“Sono convinto che occorre dare un segnale tangibile apportando correttivi ai costi della politica con forti segnali anche sulla semplificazione istituzionale. Se si presentano degli squilibri è corretto che siano sanati. Ora è sicuramente giunto il momento di mettere ordine. I nostri dipendenti sono 246, i dirigenti sono 54. Mi impegno a considerare una revisione delle indennità degli stipendi dei dirigenti, delle forniture e dei contratti di servizio. Si toccano cifre pari a 157 milioni di euro, dunque sarebbe il caso rivedere il bilancio”.
“Bisogna valutare se “l’aggancio” serve a tutelare i privilegi o garantire i privilegi dell’Assemblea. Quindi bisogna capire, qual è l’indirizzo che si vuole dare all’equiparazione, e se si tratta di salvaguardare i privilegi, allora non va bene. Rispetto al passato, come raccontano i veterani, si sono presentati dei problemi che hanno riguardato il prestigio e la rappresentatività dell’Assemblea: possiamo dire che in seno ad essa ci sono delle sofferenze d’identità e di un appannamento di immagine. Ma in un certo senso i nostri problemi si focalizzano su cifre altissime di miliardi di euro.
La mia azione consiste nell’incidere in modo chiaro e netto sugli stipendi di tutti, ma l’idea di lasciare l’equiparazione dell’Assemblea al Senato è un sistema che condivido. Una puntualizzazione è semmai importante e riguarda la specificità e l’orientamento dell’equiparazione, ovvero fare la distinzione di valore tra un’equiparazione economica da una di prestigio. Questo è il mio progetto”.
“Il Deputato segretario è responsabile delle procedure di voto, delle votazioni dell’ordine di chiamata e dell’ordine dell’Assemblea. La composizione originale dell’Assemblea prevede la figura di tre Segretari i quali collaborano con il Presidente nello svolgimento delle sedute, anche perché un solo segretario non riuscirebbe a smaltire da solo tutto il lavoro, se consideriamo che le sedute spesso si protraggono anche per undici ore. La composizione dell’Assemblea prevede inoltre un allargamento con ulteriori segretari supplenti, tre più tre, giacché vige il principio che tutti i Gruppi parlamentari devono esservi rappresentati. I tre deputati supplenti non fanno parte dell’ufficio di segreteria per diritto”.
“Il voto segreto è un punto sicuramente da rivedere e modificare, non sono affatto d’accordo. In genere come è previsto sono effettuate a scrutinio segreto le votazioni riguardanti le persone, quelle che incidono sui principi e sui diritti di libertà, sui diritti della famiglia, ma non sono più periodi adatti che possono contemplare soluzioni di questo tipo. Poi si potrebbe pensare alla questione del contributo ai Gruppi, e poi ritorniamo agli stipendi, per quel che riguarda la trasparenza come abbiamo detto già. Si può anche pensare di evitare l’ostruzionismo per intervenire più puntualmente in Assemblea. Un’altra questione è controllare i tempi e i modi per i disegni di legge e come vengono convocate le Commissioni”.
“La sessione del Bilancio è già avviata, bisogna puntare sulla burocrazia. Per di più incide molto la vicenda dei dirigenti esterni perché costano circa 240 mila euro lorde. Il Bilancio entro il 30 aprile si deve approvare, altrimenti scatta la tagliola dell’art. 8. Da questo punto di vista sia il Presidente Ardizzone, sia l’Ufficio di Presidenza e i Gruppi parlamentari sono tutti d’accordo che non arriveremo all’ultima notte. Ce la faremo e sono molto ottimista. Nella finanziaria saranno presi in considerazione dei tagli mirati incidendo sugli sprechi per incrementare e garantire anche la crescita. In Commissione attività produttiva si è discusso sulla categoria dei forestali per evitarne il proliferare”.
La bozza del Bilancio 2013 prevede entrate per 16miliardi: uscite correnti per circa 15miliardi, e spese per investimenti per 1 miliardo, ciò significa bloccare i fondi europei. Non si può innestare lo sviluppo se non si tagliano le spese, no?
“Ma è anche vero che non si può innestare un sistema di “macelleria sociale”: è facile tagliare i precari degli enti locali, rientriamo con i soldi ma creiamo ulteriori disagi. Credo che troveremo la formula giusta per recuperare le somme per gli investimenti: somme per l’agricoltura e il turismo che, per esempio, non sono stati utilizzati”.
“La finanziaria non può risolvere tutti i problemi. Per esempio la green economy purtroppo in Sicilia non prende piede, a differenza della Calabria e della Basilicata. In Sicilia l’eolico è fermo, il fotovoltaico non si è più realizzato, il conto energia è ormai scaduto, abbiamo perso opportunità di risparmio enorme”.
“Non c’è stata una vera e propria programmazione: nel 2001 hanno istituito le Ato, il 2003 è stato padre di consorzi milionari, siamo alla fine. Tutte le Ato sono indebitate perché si è convinti che tutto si risolva con la Tarsu tutta a carico del cittadino. La Sicilia sta affogando, ci sono tantissimi ricorsi a ruolo, mentre chi ha creato discariche si arricchisce. Non sono soluzioni immediate ma sicuramente la crisi deve essere arginata”.
“Il problema delle sanatorie dipende dalla disponibilità economica: la gente che ha pagato non ha i pareri. Praticamente l’Assessorato territorio e ambiente ha sollecitato i Comuni ad effettuare una scrematura, ma a tutt’oggi sono ancora circa 300mila le sanatorie non evase. Il problema più grave è la sanatoria n 326/2003 che fa riferimento all’art. 32 della Legge nazionale e prevede l’inammissibilità della concessione edilizia in sanatoria in zone sottoposte a vincolo paesistico: ci ritroviamo in una situazione poco chiara in quanto il 70% della Sicilia è sottoposta a vincolo paesistico, quindi o si toglie il vincolo paesistico oppure non si può rilasciare sanatoria. Occorre uno sblocco”.