Interventi sulla Ss 115: anni di disagi e opera a poco meno del 60 per cento - QdS

Interventi sulla Ss 115: anni di disagi e opera a poco meno del 60 per cento

Andrea Pizzo

Interventi sulla Ss 115: anni di disagi e opera a poco meno del 60 per cento

martedì 13 Ottobre 2009

Sciacca (Ag). I tempi biblici dell’edilizia pubblica.
Consegna. I lavori dovrebbero essere ultimati entro sette mesi, ma sono tanti i motivi che spingono a non crederci. Primo fra tutti, un nuovo contenzioso fra Anas e ditte interessate.
Ripercussioni. Problemi per le auto e le ambulanze che si recano al Giovanni Paolo II, così come sono ingenti i danni economici piovuti sulle spalle dei commercianti della zona.

SCIACCA (AG) – Che l’esecuzione dei lavori per l’eliminazione degli attraversi a raso e la costruzione di quattro svincoli sopraelevati sulla statale 115 (costo 24 mln di € circa), sia in netto ritardo rispetto alle previsioni iniziali, ormai lo hanno capito tutti. Per rallentarli ancora di più, ci mancava solo un contenzioso fra l’Anas e le ditte esecutrici, che minacciano di fermare tutto se la stazione appaltante non corrisponderà loro delle somme concordate per la variazione dei costi in corso d’opera (il primo sciopero dei lavoratori, con annesso blocco del traffico veicolare sull’arteria interessata, è già avvenuto). Figuratevi se per una volta, in Sicilia, nella costruzione di opere pubbliche, tutto poteva filare liscio come l’olio.
Chi da tempo denuncia un’andatura blanda è la locale sezione della Cgil. Da qualche parte, però, seppur implicitamente, anche l’Azienda nazionale autonoma delle strade sembra ammetterlo. Ci riferiamo al sito internet dell’ente e precisamente alla sezione dedicata ai Lavori in corso. Cliccando sul link relativo all’appalto saccense, indicato come primo stralcio e inerente la parte di statale compresa fra i km 99 e 117+350, si può notare come, alla voce Avanzamento lavori, figuri la seguente percentuale: 59,58% (dato aggiornato al 3 agosto scorso, ma da allora poco è cambiato). In parole povere, a più di due anni dall’apertura del cantiere (la consegna all’impresa è avvenuta il 24 settembre 2007) e a quasi sette mesi dalla chiusura (la data di ultimazione fissata – come si legge nel portale Anas – è il 20 maggio 2010), si è ancora pressoché a metà dell’opera. Attenzione, nulla vieta che, con uno sforzo senza eguali nella storia degli appalti pubblici siciliani, il restante 40,52% del progetto possa essere realizzato entro il termine previsto. È questa la speranza di tutti.
Tuttavia, visto l’andazzo, essere ottimisti è assai difficile. Basti evidenziare i dubbi che aleggiano sulla data ufficiale di ultimazione delle opere. Comune e Cgil dicono il prossimo gennaio, l’Anas, come abbiamo visto sul suo sito, parla del mese di maggio.
“Qui ci sono altri due anni di lavoro” ha, invece, risposto un operaio impiegato nel cantiere a un giornalista di una tv locale. La solita “improvvisazione” made in Sicily. Peraltro, il numero degli operai, 50, pare non essere sufficiente. Tanto che alcune parti del cantiere sembrano ferme.
Nel frattempo, in città, i disagi continuano. Agli arcinoti danni economici subiti dagli operatori commerciali della zona e ai pericoli per gli automobilisti, si sono aggiunte le difficoltà, per ammalati e ambulanze che arrivano dalla zona occidentale delle città e dai comuni limitrofi posti ad ovest, di raggiungere l’ospedale Giovanni Paolo II.
Problemi che, stranamente, né le ditte, né l’Anas sembrano riscontrare. Di recente, la Cgil prima e la Giunta comunale dopo (quest’ultima con una lettera all’Anas Sicilia), insieme all’opposizione, hanno chiesto che venga dato un impulso ai lavori. Si attendevano risposte immediate e, soprattutto, interventi concreti. Ma nulla.
Adesso, lo scenario che si prefigura è l’ennesimo rinvio, a causa della diatriba sorta fra appaltante e appaltatore. Anche il presidente del Consiglio comunale, Filippo Bellanca, alla luce dei ritardi, alcune settimane fa, ha fatto la sua parte. Ha inviato una lettera al direttore regionale dell’Anas, Ugo Di Bennardo, e lo ha invitato a venire a Sciacca per un sopralluogo nell’area del cantiere, al fine di verificare la possibilità di alleviare i disagi. Non ha ancora ricevuto risposte.
A portare Di Bennardo in città, ci aveva provato, invano, anche l’ex sindaco Mario Turturici, che lo incontrò il 16 dicembre 2008 a Palermo. A questo punto, un suo intervento è quanto mai indispensabile, anche per chiarire i contrasti economici con le ditte esecutrici e quelli tecnici fra queste ultime e le società che gestiscono le reti elettrica, idrica, telefonica e del gas (accusate di intralciare le operazioni). Contrasti che sta provando a sanare perfino la Prefettura di Agrigento.
 

 
Un supermercato ha già chiuso i battenti
 
SCIACCA (AG) – Questa vicenda sta provocando danni a chiunque, per un motivo o per un altro, deve averci a che fare. Direttamente o indirettamente. I soggetti coinvolti nel progetto – Anas da una parte, Tecnis e Sigenco dall’altra – farebbero bene a trovare un accordo e pure subito. Altrimenti per loro saranno guai. Le imprese, se non rispetteranno la data di consegna, dovranno accollarsi le penali che di solito scaturiscono quando non si onora un contratto. L’Anas, invece, oltre a liquidare le spettanze reclamate dai vincitori dell’appalto, dovrà fare i conti con le richieste di risarcimento danni che alcuni commercianti di Contrada Seniazza, rimasti isolati a causa dei lavori, sono pronti ad avanzare.
A rimetterci, però, sebbene innocente, potrebbe essere anche il Comune di Sciacca. Se la legittima istanza avanzata dal consigliere del Pdl, Gaetano Cognata, di esonerare dalle imposte comunali gli esercenti penalizzati, dovesse essere accolta, per le casse di Palazzo dei Gesuiti sarebbe un grossa perdita. Chi già ci ha rimesso sono proprio alcuni commercianti che operano nella Contrada Seniazza. I titolari di un supermercato hanno deciso di mollare, dopo che per mesi non hanno incassato alcunché. Trovandosi al centro del cantiere alcuni accessi alla struttura sono stati chiusi. E questo ha comportato la fuga dei clienti. Per lo stesso motivo, un’area di servizio, collocata di fronte il suddetto supermercato, ha ridotto di tre quarti il quantitativo di carburante venduto normalmente e il bar edicola attivo al suo interno perso molti dei frequentatori. Urge un’accelerazione per il bene di tutti.

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