno del suo secondo insediamento in qualità di sindaco non è del tutto negativa. Il bilancio consuntivo 2007, infatti, si chiude con un avanzo di 17 milioni di euro. A preoccupare, però, sono i numeri da brividi delle partecipate, che Buzzanca promette di razionalizzare durante il suo mandato.
2009. In marzo l’assessore Miloro ufficializza il dato dei debiti fuori bilancio: 52 mln di €. Come mai non sono emersi nel bilancio consuntivo? Facile. Perché in entrata sono stati azzerati dalle previsioni per la dismissione degli immobili comunali, così come verrà fatto negli anni a venire, anche se la procedura sarà sempre ritenuta “illegittima” dalla Corte dei Conti. Miloro attua una politica di risparmi sulle spese ordinarie e propone l’innalzamento di alcune tasse, tra cui la Cosap. E il consuntivo, comunque, si chiude con un avanzo di 2,4 mln di euro e il rispetto del Patto di stabilità.
2010. Le negatività avanzano, come le prescrizioni della Corte dei Conti. Se il bilancio 2009 era “illegittimo”, quello del 2010 risulta “addirittura in peggioramento”. Troppe spese e troppi debiti fuori bilancio. Il Piano di dismissione degli immobili non porta nemmeno un euro. Le partecipate non vengono razionalizzate. E il dissesto sembra dietro l’angolo…
2011. Entra in vigore l’Ecopass. Si prova a chiudere MessinAmbiente, si mettono le mani nell’Ato3 e soprattutto nell’Atm, per la quale inizia l’iter di trasformazione in Spa, ancora non concluso. Guardando ai bilanci, è l’annus horribilis dell’amministrazione. Le spese anticipate per lo svincolo di Giostra-Annunziata portano allo sforamento del Patto di stabilità, e con esso a procedure obbligatorie per ridurre il debito. Per la prima volta il consuntivo è negativo: meno 2,3 mln €.
2012. Viene varato il Piano triennale di rientro dal debito, con aumento di aliquote Tarsu, Imu, Enel. Il Governo pone la città al 2° posto dei “pigs” e la multa per 7 mln €. E per i revisori dei Conti persiste il rischio di sforare il Patto di stabilità.
In bocca al lupo, commissario!
 

 
Aumenti in vista. Cittadini vessati per far quadrare i conti pubblici

MESSINA – La nota del presidente del Collegio dei Revisori dei conti, Dario Zaccone, porta la data del 27 agosto e un contenuto allarmante: il saldo finanziario negativo del Comune è pari a oltre 62 mln di €, mentre l’obiettivo stagionale (anche a causa dello sforamento del Patto di stabilità nel 2011) era di più 15 mln. Per il ragioniere generale Ferdinando Coglitore e il dirigente Giovanni Di Leo il dato è parziale e non tiene conto dei tanti crediti da riscuotere entro l’anno.
In ogni caso, comunque, i due nei giorni scorsi hanno suggerito al sindaco pro tempore Orazio Miloro, ormai sostituito dal neo commissario Luigi Croce, l’aumento delle aliquote Imu, peraltro previsto dal Piano triennale di rientro del debito varato a febbraio. Quanto peserà l’aumento sui contribuenti? Impossibile dirlo adesso, ma la crisi di Palazzo Zanca è nera e servono misure correttive serie e credibili.
Riuscirà il commissario nell’impresa?

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