Formazione, ancora incertezza. L'assessore Lagalla: "Tar e Cga da valutare" - QdS

Formazione, ancora incertezza. L’assessore Lagalla: “Tar e Cga da valutare”

Michele Giuliano

Formazione, ancora incertezza. L’assessore Lagalla: “Tar e Cga da valutare”

sabato 23 Dicembre 2017

La graduatoria fermata e ritoccata tre volte, l'assessore in attesa anche della Corte dei Conti. Governo alle prese con la prima patata bollente: Avviso 8 fermo da 2 anni e mezzo

PALERMO – “Cosa intendiamo fare a breve e brevissimo termine per la formazione professionale siciliana? Anzitutto garantire un sistema più efficace per garantire l’inserimento occupazionale dei giovani e nel contempo valorizzare al massimo tutto l’apparato garantendo anche i formatori”. Così parla il neoassessore regionale alla Formazione Roberto Lagalla attorno alla cui figura c’è grande attesa da uno sei settori più spinosi della Regione siciliana. Al momento però di tempistica certa non ne parla riguardo a quando si potrà tornare ad attivare i corsi tradizionali che sono fermi, attraverso l’Avviso 8, oramai da due anni e mezzo: “Faremo delle valutazioni rispetto ai vari pronunciamenti di questi ultimi anni di Tar e Cga sui ricorsi presentati dagli enti – sottolinea Lagalla – e aspettiamo soprattutto il pronunciamento della Corte dei conti”.
 
Aspetto questo, legato all’ultima graduatoria varata dal precedente governo regionale che dispensa all’incirca 136 milioni di euro a vari progetti. Diciamo che potrebbe esserci la speranza per la ripartenza dei corsi tradizionali. Gli ultimi pronunciamenti del Tar hanno in un modo o nell’altro dato sostegno al governo regionale. Qualche mese fa ha respinto gli ennesimi ricorsi che miravano alla sospensione degli effetti della graduatoria dei corsi finanziati.
 
Secondo i giudici del tribunale amministrativo la Regione in questo caso non avrebbe fatto degli errori di valutazione nello stilare la graduatoria. In pratica due enti di formazione avevano presentato ricorso all’ultima graduatoria, con richiesta di sospensiva, perchè non gli sarebbero stati assegnati dei punteggi premiali rispetto alle consolidate esperienze nel settore.
 
“I motivi di censura addotti – scrive nell’ordinanza di rigetto il Tar – non appaiono, allo stato, supportati da sufficiente fumus boni iuris tale da indurre ad una ragionevole previsione sull’esito positivo del ricorso”.
 
Più recentemente il tribunale amministrativo non è entrato nel merito di altri due ricorsi rimandando tutto a maggio 2018. Ancora oggi il nuovo governo regionale non ha voluto sciogliere il nodo rispetto a quel che farà. Non è nemmeno escluso che magari attenda proprio al prossimo maggio per verificare come si pronunceranno i giudici.
 
L’ultimo stop alla graduatoria (rivista ben tre volte in questi due anni) arrivò dal Cga che espresse parere negativo in riferimento all’attribuzione dei punteggi per i criteri ‘B4’ e ‘B5’, inerenti l’esperienza e l’anzianità del personale assunto a tempo indeterminato. In tutta risposta, l’assessorato regionale ha preferito depennare i due criteri, portando sullo stesso piano enti nuovi e enti storici, che lavorano nel settore da anni e che contano al proprio interno buona parte degli 8 mila lavoratori al momento a casa, in attesa di risposte. I giudici amministrativi scrissero per l’appunto che il riconoscimento “della capacità amministrativa del beneficiario prima dell’approvazione dell’operazione può anche essere dimostrato attraverso una dichiarazione che però deve avere ad oggetto un requisito posseduto. Al contrario è illogica l’attribuzione di un punteggio per qualcosa che non si possiede ancora, perché cosi facendo si viola la par condicio fra gli aspiranti e si incide sulla libera concorrenza legittimando a priori soggetti allo stato non in possesso dei requisiti dinanzi a soggetti, sempre allo stato, in regola con le richieste dell’avviso”.

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