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Per l’Italia ci vuole la serotonina

Tagliare gli apparati non i servizi

Il Consiglio dei ministri di mercoledi 26 giugno ha varato un decreto legge col quale è stato rinviato l’aumento dell’Iva dal 21 al 22 per cento al primo ottobre, sono stati stanziati 1,5 miliardi per agevolare l’occupazione dei giovani (18-29 anni) ed altre misure, come l’ assunzione a tempo indeterminato di dipendenti (anche non giovani) in regime di cassa integrazione (Aspi) e di disabili.
Il percorso del governo Letta è estremamente stretto perché non può fare a meno di osservare alcune norme in vigore. Il pareggio di bilancio strutturale (Golden rule) obbligatorio dal primo gennaio 2014. Si discetta di sforare il 3 per cento di disavanzo annuale (differenza tra entrate e uscite), ma, secondo l’enunciata regola, non ci potrebbe essere neanche il disavanzo del 3 per cento .
Ricordiamo inoltre che, in marzo 2012, è stato firmato a Bruxelles il Fiscal compact, conseguente al patto Europlus firmato un anno prima. Fiscal compact significa che tutti gli Stati membri devono rientrare, entro 20 anni, nel parametro tassativo del 60 per cento del rapporto fra Pil e debito pubblico.

Il Fiscal compact entra in vigore il primo gennaio 2015. Se il rapporto rimanesse allo stesso odierno livello, bisognerebbe programmare un suo taglio di 50 miliardi l’anno per venti anni, a cominciare da tale data. Altro che nuove spese!
Non è pensabile che il Governo aumenti la pressione fiscale ulteriormente, data la soglia del 53 per cento.
Perciò non resta che un’unica via: tagliare la spesa pubblica improduttiva, il che significa tagliare gli apparati, si badi, non tagliare i servizi.
Ed è proprio qui che casca l’asino: gli apparati sono oggetto di privilegi incredibili. Gente che percepisce compensi, indennità, stipendi senza nulla rendere alla Pubblica amministrazione. Sono proprio costoro che resistono, ovviamente, alla propria eliminazione. Persone che hanno sempre approfittato della cassa pubblica e che ora debbono cercarsi un lavoro vero.
Con i tagli della spesa pubblica improduttiva si possono finanziare gli investimenti in nuove attività nei settori dell’agricoltura, dell’industria, del commercio e dei servizi, oltre che tagliare le due aliquote fiscali più basse per mettere più soldi nelle tasche dei cittadini meno abbienti, che spenderebbero subito.

 
Oltre ai fattori produttivi, agli incentivi, agli stimoli di varia natura, è indispensabile che il Governo, le Giunte regionali e quelle comunali diano l’esempio ai propri cittadini di guardare con un pizzico di ottimismo al futuro. Tradotto, significa che occorre distribuire fiducia nel futuro e un barlume di ottimismo sulle nostre capacità di superare questa crisi tremenda. Detto in termini medici occorre che i responsabili delle istituzioni dei tre livelli comincino a distribuire dosi massicce di serotonina.
La serotonina, come è noto, è un ormone che aiuta il sistema nervoso vegetativo e gli apparati digerente, dei bronchi ed altro. Ha rapporti con l’attività psichica, perché induce serenità e, detta in termini arcaici, fa vedere il futuro rosa.
Di questo c’è bisogno, di non incupirsi, di non deprimersi, di non piangersi addosso bensì avere la consapevolezza che il nostro Paese è solido, ha una struttura vastissima di piccole e medie imprese, che ci invidia tutto il mondo, una capacità di iniziativa formidabile e, soprattutto, un patrimonio archeologico, paesaggistico, naturalistico immenso che potrebbe essere sfruttato come vero e proprio oro blu.

Purtroppo la maggioranza dei cittadini è stata vessata per lunghi decenni da una casta politica e una casta burocratica egoiste, meschine, dalla vista corta, che hanno badato solo a se stesse, infischiandosene del bene comune e dell’interesse generale. Diversamente, il nostro Paese oggi non sarebbe nelle attuali condizioni disastrose, con un Pil che è diminuito in questi anni di oltre 106 miliardi: si è passati da 1.492 mld nel 2007 a 1.389 mld nel 2012 (Istat).
La resa dei conti è arrivata, i cittadini sono schifati da questa classe dirigente inadeguata, hanno protestato prima votando i grilletti e ora disertando in massa le urne. Non ne possono più di tutti questi partitocrati che vivono come parassiti a nostre spese. Cambio della guardia, fiducia nel futuro e nelle nostre capacità, ecco cosa ci vuole per risorgere ancora una volta. Sarebbe ora.