Entro il 31 ottobre, saranno trasmesse le informazioni relative all’anno 2011, entro il 31 marzo 2014 saranno trasmesse le informazioni relative all’anno 2012, entro il 20 aprile di ogni anno saranno trasmesse le informazioni dell’anno precedente.
Tali informazioni non sono elaborate da persone fisiche, ma comunicate in automatico dalle banche dati degli Istituti di credito a quella dell’Agenzia delle Entrate. La quale farà dei controlli informatici da cui emergeranno i casi di contribuenti ipoteticamente non in regola. Tali casi verranno trasmessi alle sezioni territoriali dell’Agenzia per essere osservati in modo da chiedere ai contribuenti stessi spiegazioni sulle discrepanze.
I dati resteranno a disposizione dell’Agenzia per cinque anni, dopo di che, scaduto il termine per eventuali accertamenti tributari, potranno essere cancellati.
Quest’anno, l’Agenzia delle Entrate può retrocedere la sua analisi fino all’anno 2008; infatti, ha quattro anni, oltre quello della dichiarazione (2009), per procedere ad eventuali contestazioni, salvo il caso di reati fiscali per il quale il termine è raddoppiato.
Qualora l’Agenzia non procedesse a contestazioni relative all’anno 2008, entro il prossimo 31 dicembre, i redditi dei cittadini, delle imprese e delle società si considerano non più contestabili.
Comprendiamo un certo timore fra i cittadini per questo fatto nuovo, che però è vecchissimo nei Paesi fiscalmente più progrediti del nostro, come quelli del mondo anglosassone (per esempio Usa, Uk, Australia, Sudafrica e via enumerando). Ricordiamo che nel 1931 fu condannato a undici anni Al Capone, per reati fiscali, così demolendo il suo impero, quando né Fbi, né Cia, né altri organi dello Stato erano stati in condizione di incriminarlo.
I contribuenti italiani, nella stragrande maggioranza, pagano le imposte dovute, ma vi è un quarto di essi che evade totalmente o parzialmente le imposte, per un ammontare complessivo, stimato, in circa 130 miliardi di euro.
Basterebbe, inoltre, che gli oltre ottomila sindaci mettessero in moto i loro vigili, che sono centinaia di migliaia, per scoprire gli evasori. Basterebbe che si obbligassero le imprese a trasmettere telematicamente le proprie fatture all’Agenzia delle Entrate nello stesso momento dell’emissione. Basterebbe obbligare i commercianti ad inviare telematicamente gli scontrini all’Agenzia delle Entrate nel momento della loro emissione.
Basterebbe che il governo desse il via libera alla pubblicazione degli elenchi dei contribuenti con a fianco il reddito imponibile, comune per comune, per fare risaltare le vistose differenze fra redditi dichiarati e tenore di vita. Il Ministero dell’Economia controlla la Sogei, Società generale di informatica, titolare del sistema informativo fiscale.
È insopportabile che manchino nelle casse dello Stato i centrotrenta miliardi cui prima si accennava. Per questo motivo tutti i contribuenti onesti devono fare sentire il loro consenso all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza per la lotta agli evasori, pessimi cittadini.
I contribuenti onesti non hanno nulla da temere dall’osservazione dei propri movimenti finanziari tenuti nel sistema bancario. Va da sé, però, che la stessa Agenzia non ricominci una vecchia pratica, ormai desueta, che riguarda le contestazioni di tipo formale, non il contrasto all’evasione sostanziale e vera.
Nessuno dovrà avere interesse a che gli evasori non emergano e non vengano colpiti, ma tutti dobbiamo avere la serenità che l’azione di contrasto non solo non ci danneggia, ma ci favorisce, perché in prospettiva se tutti pagano ognuno di noi potrà pagare di meno. Naturalmente, tagliando gli enormi sprechi della Pubblica amministrazione e del ceto partitocratico.
