Integratori alimentari, presentate le linee guida per un uso corretto - QdS

Integratori alimentari, presentate le linee guida per un uso corretto

Giuliana Gambuzza

Integratori alimentari, presentate le linee guida per un uso corretto

martedì 26 Marzo 2013

Alta concentrazione di sostanze nutritive ma non sostituiscono una dieta varia

CATANIA – Non sono dimagranti, ma aiutano nelle diete ipocaloriche. Sono alimenti e non farmaci. Considerati così, gli integratori possono rientrare negli stili di vita salutari. Le linee guida per un uso corretto di queste sostanze sono contenute nel “Libro Bianco”, presentato di recente alla fiera nazionale del consumo critico “Fa’ la Cosa Giusta” di Milano. Autori: Aiipa, l’associazione delle industrie alimentari, e Federfarma (che riunisce i titolari di farmacia), sezione del capoluogo lombardo. Sui loro siti è scaricabile il manuale, venti pagine su quadro normativo, pubblicità e luoghi comuni da sfatare.
L’esigenza di fare chiarezza nasce dal fatto che, nonostante la crisi economica, il settore rimane in crescita: +2,7 percento nel 2012, secondo l’indagine GfK Eurisko per Federsalus. Ed è in continua evoluzione. “Il panorama degli integratori alimentari si fa sempre più vasto sia dal punto di vista legislativo sia in termini di offerta di prodotti”, puntualizza Paolo Vintani, vice presidente di Federfarma Milano. “In questo contesto, diventa indispensabile la figura del farmacista come riferimento del cittadino per guidarlo in una scelta consapevole”.
Come da indicazioni obbligatorie sulla confezione, gli integratori non sostituiscono una dieta varia. Rispetto ai farmaci, non curano malattie e non le prevengono. Non a caso è vietato attribuire al prodotto proprietà terapeutiche o preventive a scopo pubblicitario. Né gli integratori vanno confusi con i veri e propri alimenti dietetici, perché non sono destinati a soddisfare specifiche esigenze nutrizionali o condizioni fisiologiche, come quelle di bambini piccoli, sportivi, celiaci e persone sovrappeso.  
In base a una direttiva europea del 2002, recepita in Italia due anni dopo,  sull’etichetta degli integratori devono essere riportate le categorie delle sostanze che li caratterizzano – nutritive come vitamine e probiotici oppure salutistiche, per esempio gli estratti vegetali – e in che quantità esse sono concentrate nel prodotto. In più, va segnalata la dose giornaliera da assumere per ottenere l’effetto desiderato, espressa in forme predosate (capsule, pillole, polveri in bustina, liquidi e simili).
Sono vietate espressioni che alludono all’incapacità di un’alimentazione equilibrata di fornire tutti i nutrienti necessari. Mentre il “tenere fuori dalla portata dei bambini” non esclude l’assunzione in età pediatrica: suggerisce agli adulti di non lasciare l’integratore incustodito, per evitare un’ingestione accidentale in quantità elevate da parte dei loro bambini. In ogni caso, sotto i due anni di età deve essere il pediatra a dare il via libera all’uso, salvo indicazione specifica in etichetta.
Quanto alla sicurezza per il consumatore, è il ministero della Salute a verificare le etichette e a chiederne eventuali modifiche. Gli stabilimenti nazionali di produzione e confezionamento degli integratori, invece, ricevono l’autorizzazione da Regioni e Aziende sanitarie locali. L’elenco di società e prodotti approvati è disponibile sul sito ministeriale, alla pagina “Alimenti particolari, integratori e novel food”.
 

 
Occhio agli slogan non dimostrati e alle promesse di dimagrimento
 
Definizioni pubblicitarie “scientificamente provate, ben definite e verificabili”. Niente “proprietà salutistiche o benefiche generiche”. Lo prescrive un Regolamento europeo del 2006, che pone anche altri divieti, come quello di suscitare timori nel consumatore o incoraggiare il consumo eccessivo di un integratore. Per poter essere usate, le espressioni che sponsorizzano il prodotto (“claim”) devono rientrare in quelle autorizzate dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) o rispettare le sue linee guida se, come le sostanze per il controllo del peso, riguardano riduzione del rischio di malattie o salute e sviluppo dei bambini. Ma non tutte le aziende lo fanno. L’ultimo stop, arrivato a dicembre scorso dall’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, riguarda Kilokal Armonia, un integratore prodotto da PoolPharma che prometteva di “aiutare a ridurre il calo del desiderio” e a “ritrovare l’equilibrio e l’armonia della coppia”. Tutte espressioni, spiega l’Istituto, prive di supporto scientifico. Secondo “ilfattoalimentare.it”, c’è poi un integratore a base di resveratrolo che continua a essere pubblicizzato come antiossidante, nonostante la comunità scientifica abbia dimostrato l’inefficacia del suo principio attivo.

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