Non importa il colore se gatto mangia topo - QdS

Non importa il colore se gatto mangia topo

Carlo Alberto Tregua

Non importa il colore se gatto mangia topo

martedì 13 Aprile 2010
C’è un vecchio detto: Non importa quale colore abbia il gatto, importa che mangi il topo”. è la sintesi dell’efficienza, ma anche una critica a chi si perde in questioni secondarie senza tenere conto di quella principale che è l’obiettivo di ogni azione.
L’azione può essere materiale o immateriale, può fissare un traguardo o rimanere inconcludente, può interagire con altre azioni o procedere in modo autonomo. L’importante è che vi sia chiarezza da parte di chi vuole fare qualcosa, per evitare che al fare si contrappongano tanti momenti del non fare, del rinvio,  del poi poi che portano al niente. è una vecchia discriminazione fra il fare e il non fare che corrisponde, per certi versi, a quella fra il bene ed il male.
Sosteneva Agostino di Tagaste, vescovo di Ippona (354-430) che ai giovani non possiamo insegnare nulla perchè devono inseguire il loro istinto. Ma, sostiene Carlo Maria Martini, già arcivescovo di Milano, che per paura delle decisioni, ci può sfuggire la vita. Aggiungeva Ignazio di Loyola, fondatore dell’Ordine dei Gesuiti, (1491-1556) agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo che tutto dipende da Dio.

C’è tanto buon senso in queste citazioni e, soprattutto, c’è concretezza. Da esse dobbiamo trarre insegnamenti ad operare con la capacità di raggiungere risultati. Quanta gente sentiamo accampare scuse di ogni genere per non fare. Quant’altra   cincischia, dibatte, chiacchiera, conciona, tutto tranne che operare con serietà, tranne che fare. è in maggioranza, per cui la collettività ne risente, mentre si diffonde un venticello, come quello di Don Basilio.
Non importa quale colore abbia il gatto, importa che mangi il topo. Una frase piena di saggezza contadina, oseremmo dire, una saggezza naturale purtroppo poco diffusa.
Tutti ci dovremmo adoperare, invece, per diffondere tale saggezza, non solo spiegandola a parole, il che è poca cosa, ma adottando comportamenti che costituiscano esempi per gli altri, soprattutto per giovani e bambini, i quali hanno bisogno di spiegazioni, e, soprattutto, di esempi.

 
Spesso si parla di morte senza  prima  aver imparato a vivere (Confucio, 551-479 a.C.). In questo caso si parla di morte a vanvera, senza capire che la vita e la morte sono due facce della stessa medaglia . Senza capire che solo spendendo bene la vita per raggiungere fini sociali, affettivi e umani ci si può preparare bene al momento in cui lo spirito abbandona il corpo.
Per essere concreti è necessario avere tenacia, forza di volontà, disposizione al sacrificio, utilizzando le nostre energie in modo positivo. Bisogna evitare di vivere in modo parassitario, ricordando che ogni balena ha il suo pidocchio (Johann Wolfgang von Goethe 1749 -1832) ed evitare la considerazione della mosca sulla testa dell’asino: Riposiamoci che per oggi abbiamo faticato abbastanza.
Molta gente vive da parassita cioè prende senza dare, mentre il dare è l’unico modo umano che giustifichi l’esistenza. Ci sono i parassiti nascosti, cioè quelli che succhiano il sangue altrui senza farsene accorgere, ma a stare bene attenti siamo in condizioni di smascherarli.

Una delle regole delle persone concrete è meno risorse sono disponibili e meno se ne sprecano. Come dire di alcuni che riescono a dividere un soldo in quattro parti.Tutto ciò senza farsi distogliere dal giusto rapporto che ci deve essere fra le persone di tutti i ceti sociali. Il rapporto è giusto se ognuno dà in proporzione a quello che ha in un gesto di solidarietà che accomuni chi dispone e chi non possiede.
Qualche volta sembra che perdiamo tempo, ma spesso esso è guadagnato, affermava Alexis de Tocqueville (1805-1859). Se il tempo è impiegato per riflettere, valutare e consentire di prendere decisioni ponderate non è mai perso. Guai ad essere frettolosi nel decidere. Ma quando una decisione è presa la sua esecuzione deve esssere portata a compimento  senza se e senza ma, salvo che possano capitare controindicazioni improvvise e non prevedibili.
Nella vita si formano graduatorie, l’importante è che non siano fra prepotenti e deboli, ma fra bravi ed inconcludenti.

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