Con la Banca del Mezzogiorno verso sviluppo e occupazione - QdS

Con la Banca del Mezzogiorno verso sviluppo e occupazione

Lucia Russo

Con la Banca del Mezzogiorno verso sviluppo e occupazione

mercoledì 21 Ottobre 2009

Approvato lo scorso venerdì in Consiglio dei ministri il disegno di legge sulla nuova istituzione. Il Comitato promotore ha il compito di definire le regole di governo

PALERMO – Tre le direttrici fondamentali per la nuova Banca del Mezzogiorno, nel disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri il 16 ottobre scorso: 1) incrementare la capacità di offerta del sistema bancario e finanziario del Mezzogiorno; 2) sostenere le iniziative imprenditoriali più meritevoli; 3) canalizzare il risparmio verso iniziative economiche che creino occupazione nelle Regioni meridionali.
Si tratta di affrontare e risolvere i problemi strutturali che tuttora incidono sul credito nel Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia).
Sarà il Comitato promotore della Banca del Mezzogiorno s.p.a., composto da un massimo di quindici membri nominati dal Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del ministro dell’Economia e delle finanze, anche in rappresentanza delle categorie economiche e sociali, di cui almeno cinque espressione di soggetti bancari e finanziari con sede legale in una delle regioni del Mezzogiorno e uno di Poste Italiane s.p.a, ad avviare le iniziative per concretare l’intervento e riferire al Ministro dell’Economia su modi e fattibilità dell’iniziativa. Il Comitato promotore è costituito senza oneri per la finanza pubblica. La Banca opera per almeno cinque anni come istituzione finanziaria di secondo livello, sostenendo progetti di investimento nel Mezzogiorno e promuovendo in particolare il credito alle piccole e medie imprese anche con il supporto di intermediari finanziari con adeguato livello di patrimonializzazione.
‘’La cancellazione del sistema creditizio attuata una ventina d’anni fa ha spogliato le regioni meridionali di alcuni grandi istituti bancari e ne ha indebolito considerevolmente l’economia. Ecco perchè abbiamo salutato con favore, la proposta del Ministro Tremonti della fine della legislatura 2001-2006 e perchè riserviamo lo stesso favore alla costituzione di un istituto bancario per il Mezzogiorno, di cui si sta occupando lo stesso Ministro’’. Questo il commento del presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo già alla proposta del ministro. Il presidente dei siciliani ha però sottolineato la necessità che presso il nuovo istituto operino uomini che esprimono un legame forte con il territorio e una vicinanza/attenzione alle famiglie che in esso vivono, affinchè le stesse, unitamente alle imprese, possano godere di un credito ‘’amico’’, che non può prescindere dalle regole certe di efficienza ed economicità e che risponda alle esigenze delle comunità locali e che la dirigenza sia affidata a manager di origine meridionale, dotati di sicura e comprovata competenza.
Critiche e preoccupazioni, invece, da Mariella Maggio, segretaria generale della Cgil siciliana: “Pensiamo che strumenti come il credito di imposta alle imprese che investono in settori innovativi vadano garantiti e su scala poliennale. Il fallimento del mediocredito siciliano – aggiunge – è ascrivibile proprio a una non specifica finalizzazione degli interventi e a una invadenza della politica: mi chiedo come una Banca del Sud verrebbe sottratta a questi pericoli’’. Quanto a un ruolo delle istituzioni locali nel progetto, rivendicato dal governatore Raffaele Lombardo, Maggio sostiene che “nulla da eccepire ci sarebbe se parlassimo di istituzioni con le carte in regola sul fronte degli interventi e delle politiche di sviluppo, ma cosi’ non è”.
 

 
Priorità ad investimenti a sostegno di Pmi
 
Secondo il ddl approvato in CdM, il Comitato promotore definisce le regole di governo della Banca, gli apporti minimi di capitale necessari a soggetti diversi dallo Stato per partecipare in qualità di soci e le specifiche funzioni e attività in relazione a quanto definito dalla presente disposizione. Per avviare l’iniziativa e favorire l’aggregazione di una maggioranza rappresentata da soggetti privati, lo Stato partecipa con un ammontare massimo di 5 milioni di euro pari alle risorse stanziate dall’art. 6-ter del decreto-legge 112/2008 convertito dalla legge 133/2008. La Banca agisce attraverso la rete di banche e delle istituzioni che aderiscono all’iniziativa con l’acquisto di azioni e può stipulare apposite convenzioni con Poste italiane s.p.a.
La Banca opera per almeno cinque anni come istituzione finanziaria di secondo livello, sostenendo progetti di investimento nel Mezzogiorno. Il sostegno finanziario deve essere prioritariamente indirizzato a favorire la nascita di nuove imprese, l’imprenditorialità giovanile e femminile, l’aumento dimensionale e l’internazionalizzazione, al fine di creare maggiore occupazione.

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