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Stretta su abusi Legge 104, solo annunci

Valeria Arena

Stretta su abusi Legge 104, solo annunci

venerdì 07 Luglio 2017

Alla Regione siciliana ne usufruisce un dipendente su cinque: la media nazionale è di uno su dieci. La Pa isolana vanta primati negativi ma nessuno controlla e la politica latita

PALERMO – In Sicilia non esiste ufficio o comparto che non abbia un numero abnorme di beneficiari della legge 104, ovvero di dipendenti che usufruiscono di permessi speciali retribuiti perché disabili o perché impegnati ad assistere parenti in difficoltà. Il confronto con i vari comparti della pubblica amministrazione del resto di Italia risulta davvero impietoso: per quanto riguarda i dipendenti regionali, ad esempio, la nostra Isola detiene il record di lavoratori considerati idonei, il 18%, cifra tre volte superiore a quella della Toscana (6%) e decisamente più alta rispetto ai numeri della Lombardia (11%) e al Piemonte (10%).
La dice lunga anche il settore sanitario: nel resto del Belpaese, infatti, la media dei camici bianchi titolari di permessi è del 10%, mentre in Sicilia la percentuale sale vertiginosamente fino al 22%, trainata dall’Asp di Palermo, dove 1.202 dipendenti su 5.426 si assentano per assistere parenti disabili.
Stessa situazione anche in ambito scolastico. Secondo le ultime analisi del Miur, l’Isola è la terza regione di Italia, dopo Calabria e Campania, per numero di trasferimenti ottenuti grazie alla 104 nella scuola primaria, con il 68%. Se al Nord la quota di movimenti interprovinciali è davvero irrisoria, nel Sud e in Sicilia più della metà dei maestri è riuscito a “rientrare a casa” usufruendo del permessi.
Negli ultimi due anni, inoltre, la nostra regione è finita sotto i riflettori per l’inchiesta “La carica della 104”, tre filoni di indagine della Procura e della Digos di Agrigento che hanno coinvolto oltre 400 persone, tra insegnanti, medici e personale scolastico, per abusi legati proprio ai permessi.
Il tutto nel silenzio della politica.

Cosa prevede la legge 104/1992
Benefici – La norma consente ai dipendenti disabili o a chi ha un familiare da assistere di poter assentarsi tre giorni  e usufruire così di congedi o permessi retributivi, fino a un massimo di 24 mesi, e di essere inamovibile in caso di trasferimenti imposti dall’alto. Il beneficio è concesso anche per assistere persone in difficoltà residenti in un Comune situato oltre 150 km di distanza. Per la legge, inoltre, non è obbligatorio che l’assistito debba essere ricoverato a tempo pieno e l’assistenza può anche avvenire all’interno dell’abitazione del familiare.
A chi si rivolge –  La norma si rivolge ai dipendenti disabili in situazione di gravità e ai dipendenti che devono assistere familiari in difficoltà: genitori, coniugi, figli e parenti affini entro il secondo grado.
Il diritto può essere esteso ai parenti di terzo grado soltanto qualora i genitori o il coniuge della persona con l’handicap abbiano compiuto 65 anni oppure siano anche essi disabili o in stato di sofferenza.
Ogni disabile, inoltre, può avere un solo familiare che lo assiste e che beneficia dei permessi speciali.
Modalità – Per beneficiare della legge 104 occorre che un medico di famiglia certifichi la disabilità e che poi l’Inps la approvi. A quel punto, il disabile potrà essere assistito dal familiare, che a sua volta avrà diritto ai permessi speciali. La norma si applica anche agli stranieri e agli apolidi, residenti, domiciliati o aventi stabile dimora sul territorio nazionale: “Le relative prestazioni – recita la legge – sono corrisposte nei limiti e alle condizioni previste dalla vigente legislazione o da accordi internazionali”.
 
Miur, boom trasferimenti al Sud
I numeri – Il ministero della Pubblica istruzione ha certificato un boom di trasferimenti verso le regioni meridionali nella scuola primaria grazie alla legge 104: su oltre mille movimenti interprovinciali chiesti verso il Meridione, più della metà (53%) è stata possibile proprio grazie alla norma. A livello nazionale la quota è intorno al 21%.
La Calabria è la regione che detiene il record con 100 movimenti interprovinciali agevolati su 130 (77%), mentre la Sicilia si trova al terzo posto con il 65%, subito dopo la Campania, ferma al 68%
Considerando le Province, al primo posto troviamo sempre la Calabria.
A Cosenza 33 dei 36 maestri del territorio (92%) hanno ottenuto il trasferimento e scavalcato tutti proprio grazie alla 104.
Al secondo posto, Agrigento con il 91% (10 su 11).
Confronto con il resto di Italia – Al Nord la quota di trasferimenti agevolati è davvero bassissima e riguarda appena un movimento interprovinciale ogni cento, mentre al Sud e in Sicilia oltre la metà dei maestri è riuscito a “rientrare a casa” grazie alla legge 104. In Piemonte e Lombardia la percentuale è sotto l’1%, mentre in Friuli, addirittura, non è stato agevolato neanche un trasferimento. Nelle regioni del Centro (Umbria, Marche, Lazio e Toscana), inoltre, la quota di trasferimenti determinati dalla norma non raggiunge nemmeno il 5%
Le differenze tra Nord e Sud, per altro, potrebbero essere determinate dai vari sistemi sanitari, che sono a gestione regionale.

Il caso di Agrigento
Si articola in ben tre filoni l’inchiesta “La carica della 104”, il gruppo di indagini coordinato dalla Digos e dalla Procura di Agrigento che ha visto coinvolti, in questi due anni, oltre 400 persone tra medici, insegnanti e dipendenti scolastici con i loro familiari, i quali avrebbero ottenuto benefici e vantaggi dalla norma pur non avendone diritto. Le accuse contestate dalla procura sono quelle di falso materiale e falso ideologico commessi da pubblico ufficiale. L’inchiesta ha svelato un “collaudato sistema clientelare e corruttivo”, come lo chiamano gli inquirenti, un sistema legato all’invalidità per ottenere benefici proprio dalla 104.
La maggior parte degli indagati presta servizio a Favara e Raffadali, dove nel 2015 si scoprì che 11 bidelli su 11 godevano di permessi retribuiti. Spostandosi qualche chilometro più avanti, a Menfi, la Digos scoprì inoltre che ad aver usufruito della norma erano 90 dei 140 lavoratori, tra insegnanti e altro personale. Cifre record e indagini con numeri da capogiro che hanno indignato anche Davide Faraone, all’epoca sottosegretario all’Istruzione: “Approfittare illecitamente delle legge nata per venire incontro a chi ha problemi fisici o deve assistere a un persona cara è una cosa indegna”, ha dichiarato. Accuse e proclami che tali sono rimasti dal momento che in Sicilia i numeri continuano a essere di gran lunga superiori di quelli del resto di Italia.
 
1 regionale su 5 usufruisce della Legge 104
I numeri –  Secondo gli uffici della Funzione pubblica, al 31 dicembre 2015 sono stati circa 2.838 i regionali che hanno dimostrato di avere casi gravi, a fronte di una platea di dipendenti che si aggira oltre le 15 mila unità (più del 18%; record che la Sicilia detiene insieme al Lazio). In media, quindi, un regionale su cinque usufruisce della legge 104, mentre a livello nazionale la media degli statali è di uno ogni dieci dipendenti.
Per quanto riguarda invece i giorni di permesso richiesti, al 31 dicembre 2015, sempre secondo i dati forniti dagli uffici della Funziona pubblica, alla Regione Sicilia sono stati in tutto poco più di 57 mila contro i 52 mila del 2013, dinamica che ha registrato un aumento del 10% nell’arco di due anni.
Come funziona – I dipendenti regionali che beneficiano dei permessi garantiti dalla legge possono assentarsi per due ore al giorno o al massimo per tre giorni a patto che si rispetti il tetto delle 18 ore mensili. Dal momento che in Regione una giornata lavorativa è di sei ore e mezza, se un impiegato chiede tre giorni, dovrà comunque recuperare un’ore e mezza. Se, invece, chiede la giornata lunga di 10 euro, ovvero il rientro pomeridiano del mercoledì, avrà a disposizione solo un’altra giornata di permesso.
La circolare regionale rende comunque la vita facile in caso di un superamento minimo delle ore di permesso, le quali possono essere autonomamente prese e poi recuperate senza attendere il via libera del dirigente.

Dipartimento Funzione Pubblica, dati fermi al 2013
Dato nazionale – I dipendenti pubblici che hanno usufruito dei permessi sono stati nel 2013 ben 316.514, a fronte di una platea composta da 3.232.954 unità (percentuale sotto al 10%). Nel 2012 sono stati 306.260.
Giorni di permesso – Gli stessi dipendenti hanno usufruito, per l’anno 2013, di 6.256.862 giorni di permesso, numeri leggermente superiori al 2012, in cui sono stati certificati 5.619.913,58 giorni.
Confronto con la Sicilia – Nell’Isola il totale dei dipendenti pubblici che hanno usufruito dei permessi resi disponibili dalla legge 104 si è attestata a 31.911, +6,3% rispetto al 2012 (30.014). I fruitori dei permessi hanno rappresentato circa l’11,2% del totale dei dipendenti della Pubblica amministrazione in Sicilia e quasi il 10% di quelli nazionali (316.514). In particolare, sono stati 693.373 i giorni di permesso (400 mila ore), contro i 636.226  del 2012.

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