Wi-Fi e tecnologie emergenti: pronti cento milioni di euro - QdS

Wi-Fi e tecnologie emergenti: pronti cento milioni di euro

Rosario Battiato

Wi-Fi e tecnologie emergenti: pronti cento milioni di euro

martedì 30 Ottobre 2018

La dotazione è stata stabilita dal Cipe, su richiesta del Ministero dello Sviluppo economico, nella seduta di giovedì scorso. Lo stanziamento più corposo, 95 milioni, servirà per incentivare la ricerca e lo sviluppo in settori d’avanguardia: blockchain, intelligenza artificiale e internet delle cose. In Sicilia soltanto Siracusa e Caltanissetta mantengono aree free wi-fi

PALERMO – Arrivano 100 milioni di euro per lo sviluppo del Wi-Fi e delle tecnologie emergenti (Intelligenza artificiale, Blockchain, Internet delle cose). Andando in dettaglio, una nota del Mise spiega che sono stati dirottati 95 milioni di euro (5 erano già previsti) originariamente destinati ad altri interventi sul territorio nazionale. La dotazione è stata stabilita dal Cipe, su richiesta del Ministero dello Sviluppo economico, nel corso della seduta d’insediamento di giovedì scorso.
 
Le risorse erano inizialmente previste per il cofinanziamento di progetti di ricerca, sperimentazione, realizzazione e trasferimento tecnologico aventi ad oggetto l’applicazione della tecnologia 5G a beni e servizi di nuova generazione promossi dalle regioni coinvolte nel progetto di sperimentazione pre-commerciale del 5G posto in essere dal Mise (60 milioni di euro), al cofinanziamento di progetti promossi dalle altre regioni, altri Dicasteri o Enti pubblici di ricerca, per lo sviluppo dei servizi di nuova generazione (35 milioni).
 
La decisione del Mise, nell’ottica della rimodulazione dell’intervento, muove dalla fase “ormai avanzata dei progetti di sperimentazione pre-commerciale 5G, non ritenendo più attuale l’esigenza di impegnare le risorse assegnate ai progetti di ricerca e sperimentazione”. Lo stanziamento di 95 milioni, pertanto, servirà, in generale, a incentivare la “ricerca e lo sviluppo nelle tecnologie emergenti (Blockchain, Intelligenza Artificiale, Internet delle cose) e, in generale, a perseguire gli obiettivi del Piano Bul (Piano Banda Ultra Larga, ndr)”.
 
Cinque milioni, invece, erano già destinati allo sviluppo della fase II del progetto wifi.italia.it. Quest’ultima azione, in particolare, è in fase di realizzazione per il tramite di Infratel – si legge in una nota del ministero – con riferimento ai “comuni interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016 e, in via residuale, in tutti gli altri comuni con popolazione inferiore ai 2000 abitanti”. La linea di intervento in questione sarà “ulteriormente rafforzata utilizzando le risorse destinate dalla recente delibera Cipe”. Alla metà di ottobre, a tal proposito, è stato deciso, con provvedimento del Mise, un investimento da 8 milioni di euro per lo sviluppo della fase II del progetto wifi.italia.it che prevede per 138 comuni di Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio un’infrastruttura di 560 hot spot (4 per comune) in esterno e in interno. Nel decreto, inoltre, si prevede la realizzazione di altri 3600 hot spot per 1.895 comuni al di sotto dei mille abitanti e circa 6mila per 1.572 comuni con abitanti compresi tra mille e 2 mila.
 
Per avere un’idea della diffusione delle aree free wi-fi in tutta Italia, bisogna fare riferimento agli ultimi dati Istat in materia che sono aggiornati al 2016 e coinvolgono i comuni capoluogo. In Sicilia soltanto Siracusa e Caltanissetta mantengono delle aree con questo servizio, una tendenza che non vede una grande crescita rispetto al 2015, quando soltanto il centro nisseno offriva questa possibilità. Nel Mezzogiorno questa opportunità coinvolge soprattutto i comuni campani (Benevento, Napoli, Avellino) e diversi di quelli pugliesi, mentre al nord sono soprattutto i comuni lombardi in cima alla lista (Lecco, Milano, Monza, Varese, Brescia, Pavia, Lodi, Cremona).

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