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Agrigento – Poligono Drasy di Porto Empedocle sotto i riflettori

Calogero Conigliaro

Agrigento – Poligono Drasy di Porto Empedocle sotto i riflettori

lunedì 27 Gennaio 2014

Nuovo botta e risposta tra ambientalisti ed Esercito in seguito al crollo di una falesia nei pressi dell’area. Nei giorni scorsi il caso è arrivato dinanzi alla Commissione Ambiente del Senato

PORTO EMPEDOCLE (AG) – Nel poligono Drasy, a poche centinaia di metri da Punta Bianca, continuano le esercitazioni dell’esercito. Così come continuano le polemiche sollevate dagli ambientalisti, che vorrebbero l’area sgomberata dai militari per potervi instaurare una riserva naturale orientata.
Proprio in quest’ottica il presidente dell’associazione Mareamico, Claudio Lombardo è stato nei giorni scorsi ascoltato in un’audizione tenutasi con i rappresentanti della Commissione Ambiente del Senato, con il presidente di quest’ultima, Giuseppe Marinello, che ha chiesto chiarimenti sulla questione.
Una questione complessa, quella legata alla zona militare, che aveva però già visto l’Esercito disponibile verso la Regione Sicilia e gli stessi ambientalisti nel trovare un’area sostitutiva in cui poter svolgere le esercitazioni per i 5.000 militari presenti in Sicilia.
Nel frattempo, proseguono le attività di bonifica e manutenzione dell’area, che nei giorni scorsi hanno permesso di scoprire la presenza di una discarica abusiva di materiale di risulta: in totale il IV Reggimento Genio guastatori di Palermo ha rimosso ben undici tonnellate di materiale che inquinavano il territorio del Demanio militare. Il tutto pochi giorni dopo l’ennesima polemica legata a una denuncia di Mareamico sul crollo di una falesia nei pressi del poligono Drasy, con gli ambientalisti che hanno nuovamente puntato il dito sui militari.
Accuse, queste che non sono affatto andate giù agli uomini del comandante della Regione militare Sud, generale Corrado Dalzini. “Riguardo alle accuse mosse recentemente – si legge in un comunicato stampa dell’Esercito – circa il presunto rapporto di causalità o concausalità tra impiego di mezzi blindati e frane nella falesia costiera agrigentina, si sottolinea che tali crolli si verificano anche in località differenti e molto distanti da Punta Bianca, come per esempio in località Scala dei Turchi, a oltre dieci chilometri di distanza in linea d’aria, e non sono in alcuna maniera da porre in relazione con le attività addestrative condotte dai mezzi blindati, che hanno un impatto sull’ambiente estremamente limitato”.
“L’impatto sulle strade, da parte di una Centauro – è scritto ancora nel documento reso pubblico dai militari – è paragonabile a quello di un grosso trattore agricolo, come se ne vedono molti nella zona. Va anche detto che l’ultima volta che i mezzi blindati hanno operato a Drasy risale ai primi dello scorso mese di dicembre, mentre il crollo si è invece verificato il 9 gennaio a seguito di svariate mareggiate che hanno interessato la costa agrigentina”.

Una zona fragile. La bellezza di Punta Bianca e la possibile valorizzazione

PORTO EMPEDOCLE (AG) – Non si ferma la lotta degli ambientalisti per ottenere la Riserva ambientale orientata di Punta Bianca. Una battaglia legittima che si pone l’obiettivo di offrire una maggiore tutela a spazi di rara bellezza.
Eppure è giusto ricordare che gran parte della costa in oggetto è a rischio idrogeologico, anche senza la presenza dei militari. In gran parte di questo perimetro è già in vigore un divieto di transito e balneazione, esattamente come in altre coste come lo Zingarello o nelle vicinanze di Capo Rossello. Per tale ragione, mentre la Riserva potrebbe portare una tutela dell’area, potrebbe molto meno influire sulla fruibilità turistica, a eccezione della stretta area di Punta Bianca vera e propria, che d’estate non viene interessata da esercitazioni militari.
Il rischio è quello di costruire l’ennesima cattedrale nel deserto, se non si comprenderà bene cosa sia realmente fattibile.

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