Eolico, Lombardo insiste sul no - QdS

Eolico, Lombardo insiste sul no

Rosario Battiato

Eolico, Lombardo insiste sul no

martedì 03 Novembre 2009

Ambiente. L’energia rinnovabile fra esigenze e paesaggio.
La priorità. In nome della tutela del paesaggio, mesi fa il presidente della Regione Lombardo aveva stoppato ogni nuova iniziativa riguardante l’energia eolica. Le autorizzazioni sono riprese nell’ambito del Pears.
Il Pears. Il piano regionale prevede l’installazione di pale, ma i dati sulla produzione energetica, la velocità dei venti e lo scempio
paesaggistico non suffragano l’attuale mole, né le 146 richieste per nuovi impianti.

PALERMO – Secondo Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra, solo qualche area del trapanese sarebbe adeguata allo scopo mentre per riuscire a piazzare impianti realmente produttivi nel resto dell’isola bisognerebbe riuscire a intercettare i venti fino a 150 metri di altezza. Le ripercussioni ricadono ancora una volta sul territorio che rischia una pesante violenza, data l’assenza dei piani del paesaggio che languono nella Regione in attesa di essere approvati.
“Dal 2005 al 21 ottobre di quest’anno – si legge in una nota diffusa dall’assessorato Regionale all’Industria – l’assessorato regionale all’Industria ha rilasciato 139 autorizzazioni per impianti di sfruttamento di fonti rinnovabili per una potenza complessiva di 1.305,775 megawatt. Sono 88 gli impianti fotovoltaici, 26 quelli eolici, 15 di biomassa, 6 cavidotti, 2 di cogenerazione, 1 solare termodinamico, 1 di biogas”. In assessorato sono state previste ben 60 conferenze dei servizi per il solo mese di ottobre, un numero assai ragguardevole che fa comprendere come la linea della Regione che ha già concesso 12 autorizzazioni in 5 mesi, sia orientata verso una apertura senza se e senza ma.
Insorge quella parte degli ambientalisti isolani che avevano con forza ribadito la loro contrarietà al grande eolico. “Il presidente Lombardo si era inizialmente esposto col minieolico – ha precisato Leandro Janni, presidente regionale di Italia Nostra – invece adesso sembra che tutto stia cambiando e la tutela del paesaggio non sia più una priorità”.
Inoltre la Sicilia non è poi così ventosa come la lobby eolica vuol far credere. “Appare scientificamente chiaro che le uniche aree produttivamente ventose nell’isola si trovano nel trapanese – ha proseguito Janni – mentre per intercettare il vento nelle altre zone bisogna costruire strutture in grado di arrivare fino a 150 metri”. Secondo la Mappa complessiva e quadro d’unione delle tavole di velocità media annua del vento a 25 m s.l.t., realizzata, CESI in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università di Genova nell’ambito della Ricerca di Sistema, ci sono solo alcune zone della Sardegna e della Puglia, che secondo la legenda indicata riescono ad arrivare ad una media di 7 m/s, mentre la Sicilia oscilla principalmente tra 5 e 6 m/s, ad eccezione di alcune aree del trapanese che arrivano fino a 7 m/s.
 
“Da alcuni anni – ha spiegato Alfredo Lavagnini, ricercatore dell’Isac di Roma, in occasione della presentazione della mappa dei venti del Mediterraneo – l’interesse alla installazione dei generatori eolici si sta spostando sempre più dalla terra al cosiddetto eolico offshore, questo perché il vento in mare è più intenso e meno turbolento che sulla terra”. L’offshore consente inoltre di avere un impatto minino sul paesaggio e sulla fauna terrestre. Secondo gli esperti un vento di 5 o 6 m/s è il livello minimo per poter cominciare lo sfruttamento eolico, ma la velocità del vento cresce elevandosi dalla superficie, anche perché presso le aree ventose bisogna comunque arrivare oltre gli 80 metri di altezza per avere dei valori intorno agli 8 m/se quindi maggiore produttività. “Si riesce ad essere rapidi solo quando ci sono di messo gli interessi della lobby dell’eolico – ha specificato ancora Janni –  mentre per i piani del paesaggio, che servono appunto a contrastare le violenze sul territorio non c’è mai tempo”.
L’assessore regionale all’Industria, Marco Venturi, ribatte la propria aderenza al Pears regionale. “L’operatività del Piano energetico ambientale regionale rappresenta una grande opportunità di sviluppo per la Sicilia. Ha avuto un percorso molto complesso e ci sono aziende che aspettano da quattro anni l’autorizzazione a realizzare gli impianti. Dal momento del mio insediamento assieme a funzionari e dirigenti ci siamo messi al lavoro per rendere operativo il Pears e cercare di ridurre i tempi di attesa. Certamente le fonti energetiche rinnovabili rappresentano il futuro, ma non è pensabile che il loro sviluppo avvenga senza programmazione”.
Dall’assessorato fanno inoltre sapere che si avrà cura nell’evitare di cadere in una deregulation senza limiti che potrebbe provocare gravi danni economici ed ambientali.

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